di Alexander Màscàl

“Carissima Torino,
È la prima volta che ti scrivo. Chissà quante lettere ricevi ogni giorno ma questa è un po’ speciale. È una lettera d’amore, perciò, ti prego, leggila.
Sono innamorato di te da più di mezzo secolo e non ho mai osato dichiararmi. Sono sicuro che hai indovinato da molti segnali, e non da oggi, quali erano i miei sentimenti nei tuoi riguardi.”

Così Bruno Gambarotta introduce il lettore alla lettura di “Torino 360°“, un volume di oltre cento immagini, scritto in collaborazione con Enrico Formica, e con l’approfondimento delle ricerche storico-artistiche di Livio Bourbon per la Priuli & Verlucca editori, edizione 2005.
Una lettera d’amore indirizzata ad una città: Torino, che ha saputo adottare sotto la sua Mole un personaggio che è tra i più noti dell’enogastronomia, ma anche della TV e del giornalismo.

E dell’amata città ne parla in “Torino Lungo Dora Napoli”, edizione 1995, per la Garzanti, quando descrivendo la Torino malavitosa degli anni Novanta, tra clan rivali, femmine e poliziotti coraggiosi, darà spunto anche ad un film diretto e interpretato da Sergio Castellitto: “Libero Bruno”, una produzione Italo-Francese, girato tra Torino e Salina, nel 1999, e distribuito dalla 20th Century Fox. Tra gli interpreti Michele Piccoli, Chiara Mastroianni e Gian (dei Riky e Gian).
Nel 1996 sarà al “Salone del libro” di Torino, per la Garzanti, a presentare “Tutte le scuse sono buone per morire”.
Firma “La nipote scomoda”, per la Mondadori, dove con le vicende di un ingegnere della -Grande Fabbrica-, si entrerà nel vivo dello spionaggio industriale ambientato negli anni ’70. Ne uscirà una seconda edizione dove l’imprevedibile mente di Bruno Gambarotta la ripresenterà in versione riveduta e aggiornata, con un epilogo completamente nuovo, scritto in collaborazione con Massimo Felisati per la casa editrice Ambaradan.

Per i golosi c’è un assassino in agguato, ma non sarà il dolce ingrediente a mietere vittime con i… chili di troppo, bensì i racconti dell’antologia giallo-noir in cui con altri autori ci “delizierà” con il sapore del cioccolato, o meglio al “Chocokiller”, e così conosceremo un nuovo tipo di killer-goloso prodotto con cioccolato e perfidi pensieri… al “cianuro”.
Spassosa è la parodia che riflette in modo umoristico il celebre “Codice da Vinci”, che l’ironia di Gambarotta tramuterà in… “Il Codice Gianduiotto“, per la Morganti editore, maggio 2006, dove il genio di Leonardo da Vinci è al centro di una storia… golosa che ruota attraverso la formula segreta di come fare il dolce cioccolatino torinese e iniziando dal Rinascimento giungerà in questo secolo svelandoci “forse” l’enigma… del “gianduiotto al sorriso delle Gioconda”…

Compagno di scuola del “Grande” Paolo Conte, ottimo cuoco e gran buongustaio, Bruno Gambarotta è anche regista e direttore di programmi RAI, con cui ha lavorato per oltre trent’anni anche come programmista e delegato alla produzione di film e telefilm.
Nel 1988, nella trasmissione “Fantastico” di Adriano Celentano mostra doti di intrattenitore comico dando inizio alla sua carriera di conduttore televisivo e radiofonico che lo condurranno a presentare anche il rifacimento del famoso quiz di Mike Bongiorno “Lascia o raddoppia” degli anni ’50. Nel 1991 con Fabio Fazio e Patrizio Roversi (di Turisti per Caso), presenta la trasmissione “Porca miseria!”. Sarà ancora con Celentano in “Svalutation” del 1992, ma farà anche da spalla a Chiambretti, e l’ospite fisso a “Parlato semplice”. A fianco di Fabio Fazio compare in “Quelli che il calcio” su Raitre dal 1995 al 1998. Partecipa al “Maurizio Costanzo Show” su Canale 5 e a Raitre, nel 2000, come conduttore con Bruno Voglino per “Gli esami non finiscono mai”. Conduce su Radio 2 “Tempo reale”, mentre nel 96/97, condurrà “Single” con Luciana Littizzetto, su Raidue. Sarà la “voce misteriosa” in collegamento telefonico con “Ciao Mara”, con Mara Venier.
E sarà Amedeo, nel film “Cucciolo” del 1998, di Castellano e Pipolo, con Massimo Boldi che interpreta un trentaduenne che frequenta ancora la terza media perchè rifiuta di divenire adulto ed entrare a far parte di quella vita “da grandi” che è competitiva, insidiosa e piena di falsità e compromessi, avendo come unici amici i suoi “piccoli” compagni di scuola. Tra gli interpreti Gisella Sofio e Claudia Koll.

Scrive “Mangiare & bere” – guida gastronomica del Piemonte e della Valle d’Aosta”, e “Ristoranti & vini”, edizioni annuali.
E’ ospite al “Salone del Libro del Lingotto” (Torino, 1996), per la casa editrice Garzanti dove presenterà “Tutte le scuse sono buone per morire”, un giallo dal sapore umoristico che si ambienta nel mondo dell’Arte, mentre come enogastronomo sarà al “Salone del Gusto” (Torino, 2004), ospite nello stand di Beppino Occelli.

Come giornalista scrive per “La Stampa” nella rubrica “Storie di città” e nell’inserto “Torino Sette”, “l’Unità”, “Il Venerdì” di Repubblica, “Comix”. Testimonial della Provincia di Torino per i prodotti tipici del “Paniere Olimpico”, in occasione delle Olimpiadi 2006, non perde l’occasione di usare la sua ironia scrivendo che “Se non hai il pass appeso al collo non sei un giornalista importante: non sei nessuno, e più ne hai più sei importante” e così, secondo il simpatico umorismo di Gambarotta, il pass va bene solo se è abbinato alla giacca da reporter perchè abbinarlo a giacca, camicia e cravatta potrebbe suscitare il sospetto che sia il frutto di un furto e quindi si potrebbe finire con l’essere arrestati e messi sotto interrogatorio.

Scrittore e curatore di collane editoriali, giornalista, cabarettista e scrittore di gialli- umoristici, il suo profilo compare su “L’enciclopedia comica del diritto”, edita da Comix, nella serie dei Grandi Umoristi del Novecento, accanto a Totò, Alberto Sordi, Paolo Villaggio.
Non mancherà di occuparsi della più grande reliquia della cristianità curando per le edizioni Ananke, il volume “Oltre la Sindone – Reliquie sacre e profane tra fede e mito” della collana Antropologia e Spiritualità, nel 1997, in cui la Sacra Sindone viene analizzata in ogni suo aspetto sacro e profano.
Tra i libri più noti ricordiamo anche “Saldi di stagione”, “Domenica è sempre domenica”, “Le storie di città di Felice Pautasso”.

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E’ nato ad Asti…
Asti, provincia piemontese, patria di Vittorio Alfieri, Paolo Conte, Andrea Mirò, Giorgio Faletti, Gianni Basso (jazzista), Danilo Amerio (autore di “Donna con te” cantata da Anna Oxa), il cantante dei Nomadi Danilo Sacco, e… Bruno Gambarotta.
Bruno Gambarotta è nato in Via Ottolenghi, vicino a Piazza Roma, il 26 Maggio 1937, nella casa di Delpui, noto acciugaio della provincia cuneese di Dronero, località della Valle Maira da cui provenivano i venditori di acciughe.
A quei tempi, il piccolo Bruno passava le giornate in Via Aliberti (chiamata “la contrada degli ebrei”), dove la madre aveva un negozio di pettinatrice.
Di una bella intervista redatta da Maurizio Riccio e pubblicata su “Asti in Vetrina”, ho conservato una frase che mi ha colpita particolarmente perchè l’ho vissuta nei tempi della mia infanzia: “Si poteva andare da casa nostra al negozio senza mai uscire in strada, attraversando cortili , passaggi interni, cantine, scale. Per intere estate abbiamo giocato a nasconderci usando quei passaggi segreti e quegli anditi umidi e bui“.
Quando Bruno Gambarotta si stabilì a Torino, nel ’55, io avevo 12 anni. Ad Asti molte cose erano cambiate, nuovi abitanti erano arrivati giungendo da altre parti d’Italia, nuovi negozi si erano aperti lungo la piazzetta Statuto che però rimaneva un punto d’incontro per noi ragazzi .
Via Aliberti è vicina a Via XX Settembre e alla chiesa di San Paolo dove vivevano (nell’allora cortile del negozio di “Cavanna” ), i miei nonni materni e dal dirimpettaio Vicolo Cavalleri, dove abitavano gli zii, e chissà, forse in quegli anni del dopoguerra ho incontrato su quelle piazze in cui ci ritrovavamo a giocare quel ragazzino “vestito con la stoffa delle divise militari abbandonate e ritinte dal grigioverde al nero” …

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