di Alexander
foto Matteo Saraggi

Il viso circondato da una barba curatissima, gli occhiali alla Camillo Benso Conte di Cavour, indossa abiti stravaganti con papillon, fazzoletti di seta nel taschino e smoking a petto unico, giacche damascate. Pare un manichino d’alta moda, uscito dall’armadio di un miscuglio di grandi personaggi: da Gabriele D’Annunzio all’eleganza di Lord Brummel, l’aria da nobile fine ‘800 di Toulouse Lautrec. Indubbiamente un personaggio insolito e stravagante di professione… viveur…

Questa è una delle tante definizioni date dalla Stampa ad un personaggio televisivo che, nato con l’evento della televisione, ne ha fatto la storia, divenendo uno dei principali protagonisti di quegli anni: il torinese Gianluigi Marianini, professore di filosofia.
I cronisti di quel tempo si sbizzarrirono nel commentare il suo fare insolito, qualcuno lo definì persino “sfottente barboncino”(Il Giorno), altri lo descrissero come “il piazzista ideale della retorica salottiera” (Paese Sera) … lui si definì: “Di temperamento gaio. Venuto a Lascia o Raddoppia non per conquistare facilmente dei sesterzi, per non dire la parola moneta, che sarebbe assai disdicevole, ma per partecipare al convivio di begli spiriti qui riuniti” e di quel “convivio” l’allora giovane Marianini amò indubbiamente quelli che definì: “I placidi ozi e scrivere romanzi un pò perversi” …
E dai “placidi ozi” alla “buona forchetta” il passo è breve e il simpatico Marianini non disdice anche gli incontri gioviali abbinati ai più conviviali “piaceri della tavola”e il “banchettar con moderato gaudio mi fu lieto affanno” lo porta spesso alla mia tavola, anche se poi le domande scivolano sempre più sulla Torino magica e misteriosa o alla sua presenza al quiz televisivo, che alla gastronomia che sto presentando.

Siamo agli inizi degli anni ’50 e i primi televisori compaiono in forma “pubblica” nei bar dove gli italiani ogni sera si radunano per seguire i varietà, i romanzi e i giochi intellettuali come “Lascia o Raddoppia”.
Ogni sabato sono milioni gli italiani che si ritrovano davanti alla TV a seguire i quiz in compagnia di “Allegria”, il saluto del simpatico conduttore del fortunato gioco: Mike Bongiorno.

Gianluigi Marianini vive a Torino, inquietante provincia dove personaggi incredibili e misteriosi popolano la città in cui c’è la più alta concentrazione d’occultisti e di sette demoniache: maghi, guaritori e cartomanti formano la città magica che fa parte del famoso “Triangolo Maledetto”, non a caso, da sempre, nelle gallerie sotterranee che l’attraversano si celebravano, e pare si celebrino ancora, oscuri riti satanici. “Si dice” che tra Piazza Statuto e il Santuario di Santa Maria Ausiliatrice si concentrino circa cinquantamila adepti di sette sataniche.
Il prof. Gianluigi Marianini, oltre ad essere un ex campione di “Lascia o Raddoppia”, è anche un valido demonologo. Studioso del Demonio e amico di molti satanisti egli, fervente cattolico, opera grazie ad un permesso speciale concessogli dalla Chiesa.
Marianini spiega che l’alta concentrazione di forze maligne è dovuta all’altrettanta concentrazione di sacro (Torino ebbe più Santi che in ogni altro resto del mondo), e all’alta concentrazione di reliquie ed oggetti di culto cristiani, come la Sacra Sindone, il legno della Croce, il velo della Vergine.
Non dimentichiamo che Torino vide un grande transito dei più famosi maghi della storia, come Nostradamus, Cagliostro e Casanova.

A Torino esistono luoghi che hanno una sinistra fama e di cui “si dice” siano teatro di fenomeni insoliti, ma che in altrettanti luoghi si concentrano invece energie positive.
Il Santuario di Santa Maria Ausiliatrice (fatto erigere da Don Bosco), conserva un pezzo della Croce sulla quale morì Cristo e per questo è un luogo ricco di forze benefiche.
Ma… ci sono anche luoghi negativi e maledetti, come la zona di Piazza Statuto dove sorge un obelisco che nasconderebbe la porta d’accesso per l’Inferno.
La zona attorno alla Mole Antonelliana e il Museo Egizio hanno pessima fama perché in questi luoghi si concentra la maggior parte dei seguaci di Satana.
Luoghi e monumenti occupano un posto importante per i cultori dell’occulto che li considerano dotati di strani poteri, come la fontana di Piazza Solferino e il castello di Mazzè.
Tutto il sottosuolo della capitale piemontese è attraversato da cunicoli, gallerie, grotte: luoghi su cui “circola voce” che di notte si radunino gli adoratori delle tenebre, i seguaci del Demonio…
A chi fosse intenzionato di girovagare in notturna percorrendo le strade della vecchia capitale alla ricerca delle forti emozioni o dell’eventuale incontro con vampiri, fantasmi e satanisti , non mi resta che consigliargli di munirsi di punteruoli di legno e acquasantiere, oppure affidarsi alla guida esperta di Gianluigi Marianini: uno che… di Diavoli se ne intende…