E’ in corso un nuovo entusiasmante progetto per l’artista pavese Stefano Bressani, che nei prossimi mesi collaborerà con lo chef del D’O di Cornaredo Davide Oldani a nuove opere d’arte realizzate con la sua personalissima tecnica, di cui lui stesso è padre fondatore. Incontro fortuito quello con lo chef lo scorso ottobre, chiamati a interpretare la storica Zuppa Pavese con la propria personale arte. L’uno l’interpretazione gastronomica della ricetta, l’altro una sgargiante opera di trame e orditi. Due filosofie di lavoro che si sovrappongono e si incontrano nei vari concetti stilistici. Bressani da sempre si distacca con eleganza da mode e tradizioni contemporanee: invece della tavolozza dispone di stoffe di ogni colore e consistenza con cui sapientemente ricrea la sua visione della realtà. Dopo diverse esposizioni e collaborazioni internazionali, torna in terra lombarda per esaltare i sapori e la materia prima della sua tradizione attraverso la sua arte contemporanea e il lavoro di uno chef di cui condivide i valori.
Il maestro Stefano Bressani e lo chef stellato Davide Oldani presentano La Zuppa alla Pavese 2.0
Un piatto storico nato nel 1525 dopo la Battaglia di Pavia per il Re di Francia, diventato nei secoli leggenda e titolo onorifico, ora cucinato da Davide Oldani e scolpito da Stefano Bressani, diventa ora inedito Piatto del Buon Ricordo
Creare nuovi linguaggi espressivi ed eccellenze unite per mantenere salde e vive le tradizioni di un territorio: questa è la sfida artistica ed enogastronomica lanciata dalla Camera di Commercio di Pavia in occasione dell’Autunno Pavese 2018. Lo chef stellato Davide Oldani e il maestro Stefano Bressani, artista contemporaneo, sono stati chiamati ad interpretare la leggendaria zuppa alla pavese, con l’obiettivo di rappresentare la storica zuppa alla pavese. Una risalente al 1525 e alla Battaglia di Pavia.
La Zuppa alla Pavese – Due creazioni, due linguaggi diversi, quelli dell’arte contemporanea e della cucina, che si incontrano per rappresentare la storia in una versione 2.0. Bressani crea un’opera unica, rotonda, ironica e calorosa, composta da stoffe coloratissime, volumi morbidi ed attraenti. Lo chef Oldani rivisita la ricetta in pieno stile pop servendo un brodo saporito e leggero da bere con la cannuccia, in una cialda di pane modellata come una scatola delle uova; la ricetta è completata ovviamente da un uovo barzotto e di passatelli. Così si valorizza la materia prima del territorio e la sua tradizione.
Tra i due Artisti dei sensi, citazione che viene spontanea, il punto di incontro è risultato essere facile e naturale, carico di quelle credenziali necessarie per “Uscire” dalla ricetta tradizionale e per creare un pezzo unico per gli occhi ed il palato.
E’ così che è nata l’Opera d’arte. Lo Chef Oldani ha studiato, pensato e composto il piatto che cucinato è stato a sua volta fotografato ed espresso, secondo propria cifra stilistica, trasformato tra la materia commestibile e la materia tattile, attraverso il gioco di trame ed orditi proprie della Tecnica del Maestro Bressani. Una trasformazione che ha voluto omaggiare il POP di Warhol nella giusta coniugazione di stile.
Zuppa alla Pavese
ZUPPA ALLA PAVESE 2.0 POP
D60 H8 cm – 2018
Scultura e stoffe di abbigliamento
Pezzo unico
La conclusione ideale del progetto, con un piatto da collezione
Oggi, il progetto diventa “Piatto del buon ricordo”, un piatto di porcellana raffigurante l’opera di Stefano Bressani ed è disponibile nei sette ristoranti lombardi che hanno aderito all’iniziativa della Camera di Commercio. Gli affezionati avranno modo non solo di gustare la versione personale di ogni locale, ma sarà anche servita sul piatto di porcellana realizzato, dedicato e limitato, dall’artista Stefano Bressani, ovviamente ispirato alla creazione dello chef Davide Oldani. Ecco dove trovarli:
RISTORANTE PIAZZA ITALIA – Pavia
RISTORANTE ANTICA POSTERIA DEI SABBIONI – SAN MARTINO SICCOMARIO
RISTORANTE BAZZINI – CANNETO PAVESE
HOSTERIA LA CAVE CANTU – CASTEGGIO
ALBERGO RISTORANTE SELVATICO – RIVANAZZANO TERME
LA LOCANDA DEL CARMINE – PAVIA
RISTORANTE TORRE D’AQUILA – PAVIA
Cosa lega l’arte al cibo?
Entrambi nascono dallo studio e dalla ricerca della materia, quella che il fruitore può toccare, assaporare e osservare. E attraverso la tecnica poi si trasforma la materia in qualcosa di bello, estetico ed edonistico, che nel fruitore suscita emozione, ricordi e suggestioni. L’incontro fortunato con Bressani ha dato modo a entrambi di capire quanto l’arte e il cibo possano dialogare e viaggiare a pari passo nelle sensazioni dei loro commensali e osservatori, e decidere così di proseguire in una prestigiosa collaborazione. Bressani dichiara che sia proprio l’attenta ricerca della materia prima la qualità di Oldani che vuole rappresentare. Prossimo desiderio dell’artista infatti sarà quello di interpretare attraverso la propria arte la famosa Cipolla caramellata di Oldani, piatto cult dello chef e simbolo del suo essere pop.
“Dello chef del D’O mi ha stupito coerenza e rispetto della deontologia professionale, dice Stefano, due caratteristiche che vanno perdendosi anche nel mondo dell’arte ma a cui rimango indissolubilmente attaccato. Prima di essere artisti, siamo persone a contatto con altre persone”.
Stefano Bressani non è di certo nuovo al mondo del cibo. Da sempre amante dei valori trasmessi dalla cucina, ha portato a termine alcune collaborazioni con situazioni appartenenti al mondo del food. Tra le oltre 500 opere realizzate in diversi ambiti, l’artista è riuscito ad esprimere ancora una volta la complessità della sua ricerca anche verso la materia del food: come l’apparentemente semplice piatto Spaghettoni di Gragnano impiattati con le mazzancolle, o la banale tazza di pop corn, che attraverso l’iperrealismo delle stoffe del maestro prendono il sapore di una vera opera d’arte.