Cous cous e trofie al pesto, tzatziki e paella, rastanj e ratatouille: culture gastronomiche diverse, unite da un comune denominatore, l’olio extravergine di oliva, elemento basilare di quella che in tutto il mondo è conosciuta come Dieta Mediterranea. Ed è proprio in nome di questo concetto – che richiama uno stile di vita basato sulla convivialità e sullo star bene insieme – e dell’extravergine, che 15 paesi del Mediterraneo – Italia, Albania, Algeria, Croazia, Francia, Grecia, Israele, Libano, Marocco, Montenegro, Portogallo, Slovenia, Spagna, Tunisia e Turchia – si sono dati appuntamento dal 17 al 19 novembre a Imperia per il Forum Dieta Mediterranea, organizzato dalla locale Camera di Commercio, dal Comitato Oleicolo Internazionale e dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio con la collaborazione di Regione Liguria, Unioncamere Liguria, Provincia di Imperia, Comune di Imperia, Unioncamere Italia, le organizzazioni di categoria di riferimento e l’intera filiera produttiva del sistema territoriale, e il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, del MIPAAF (Ministero Italiano delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali), del MIUR (Ministero Italiano dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), del MAE (Ministero Italiano degli Affari Esteri e/o ICE, Istituto Commercio Estero).

Un simposio che si riunisce per tirare le fila di quella grande ricerca trasversale che si è messa in moto nello scorso mese di maggio durante la prima sessione del Forum e che ha toccato in sei mesi di lavori tutti gli aspetti più rilevanti del concetto di Dieta Mediterranea, dalla componente salutistica a quella educativa, dalle strategie di marketing alla comunicazione, dalla tutela del paesaggio alla trasmissione di valori e tradizioni nel tempo. Un progetto dall’alto valore scientifico, ma anche un importante esempio di Cooperazione Internazionale che apre le porte a una nuova stagione di scambi economico-culturali volti alla valorizzazione e alla promozione dell’olivicoltura nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Valorizzazione e promozione che passano inevitabilmente attraverso l’efficacia di un sistema di comunicazione in grado di trasmettere – nei vari paesi – valori e potenzialità del concetto di Dieta Mediterranea intesa come stile di vita.

Dai lavori del tavolo sulla comunicazione, coordinato dal giornalista di Agrisole-Il Sole 24 Ore Giorgio Dell’Orefice, emerge infatti una diversa percezione del concetto di Dieta Mediterranea nei vari paesi affacciati sul Mare Nostrum. Un area che nei confronti del concetto di Dieta Mediterranea viaggia a due velocità: tanto preciso e definito in Europa quanto evanescente e labile sulla sponda africana del Mediterraneo, nonostante venga praticata ogni giorno una “dieta” basata su piatti tipici della cultura mediterranea dove sono presenti alimenti spesso simili tra loro che si prestano anche a interessanti “contaminazioni” senza però alterare l’essenza dei piatti stessi e senza snaturare gli ingredienti che li compongono.

Il valore intrinseco che si percepisce e che viene tributato al concetto di Dieta Mediterranea è dunque molto diverso da una sponda all’altra del Mare Nostrum ed è all’origine anche di due paradossi: il primo evidenzia un atteggiamento distaccato nei confronti del concetto di Dieta Mediterranea da parte delle popolazioni arabe nei propri territori d’origine i quali però mutano il loro approccio, diventandone convinti sostenitori, una volta che questi migrano in Europa; il secondo è invece l’eccezionale sviluppo riscontrato negli ultimi anni del concetto di Dieta Mediterranea negli Stati Uniti, geograficamente e gastronomicamente lontani dal Mediterraneo, ma attenti e curiosi nei confronti del cibo e del rapporto che hanno con l’alimentazione stessa i popoli mediterranei.

Uno studio interessante, condotto dal gruppo di lavoro sulla comunicazione grazie al prezioso contributo di ogni rappresentante dei vari paesi coinvolti, che ha portato anche alla stesura di un ipotetico menù “Mediterraneo”, in cui in ogni giorno della settimana si alternano piatti delle varie cucine scandite da sapori anche molto diversi tra loro, ma sempre unite dallo stesso filo d’olio extravergine di oliva, che rimane il principale punto di contatto tra la cultura gastronomica dell’Europa continentale e della fascia africana affacciata sul Mare Nostrum.

Le conclusioni generali del Forum – che usciranno insieme a quelle del tavolo della comunicazione, dai documenti elaborati dai singoli working group Dieta mediterranea patrimonio culturale immateriale dell’umanità UNESCO, coordinato dalla Commissione Nazionale UNESCO Italia; Olio extra vergine di oliva, alimento fondamentale della dieta mediterranea, coordinato da Unioncamere, ONAOO Italia; I territori del cibo: le città dell’olio del Mediterraneo, coordinato da Associazione Nazionale Città dell’Olio Italia; L’Olivo e l’Uliveto: valore paesaggistico, coordinato da Fondazione Culturale I Percorsi dell’Ulivo Grecia; La dieta mediterranea come strumento di marketing, coordinato da Camera di Commercio di Imperia, Unioncamere Liguria Italia; L’alimentazione mediterranea come valore salutistico, coordinato da AEMO Associazione Spagnola dei Comuni dell’Ulivo Spagna; Dieta Mediterranea: elemento di educazione alimentare, coordinato da MIUR, Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca Italia; L’olio di oliva mediterraneo: paesaggi da tutelare; tradizioni e conoscenze da tramandare, coordinato da Agro-pôle Oliver de Meknès Marocco – saranno presentate sabato 19 novembre nel corso di un talk show aperto al pubblico, condotto dal giornalista di Rai 2 e curatore della rubrica Eat Parade, Bruno Gambacorta.