Il sale marino e’ quello che proviene dall’evaporazione di acqua di mare che, se sottoposto a “lavaggio”, diventa sale raffinato.
Salgemma e’ il sale delle miniere
, prodotto nel corso dei secoli.
Quale la differenza dal punto di vista nutrizionale? Il salgemma e’ cloruro di sodio, praticamente allo stato puro mentre il sale marino integrale contiene una serie di elementi quali lo iodio, utile per il funzionamento della tiroide, ma anche sostanze non desiderabili quali per esempio l’arsenico e il piombo, che possono creare allarme nel consumatore. La quantita’ di questi elementi e’ tuttavia cosi’ ridotta che non produce effetti negativi, considerato anche il modesto consumo totale di sale giornaliero (8-15 grammi).
Il sale raffinato deriva da processi di pulitura che eliminano buona parte dei minerali aggiuntivi, compreso lo iodio, il quale puo’ essere addizionato successivamente per ottenere il sale iodato.

Alcuni trovano piu’ “saporito” il sale marino integrale, altri comprano quel che trovano sullo scaffale del negozio. L’importante e’ non esagerare con il consumo, perche’ il sale lo troviamo aggiunto in molti altri alimenti e questo puo’ creare problemi a chi soffre di pressione alta. Il gozzo, malattia da carenza di iodio che colpiva le popolazioni di montagna, e’ scomparso, quindi l’uso di sale iodato, che tra l’altro volatilizza nel corso del tempo, non ha piu’ senso se non in casi particolari. Infine e’ da tener presente che i sali arricchiti o impoveriti (iposodici) costano di piu’ di quelli tradizionali.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc.