La legislazione italiana, in materia vitivinicola, consente di arricchire il mosto per ottenere una gradazione alcolica superiore, entro comunque un certo limite, ma disciplina in modo piuttosto severo i prodotti con cui il mosto stesso può essere arricchito e tra questi il saccarosio (nome della molecola di cui è composto lo zucchero che normalmente usiamo in casa) è vietato.

In altri paesi come ad esempio in Francia, l’aggiunta di questo prodotto è consentita dalla legge e viene praticata normalmente… eppure i vini francesi sono tra i più rinomati al mondo!

Gli zuccheri dell’uva che fermentano per dare l’alcol sono il glucosio e il fruttosio. La molecola di saccarosio è un disaccaride formato da una molecola di glucosio e una di fruttosio. Nell’uva, inoltre, sono contenute naturalmente piccole quantità di saccarosio che nel mosto si dividono prontamente, appena l’uva viene pigiata, in glucosio e fruttosio ad opera di un enzima che si chiama invertasi.

In ambito casalingo è quindi possibile aggiungere zucchero al proprio vino, tanto più che la legge non vieta questo arricchimento qualora il vino così ottenuto sia destinato al consumo privato di chi lo ha prodotto, senza abbassarne la qualità.

La possibile bassa qualità del prodotto ottenuto andrebbe ricercata invece in una serie piuttosto ampia di operazioni e tecnologie impiegate nel corso della vinificazione poiché solitamente chi produce queste piccole quantità per la famiglia lo fa per hobby e non può certo permettersi di spendere cifre considerevoli per attrezzature, lieviti selezionati, additivi, etc… e a volte il mancato impiego di queste cose può provocare, anche sul più genuino dei vini, malattie di origine batterica non molto gradevoli.