In India il settore di produzione vitivinicola è presente ma ha dimensioni molto limitate ed è dominato da un paio di aziende che sono praticamente le uniche, di una certa importanza e rilevanza, sull’intero territorio nazionale. Una modifica alla legislazione nazionale in materia vitivinicola avvenuta nel 2001 ha risvegliato interesse del mercato interno e un incremento della distribuzione.
Sula Vineyards è la più antica, grande, visitata e famosa cantina dell’India, leader indiscussa del mercato: controlla circa il 60% delle vendite di vino nazionale nel Paese. L’azienda vitivinicola ospita anche uno dei più importanti festival del vino indiano, Sula Fest.
I vini prodotti in India sono principalmente spumanti a base Chardonnay o Pinot noir, tra i vini tranquilli invece vengono utilizzate varietà europee vinificate in purezza o assemblate con vitigni autoctoni.
La vicinanza all’equatore e le stagioni di pioggia monsoniche non aiutano, ma il terreno argilloso e l’altezza di certi vigneti possono dare vendemmie di qualità; al momento sono in produzione solo 4 mila ettari circa di vigne.
Due in particolare sono le regioni vitivinicole indiane: Nashik nello Stato di Maharashtra e Nandi Hills in Kamataka. L’area di Nashik produce l’80% del vino indiano e ospita quasi la metà delle cantine che operano nel Paese (oltre 40 su 96). La produzione annua di vino è di circa 25 milioni di litri, inclusi i vini fortificati (in genere di bassa qualità), che rappresentano comunque un’ampia fetta del totale (circa il 45%).
La pubblicità di alcol non è consentita in India, ma il mercato legato agli eventi, ai tour e al turismo (hotel, ristoranti, negozi di settore) sono il mezzo che sta facendo aumentare la notorietà e il consumo del vino.
La diffusione del vino, dunque, in relazione alla numerosa popolazione, è ancora un settore con grandi possibilità di crescita.