È il paese vitivinicolo che si può considerare come il più antico e il più giovane al tempo stesso. Le radici bibliche della viticoltura in Israele sono infatti ben note e risalgono al 3000 a.C. : dalle vigne di Noè all’arrivo di Mosè nella terra promessa il quale mandò in avanscoperta alcuni esploratori che tornarono con una pianta di vite e un grappolo d’uva gigante.
In età romana si coltivava la vite e si produceva vino con tecniche piuttosto progredite per l’epoca, fino a che nel 637, per mano della dominazione arabo musulmana, venne imposto il veto al vino.

Nel 996 il califfo al – Hakim comandò di eliminare integralmente le coltivazioni a vigneto, l’intervento però dei crociati in Terrasanta modificò questa situazione per un intervallo di circa 90 anni. I difensori del Santo Sepolcro si trovarono di fronte a piantagioni abbandonate, a solchi aridi spaccati dal sole, sabbiosi, scricchiolanti nella luce perpendicolare del mezzogiorno, rare le oasi in cui sopravviveva la coltura della vite e qui avveniva grazie alle comunità cristiane. La sovranità del Corano però riprese subito il sopravvento e durò fino al XIX secolo.

Nel 1880 Edmond Rothschild, grande produttore vitivinicolo del Médoc francese, inviò dalla Francia alcuni esperti affinché istruissero alcune comunità ebraiche di coloni che avevano iniziato la viticoltura nella Palestina turca a sud di Jaffa. Il suo intervento fu determinante e grazie ai generosi finanziamenti, all’importazione di vitigni europei e all’impiego di tecnologie moderne, vennero gettate le basi per la prima forma di organizzazione vinicola israeliana: la Société Co-opérative Vigneronne des Grandes Caves. Il rilancio dell’industria vinicola israeliana partì dalle regioni di Samson sulla costa e di Shomron. I vitigni più coltivati inizialmente furono Alicante, Grenanche, Carignan, Moscato d’Alessandria, Clairette e Sémillon principalmente.
Da vent’anni a questa parte invece ha preso il via l’impianto di varietà classiche quali Cabernet, Merlot, Chardonnay e Sauvignon blanc nelle zone fresche e ad alta quota dell’alta Galilea e dell’altopiano del Golan.

Attualmente le tecnologie impiegate sono molto moderne e l’interesse e la presenza di esperti di formazione internazionale hanno rivoluzionato il mondo viticolo di queste zone. Oggi la superficie vitata conta 3920 ettari, il doppio rispetto a soli cinque anni fa, un dato che sta bene ad indicare i risultati sorprendenti raggiunti dal comparto vitivinicolo israeliano negli ultimi anni.