Qualche tempo fa mi è venuta la favolosa voglia di andare a trovare la mia amica Irinka, mia amica di penna e sono partita alla volta di Saratov. Dov’è? E’ nel sud della Russia europea sulla riva destra del Volga, capoluogo della provincia omonima, a 30 km dal confine con il Kazakistan e città chiusa agli stranieri fino al 1993. Il nome deriva dal fatto che parte della città sorge sulle alture del Volga che sono di argilla giallo scuro. La città è rimasta chiusa per molto tempo, perchè proprio lì hanno costruito la stazione MIR e altri pezzi da novanta da mandare a Baikanur, la Cape Canaveral russa. Il mio viaggio è stato piuttosto avventuroso, soprattutto perchè ero completamente sola con me stessa.

Sono atterrata all’aeroporto internazionale Sceremetievo con volo Aeroflot. Un vecchio Iliuscin scricchiolante, quasi pitturato a pennello. Era notte ancora, le luci erano fioche, ma per fortuna non c’erano molti passeggeri a quell’ora. Così ho recuperato il bagaglio, ho scritto la dichiarazione doganale e ho passato indenne la dogana. All’uscita un’orda di tassisti improvvisati, mi ha bombardato con centomila richieste di un passaggio in taxi, ancora prima di sapere dove dovevo andare. Date retta a me. Ignorateli e uscite sul marciapiede. Lì a partire dalle 7 del mattino c’è un bus navetta, che per pochi rubli vi porta alla fermata del metro Richnoi Vagzal, lì potete andare dovunque perchè il metro di Mosca raggiunge anche la periferia.

La cartina della metropolitana la trovate nelle stazioni o se fumate sui pacchetti di sigarette. Se come me, dovete raggiungere l’aeroporto Domodedovo (120 km a sud di dove siete atterrati), dovete rimanere sul metro per un’oretta circa e fare da capolinea alla stazione Domodedoskaia. Appena uscite non vi spaventate per l’aspetto della zona circostante e salite sui pulmini navetta per l’aeroporto. All’arrivo vi stupirete per la modernità dell’impianto aeroportuale. Alla biglietteria cercate di tirare sul prezzo, perchè vi offrono subito un biglietto di business class, dicendovi che la classe economica è completa.

Comprato il biglietto cercate di dare nell’occhio il meno possibile e sedetevi in attesa del volo. I display sono tutti in russo, così imparare almeno l’alfabeto cirillico vi sarà di aiuto per sapere quando comincia l’imbarco. Nella sala d’aspetto non vi fate avvicinare dai cambiavalute, né da un tizio con un pacchetto di dollari che vi dice di averli trovati in terra, ma non sa se sono veri. Nel caso aveste dei dollari non glieli mostrate, perchè come il gioco delle tre carte ve li prende e vi rifila un biglietto falso. Se non avete rubli, aspettate che apra la banca dell’aeroporto e non temete. Dopo il check-in si passa al metal detector e poi in una sala d’aspetto per passeggeri, da dove chiameranno il vostro volo e vi imbarcherete.

Ora siete a Saratov! Tutto o quasi in questa città è dedicato allo scrittore Cerniscevski, che è nato proprio laggiù. Vicino all’aeroporto c’è il quartiere popolare SKI, dove ammirerete l’architettura sovietica degli anni 60. Le strade non sono asfaltate e tutto intorno vedrete una miriade di garage, dove non ci sono macchine, ma le provviste per l’inverno. Sì, d’inverno per il freddo, i costi proibitivi e la penuria di generi alimentari, le persone danno fondo alla scorta fatta d’estate. Non comperano un scatola di zucchero, ma un sacco da 50 kg, e così per farina, patate e il resto è conservato in grandi barattoli. Alla fine del quartiere c’è un vecchio tank, montato su un piedistallo. Quella è via dei “Tankisti”, che poco più giù diventa via Astrakanskaia e vi conduce fino in centro. Lì c’è il conservatorio, l’ambasciata tedesca all’interno dell’hotel Volga, il parco. Non lontano c’è il circo al coperto dedicato ai fratelli Nikitin con una splendida fontana. Se volete camminare potete raggiungere in poco tempo il lungo Volga, dove all’inizio c’è una statua di Gagarin, che proprio da queste parti atterrò 40 anni fa, dopo il viaggio in orbita.

A circa 30 km da Saratov c’è il posto dell’atterraggio con un monumento. A Saratov c’è anche una prestigiosa università e vari istituti professionali, perchè l’obbligo scolastico arriva alla maggiore età. La gente è molto colta, persino la venditrice di semi di girasole, la trovi con un libro in mano, e non è un romanzetto rosa. Nelle fabbriche ci sono biblioteche, come pure in ogni quartiere.

Per le strade ci sono molti mercatini improvvisati. Vendono pelmeni, una specie di tortellini, gelati confezionati, artigianato locale, pesce secco del Volga. Gli acquisti convenienti si fanno al bazar, dove si vende di tutto. Nei negozi normali, pochi possono andarci e anche chi può va al bazar, perchè è meno caro. Sono entrata anch’io nei negozi. Prima in un negozio di latticini e affettati per comprare il latte, poi in una farmacia e all’ufficio postale. Tutti rimanevano sbalorditi dal fatto di vedere una straniera, perchè non è certo una città turistica. Alcuni negozi non li puoi visitare,perchè hanno una finestrella sulla strada e da lì chiedi quello che ti serve. Ci sono poche auto in giro, qualcuna è occidentale, ma per lo più si tratta di vecchie Zigulì e Volga. Le strade non sono un granché, perchè il gelo e la neve le corrodono e nonostante i pozzi di petrolio che si vedono dall’aereo atterrando, pare che siano a corto di bitume per ripararle. Molti si spostano con il servizio urbano. Il biglietto del tram costa solo un rublo e mezzo, circa 150 lire….. pardon solo 0.09 euro.

Il mangiare è assolutamente ottimo, soprattutto se siete vegetariani. La carne e il pesce sono cari, come pure latte e formaggio, così raramente li troverete sulla tavola di un Russo normale. Io ho vissuto laggiù in una casa privata e per due settimane mi sono trasformata in Tom Hanks di Cast away. Privata delle nostre centomila comodità, sono stata benissimo, perchè la gente laggiù è vera, nessuno si alza la mattina per studiare come fregarti. Sono leali e i sentimenti significano ancora qualcosa. Se non vi ho spaventato tentate la mia stessa avventura, sono pronta a fornirvi tutti i particolari che vi servono e ad aiutarvi. Potete scegliere anche Mosca, ma a parte qualche tratto sovietico dell’architettura, ci trovate le stesse cose che vedreste o mangereste a Roma, Londra, Parigi. Perciò riempite una piccola valigia, armatevi di pazienza e di spirito di avventura e partite alla scoperta di un mondo vicinissimo a noi eppure più sconosciuto di Rapa-Nui.
Da svidania!