Dagli spalti del castello si perde all´orizzonte un paesaggio ondulato e verde: brughiere, fiori di campo, bacche di ginepro, alberi di tiglio. Altri castelli in lontananza, torrioncini di pietra, merli, potenti bastioni di difesa. È il paesaggio che ricorda i secoli lontani in cui dominavano gli Staufer, duchi, poi re, poi imperatori, che hanno governato e unificato gran parte dell´Europa dal Mar Baltico alla Sicilia.

Cuore dei loro possedimenti una piccola area nel Giura Svevo, vicino a Stoccarda, nel Baden Wuttenberg, il land che oggi raccoglie oltre 400 castelli e fortezze medievali, la maggiore concentrazione di tutta la Germania.

Con un percorso di 200 chilometri tra colline rilassanti e borghi pittoreschi, si rivivono le tracce di una storia memorabile. Solo trent´anni fa, a seguito di un´importante mostra svolta a Stoccarda sulla epopea degli Staufer, é nato l´itinerario che unifica la loro presenza in questa zona. Una presenza che qualche volta é davvero esile e richiede uno sforzo di fantasia, qualche volta é imponente e grandiosa, qualche volta eroica, qualche altra fiabesca.

In cima al monte Hohenstaufen più di 900 anni fa si alzava una fortezza, il primo e il più antico fra gli edifici documentati di età sveva, onorato da sette re e imperatori della dinastia, di cui oggi non rimangono più che le tracce delle fondazioni. Le nostalgie romantiche nel 1800 fecero di questo luogo un paesaggio mitico carico di memoria storica e di antichi splendori. Un luogo ideale per cogliere a 360 gradi la corona di queste colline abitate in epoche lontanissime, in un territorio coperto in origine da acqua e fango: le alture permettevano di dominare dall´alto, avvistare, difendersi e dal nome del monte, come si usava allora, derivò il nome della dinastia.

Hohenstaufen conserva le tracce del castello più antico che si può solo rievocare con l´immaginazione, ma il castello di Buren a Wascherburg invece è intatto, solido e imponente con la sua struttura trapezoidale, dominata dal mastio, con le pareti in pietra erte e sporgenti per impedire l´accesso ai nemici. Oggi conserva una bella esposizione di documenti e immagini che rievocano la vita di corte. Fondamentali per la storia d´Europa i secoli tra l´undicesimo e il tredicesimo: guerrieri e menestrelli, dame ed eroine, cacce col falcone e tornei cavallereschi, lotte cruente e battaglie diplomatiche.

Gli Staufer, pure in un arco di tempo relativamente breve, dal 1138 al 1250, dettero all´Europa due grandi imperatori dello stesso nome: Federico I Barbarossa fondatore dell´impero ed erede della tradizione romana e Federico II, illuminato, colto, laico, abile integratore di culture differenti. Entrambi intrecciano il loro destino con l´Italia. Il Barbarossa, nel suo scontro epocale contro i comuni del nord Italia che riuscirono a bloccare la sua avanzata a Legnano, Federico II con la sua splendida corte di Palermo e la grazia armoniosa degli artisti e dei poeti che accolse generosamente e con la serie di castelli che fondò lungo le coste pugliesi. Il suo destino doveva concludersi proprio qui, a Castel Fiorentino, dove non avrebbe mai pensato di morire, sebbene una profezia gli avesse annunciato che gli sarebbe stato fatale il “fiore” di un albero. In questa regione tedesca legata agli Staufer, mentre si visitano rocche medievali, ecco emergere le testimonianze di gemellaggi con città italiane, a dimostrazione che la storia d´Europa supera separazioni e confini anche nei secoli più remoti.

Bari ha donato a Hohenstaufen una colonna in marmo a forma ottagonale che ricorda gli otto lati di Castel del Monte, Foggia é gemellata con la città di Goppingen, dove la fontana nella piazza centrale è decorata dall’arcangelo Michele, patrono del Gargano.
Nel castello di Wascherburg si conservano modelli dei castelli federiciani pugliesi, nei codici sono raffigurati i banchetti di Palermo, le dispute filosofiche tra filosofi arabi e cristiani, gli svaghi cortesi celebrati anche nelle prime poesie della scuola siciliana. L´iconografia è intrigante: lo scettro elegantissimo in forma di falcone, il Barbarossa in riccioli e toga come un imperatore romano nella famosa statua dorata Cappenberg, conservata in Westfalia.

A Wascherburg ogni anno, nell’ultimo weekend del mese di giugno, si svolgono due giorni di tornei e sfide a rievocare l´atmosfera medievale. Festa per grandi e piccoli che dimostra la socialità della gente sveva, tra accampamenti, falò, esercitazioni di arcieri, grandi bevute di birra in boccali a forma di corno. I costumi ricordano, con la loro fantasia pittoresca, una vaga epoca barbarica cui gli Svevi erano agli albori della loro potenza e dovevano ancora ingentilirsi. Ma nel gioco della rievocazione si intrecciano la violenza barbarica, l´eleganza degli stemmi cavallereschi, armature luccicanti, stendardi al vento, velluti cangianti negli abiti delle damigelle.

Elegantissimo é anche lo stemma degli Staufer, tre leoni neri in campo giallo che riprendono l´originario leone rampante, simbolo di potenza e di eroismo. E’ un’immagine ancora presente nel logo odierno del Baden Wuttenberg, per ricordare l´importanza di questa dinastia, come simbolo di unità.

Castelli e castelli lungo le alture del Giura Svevo: tutti legati agli Staufer per possedimento diretto o perché donati ai loro ministeriali, che li avevano serviti fedelmente. Così Katzenstein, ricostruito oggi intorno all’altissima torre originale e alle cappelle che conservano preziosi affreschi del dodicesimo secolo in stile vagamente bizantino: paradigma di ogni fortezza sveva con la sua funzione di dimora e luogo di difesa, con i suoi cortili interni, i bastioni, le feritoie.
Il “gatto” domina ovunque, nello stemma della famiglia, nelle incisioni sulle pietre dell´ingresso, nei piatti che vengono utilizzati all´interno della cantina dove vengono allestiti divertenti banchetti medievali, alla luce di torce e di un caminetto fiammeggiante.

Ai piedi delle fortezze e dei castelli del Giura Svevo, lungo le valli dei fiumi Rems e Fis, anche le città parlano degli Staufer.
A Schwabisch Gmund, la più antica città fondata da questa dinastia e nominata per la prima volta in documenti del 1162, la chiesa di San Giovanni che risale al 1220 ricorda nel fregio degli archi a tutto sesto dell’abside e nelle sculture le caratteristiche più tipiche dell’arte romanica sveva, così come la collegiata di Faurndau.
A Goppingen la chiesa di Oberhofen conserva un affresco che testimonia la più antica veduta del castello di Hohenstaufen, a Geislingen si rintraccia la struttura delle città degli Staufer: al centro uno slargo della strada principale per creare il mercato, piccole strade perpendicolari che lo circondavano, e qui, a Geislingen, una antica dogana per far pagare il pedaggio in una delle tappe commerciali più importanti d’Europa.

Un´altra tappa fortemente simbolica di questa remota epopea é il monastero di Lorch, dove riposano in un sarcofago in pietra i resti di personaggi gloriosi: un´unica tomba e tanti ritratti sulle pareti del monastero che colgono le caratteristiche somatiche più o meno leggendarie dei vari personaggi.
Altrettanto sorprendente è un quadro monumentale circolare dipinto solo 10 anni fa dal pittore Hans Kloss in un edificio vicino, che raffigura l’ascesa e la caduta della dinastia sullo sfondo di castelli, boschi, monasteri, compreso l’attraversamento delle Alpi da parte dell’imperatore Federico Barbarossa, con tutta la variopinta folla di figure e figurine in costume che fanno sognare quest’epoca leggendaria.

Una storia gloriosa e illustre che doveva concludersi tragicamente con l’ultimo degli Staufer, Corradino di Svevia, decapitato a Napoli nel 1268. Tra Goppingen e Donzdorf si innalza una ripida altura con le rovine del castello di Staufeneck, realizzato tra il 1220 e il 1250, di cui rimane uno splendido torrione romanico alto più di 30 metri, dalle pietre in bugnato e intagliate con cura. Oggi ospita Burg Staufeneck, un elegante hotel cinque stelle delle famiglie Schurr e Straubinger. Una vista mozzafiato sulla pianura sottostante, caprioli e cerbiatti che scorrazzano nel parco privato, un giardino ricco di sculture di artisti moderni e una serie di edifici dell’antico maniero, come il fienile e i magazzini del grano, trasformati in dépendances o junior suite.
Ma l’esperienza imperdibile é una cena nel ristorante gourmet dell’hotel, luogo di eccellenza nell’itinerario tra Stoccarda e Monaco, dove regna lo chef Rolf Straubinger, una stella Michelin. Dalla sua creatività piatti che fondono fegato con aroma di tartufo, assaggi di paté sovrapposti con un sofisticato gusto cromatico, puré di peperoni e carciofi, trota arrostita nel bacon e bocconi di guancia di maiale, lupo di mare con raviolini verdi (www.burg-staufeneck.de).

Per viaggiare nel Giura Svevo si possono trovare informazioni sul sito www.schwaebischeralb.de