“La Ciociara” che raccontava invasioni e sfollamenti, terra bruciata e violenze, oggi avrebbe altri sfondi. Distesa tra catene di monti dai nomi antichi, Ausoni, Lepini, Aurunci, la Ciociaria è una terra dolce e rilassante, tutta in provincia di Frosinone, famosa tra gli intellettuali del ‘700 e ´800, che nel Grand Tour scendevano dal Nord Europa a scoprire la classicità italiana. In Ciociaria percepivano con stupore la presenza di popolazioni antichissime preromane, che manifestavano un segno della loro forza nelle mura ciclopiche o pelagiche a difesa delle loro città primitive.

Alatri, Anagni, Ferentino, le cosiddette “città di Saturno”, conservano ancora, anche in ottimo stato, lunghi tratti di mura composte da massi enormi legati senza calce con precisione millimetrica, alcuni dei quali arrivano a pesare venti tonnellate. Un mistero preistorico? Forse sì, se è vero che l´Acropoli di Alatri ripercorre addirittura la forma della costellazione dei Gemelli, posizionando le porte d´ingresso in città esattamente in corrispondenza dei solstizi. Le mura ciclopiche così ben conservate sostengono alti muraglioni di epoca romana, che a loro volta sono sovrastati da imponenti arconi medievali.

In questa Ciociaria distesa placidamente tra le colline nella valle del Sacco e del Liri, si dispongono stratificazioni storiche che lasciano attoniti. Il Medioevo parla in ogni angolo: nei sottoportici bui e un po´ misteriosi, nei vicoletti tortuosi dal pavé sconnesso dove sembra impossibile che passino macchine e motociclette, nelle scalinate ripide, nei palazzi in pietra che raccontano lotte di potere.

Il centro di Anagni è un luogo simbolo: uno accanto all´altro si accostano il palazzo dei Papi, dove si verificò il famoso “schiaffo”, l´offesa sanguinosa di Sciarra Colonna al Papa Bonifacio VIII nel 1303, la cattedrale del 1200, l´alto campanile isolato a bifore e trifore, l´originale battistero pensile. E la cripta della cattedrale da sola vale un viaggio in questa parte del Lazio: una vera cappella Sistina del 1200, che decora interamente soffitti e pareti, colonne e architravi, con un ricchissimo ciclo di affreschi attribuiti a tre differenti maestri, con immagini dell´Apocalisse e tematiche filosofiche relative alla teoria dei quattro elementi e alle dottrine della scuola medica salernitana.

I palazzi in pietra hanno l´imponenza di fortezze usate sia dal potere religioso che dal potere politico per affermarsi e nel contempo difendersi. Siamo ben lontani dalle corti aperte e gentili del Rinascimento: qui il Medioevo ci parla di assedi, torture, scomuniche. Anche un Papa santo come Celestino V, chiamato a Roma dalle sue meditazioni di eremita, fu imprigionato e nascosto nelle segrete di un castello dove poi morì.

E’ il castello di Fumone dei marchesi Longhi De Paolis, discendenti di Bonifacio VIII, che hanno trasformato il castello fortezza in una dimora principesca, ottenendo dal Papa il privilegio di essere tuttora custodi della cappella e della prigione di Celestino. Fumone è un paesino minuscolo che da lontano si riconosce per un pennacchio di abeti in cima ad un cocuzzolo. In realtà è il giardino pensile costruito in cima al tetto del castello dei Marchesi che domina la pianura e uno spettacolare panorama e permetteva di avvertire prontamente dell´arrivo dei nemici in lontananza. www.castellodifumone.it.

Paesini minuscoli e pittoreschi che hanno la loro storia da raccontare. A Fumone nell´osteria del barone l´oste e due bravissimi attori del teatro di strada accolgono gli ospiti con un racconto dell´epopea dei briganti che difendevano queste contrade.

A Veroli, tra piazzette in pietra e absidi nascoste dietro fiori rosa, il dottissimo direttore, Paolo Scaccia Scarafoni, racconta la storia appassionante di Monsignor Vittorio Giovardi che regalò ai suoi concittadini la ricca biblioteca Giovardiana, la prima biblioteca pubblica del Lazio meridionale istituita nel 1773. Nella Certosa di Trisulti Fra’ Domenico racconta tutte le virtù delle erbe che poi si trasformano nella foresteria della Certosa nei liquori Alpestre, Amaro Mille erbe, Millefiori, Sambuca, Anisetta, Gocce Imperiali.

A Piglio, un paese nella Via del vino Cesanese, Manfredi Berucci riceve nella sua incredibile casa medievale dislocata su sei piani, con una suggestiva sala da pranzo ricavata nei locali del vecchio frantoio, raccontando la storia degli archivi della famiglia, dei frantoi e dei vigneti che producono un eccellente rosso dal nome originale “Sotto il cielo 2002”

Golosità

A passeggio tra i vicoli medievali delle cittadine ciociare, le soste sono tutte golose: formaggi di pecora, di capra e di bufala, norcineria di tutti tipi, paste fresche condite con sugo alla cacciatora e ricotta stagionata, abbacchio e tartufo bianco, ciambelle dolci all´olio e al vino, biscotti alle mandorle e miele.

E’ una vera esperienza da buongustai una cena presso lo stellatissimo ristorante “Colline Ciociare” Acuto.
Un bel convento riportato a nuova vita nel centro di Veroli, affacciato come un balcone sulla vallata del Liri è diventato l’Antico Palazzo Filonardi: zuppe di broccoletti e cannellini di Atina, coniglio alle olive, cime di rapa strascicate al Cesanese, crostata di ricotta di pecora, le immancabili ciambelline al vino.
Oppure potete provare l’Osteria “La taverna del barone” a Fumone.

Per visitare la Ciociaria, molto interessante la Ciociaria card Weekend. Per informazioni: Azienda di promozione turistica della provincia di Frosinone, tel 0775/83381 – www.ciociariaturismo.it