Menhir Pisignano
Dolmen Scusi Minervino
Menhir Polisano
I massi della Vecchia
Menhir della Lete
Masso
Dolmen Pescoluse
Dolmen Giurdignano

…a due passi dai Balcani e incuneato nell’azzurro del mar Mediterraneo. Uno dei tanti innumerevoli percorsi che si possono fare nella verde e a volte brulla campagna salentina è quello legato alla così detta civiltà megalitica.

Infatti in particolare nel Salento leccese, molti trulli costruiti con la caratteristica formazione circolare che parte dalla base fino al terrazzo, furono fatti in tempi remoti con pietre a secco senza l’utilizzo di malta. Ricordiamo che proprio questi nel Salento sono simili ai tholos greci da cui deriva il nome “trullo” e molto simili ai nuraghi sardi.

I vari trulli in pietra, secondo le caratteristiche per cui venivano utilizzati, avevano diversi nomi (pajari, furneddhi, ecc.); altri monumenti megalitici sono i dolmen dalla parola celtica dol=tavola e men=pietra, una sorta di tavolo in pietra formato principalmente da due grosse lastre conficcate nel terreno ed una grande lastra posta orizzontalmente su di esse ed una serie di pietre a secco a chiudere quello che molti pensano sia un monumento funebre: in alcuni di essi, però sono state ritrovate nel lastrone di copertura, chiari segni come canalette od altro che fanno pensare che su di essa venivano svolti sacrifici a qualche dio pagano.

Altro mistero megalitico sono i menhir, anche qui dal celtico men=pietra hir= lunga o fitta, una sorta di parallelepipedo cavato dalla roccia sottostante: generalmente fuoriesce per due terzi della lunghezza della roccia, raggiungendo misure anche di 5 metri come nel caso del menhir Santu Totaro a Martano, il più grande della regione. I menhir, veri e propri simboli fallici, legati probabilmente ai riti della fertilità, alle volte sono posti in alcune zone in modo da fungere da grosse meridiane oppure alcuni di essi segnano il passare delle stagioni proiettando l’ombra sul terreno. Sicuramente sia i dolmen che i menhir erano legati a culti che riguardavano il dio Sole, non a caso le facce più larghe del menhir sono orientate est-ovest e l’ingresso del dolmen è sempre ad est.

In particolare i dolmen ed i menhir sono concentrati principalmente in un’area intorno ad Otranto, molto ricca di questi monumenti megalitici, ma anche di cripte rupestri affrescate dai monaci brasiliani, lauree e cenobi.

Non molto distante da quest’area sono impressionanti alcuni enormi massi denominati “Massi della Vecchia” che si trovano all’interno di un oliveto: essi hanno forme talmente strane da aver alimentato storie e leggende legate alla Vecchia, una fattucchiera famosa nella zona che nascondeva un tesoro composto da 12 chiocciole d’oro, tesoro che nel Salento viene chiamato “acchiatura” (cosa trovata).

Per impadronirsi di questo tesoro bisogna affrontare la vecchia, moglie tra l’altro dell’Orco Nanni, il 24 di Giugno, giorno di S. Giovanni, quando appisolata come al solito su un’ enorme pietra a forma di cuscino, medita sulle sue scorrerie notturne.
Una volta svegliata bisogna rispondere esattamente alle 3 domande che la vecchia megera pone al malcapitato di turno che, senza distogliere lo sguardo, dovrà rispondere esattamente senza pause, altrimenti questo poveraccio viene pietrificato e diviene anche lui una delle tante pietre che costituiscono il paesaggio all’interno di questo uliveto.

Ci sono altri modi per conquistare un tesoro nascosto nel Salento ma questo ve lo spiegherò quando verrete di persona a vedere questi enormi monumenti megalitici.

Sempre nello stesso uliveto vi è un altro enorme masso a forma di fungo, legato anche questo a leggende che riguardano la vecchia ma che riguardano anche il mitico Ercole che qui a pochi chilometri di distanza fu protagonista dell’uccisione di due enormi giganti la cui putrefazione ha dato origine alle acque sulfuree di S.Cesarea Terme. Un’ altra enorme pietra a forma di piede, pare quello dello stesso Ercole, è lì a testimoniare che spesso leggende e storia si intrecciano.

Altro fenomeno megalitico presente nel Salento sono i muretti a secco che servono a delimitare le strade di campagna ed i confini delle antiche centuriazioni romane creando un paesaggio suggestivo.

Per ultimo è interessante segnalare un nemanthol cioè una pietra forata posta al centro di una chiesina di campagna nella zona di Calimera, attraversare strisciando sul pavimento questa pietra porta molta fortuna e procura una grande emozione…

By Raimondo Rodia