A volte basta davvero poco per stare al fianco dei vostri bambini, piccoli gesti per aiutarli a gestire situazioni traumatiche e ad affrontare la paura di dormire un’altra notte fuori casa.

L’esperienza traumatica del terremoto sta entrando nella vita di tanti bambini che oggi si trovano a dovere affrontare sensazioni prima sconosciute come la paura o a gestire un trauma.

Una prima indicazione fondamentale è spiegare ai bambini che nonostante la paura che ci fa il terremoto, ci sono molte persone esperte che sono in grado di aiutarci: vigili del fuoco, protezione civile, medici, croce rossa, ovvero tranquillizzarli sul fatto che non sono soli. Va detto loro il terremoto è un evento naturale che si può affrontare, perché esistono precauzioni e comportamenti da seguire, che ci salvano la vita.

Civilino e il terremoto

Questo è un bellissimo video del Progetto didattico del Gruppo Volontari di Protezione Civile di Bastia Umbra e dell’Associazione di Protezione Civile Pietralunghese.
Mostratelo a tutti i vostri bambini: si tratta di un cartone animato che vuole essere un insegnamento divertente ed accattivante per tutti i bambini, e non solo, per illustrare loro come comportarsi in caso di terremoto.
Civilino, la mascotte della Protezione Civile, ci illustrerà assieme al piccolo Marco, tutte le procedure per evitare danni in casa, sulle scale, a scuola, in strada e in altre situazioni di pericolo.

I consigli di Telefono Azzurro

Un “evento traumatico” è un’esperienza negativa che può minacciare la vita o la salute propria o delle persone che si amano. Il terremoto espone molti bambini e adolescenti all’esperienza del lutto, della perdita della casa e delle proprie abitudini, alla visione di immagini drammatiche. È normale, in queste situazioni, provare paura intensa, senso di impotenza, di angoscia, di confusione che possono però scomparire in breve tempo, grazie anche al supporto e alla vicinanza di persone affettivamente importanti. Primi fra tutti i genitori.

Ecco alcuni consigli per aiutarvi a gestire il trauma dei vostri piccoli:

  • trovate il tempo e la tranquillità necessari per stare insieme ai vostri figli e parlare con loro;
  • ascoltate le loro domande, anche se ripetitive e insistenti, e rispondete loro con sincerità;
  • evitate il più possibile di mostrare la vostra ansia e le vostre preoccupazioni;
  • scegliete parole semplici e utilizzate esempi concreti e comprensibili per i bambini per spiegare quello che sta succedendo;
  • rispettate le emozioni e le paure dei bambini, anche se possono sembrare eccessive o irrazionali;
  • evitate che i bambini siano esposti a situazioni che ricordano l’evento traumatico vissuto: ne è un esempio essere ripetutamente esposti a dolorose immagini televisive;
  • prestate attenzione alla maniera in cui l’ansia può esprimersi nei bambini: mal di testa o mal di pancia ricorrenti, senza che sia identificata alcuna causa organica, posso essere sintomi del trauma

Per genitori di piccoli fino a 6 anni:

  • state loro molto vicini, evitando separazioni a meno che non sia strettamente necessario;
  • rassicurateli e fateli sentire protetti, mostrandovi il più possibile tranquilli;
  • dedicatevi insieme a loro ad attività rilassanti, come leggere una fiaba, passeggiare, giocare, ascoltare la musica

Per i bambini delle scuole primarie:

  • ascoltate i bambini quando desiderano parlare, accogliendo le loro domande e fornendo risposte chiare e semplici;
  • aiutate i bambini a dare un nome alle emozioni, per riuscire a definirle e quindi a gestirle;
  • rassicurateli sul fatto che è del tutto normale sentirsi tristi e arrabbiati e che non si devono sentire “cattivi” o “sbagliati” se sperimentano queste emozioni

Per preadolescenti e adolescenti:

  • date loro supporto e rispettate sempre il loro punto di vista e le loro emozioni;
  • fateli sentire importanti nel processo di ritorno alla normalità, valorizzando il loro aiuto e le loro capacità;
  • prestare attenzione a eventuali comportamenti aggressivi o autodistruttivi e, qualora tali atteggiamenti persistessero, fatevi aiutare da un esperto

Telefono Azzurro, anche nell’emergenza, è vicino ai più piccoli, mettendo a disposizione dei bambini e dei loro genitori l’assistenza telefonica attraverso le sue linee. Chi ha bisogno di un confronto può chiamare le linee di ascolto digitando i numeri 19696 – rivolto a bambini – e 199151515, per i grandi.

Oppure può accedere attraverso il sito www.azzurro.it alla chat, dove ogni pomeriggio persone esperte di bisogni di bambini e ragazzi sono pronte a rispondere alle loro richieste.

Le dieci regole di Save the Children

Anche Save the Children, al fine di fornire ai bambini il necessario supporto psicologico, ha messo a punto delle linee guida sulla protezione dei minori, utilizzate a livello internazionale in tutte le emergenze.

1. Evitare che i bambini stiano troppo davanti alla televisione: continuare a veder immagini del disastro non aiuta i bambini a superare il trauma, perché potrebbero non capire che si tratta di immagini registrate e pensare che l’evento catastrofico sia ancora in corso.

2. Ascoltare attentamente i bambini: prima di fornire loro informazioni, cercare di capire qual è la percezione dell’evento e quali i loro interrogativi in merito. Iniziare a dialogare con loro per fornire delle spiegazioni chiare di quanto accaduto, che siano comprensibili in base all’età, lasciando che esprimano le proprie preoccupazioni e tranquillizzarli.

3. Rassicurare i bambini e fornire loro il primo supporto psicologico: rasserenarli spiegando loro quello che si sta facendo per proteggerli, nonché informarli che durante un’emergenza la cosa che si considera prioritaria è aiutarli, affinchè si sentano al sicuro.

4. Accettare l’aiuto di esperti: in caso di vittime in famiglia è importante considerare di rivolgersi a personale specializzato per aiutare sia i bambini che gli altri membri della famiglia a superare il trauma della perdita. Inoltre, anche se non hanno sperimentato direttamente questo shock, bisogna considerare che i bambini possono essere stati turbati da scene che hanno visto o storie che hanno ascoltato. I genitori devono prestare particolare attenzione ad ogni cambiamento significativo nelle abitudini relative a sonno, nutrizione, concentrazione, bruschi cambiamenti d’umore, o frequenti disturbi fisici senza che ci sia un’apparente malattia in corso, e in caso questi episodi non scompaiano in un breve lasso di tempo, si consiglia di rivolgersi a personale specializzato.

5. Aspettarsi di tutto: non tutti i bambini reagiscono allo stesso modo ad eventi traumatici e con lo sviluppo, le capacità intellettuali, fisiche ed emozionali dei bambini cambiano. Se i più piccoli dipendono dai propri genitori per avere la chiave d’interpretazione di quanto accaduto, quelli più grandi e gli adolescenti attingono informazioni da varie fonti. Tener presente che soprattutto gli adolescenti possono essere maggiormente colpiti da queste storie proprio perché in grado di capire meglio. Benché i ragazzi più grandi sembrano avere più strumenti a loro disposizione per gestire l’emergenza, hanno comunque bisogno di affetto, comprensione e supporto per elaborare l’accaduto.

6. Dedicare tempo e attenzione: i bambini hanno bisogno di sentire che gli adulti di riferimento sono loro particolarmente vicini e di percepire che sono salvi e al sicuro. È fondamentale parlare, giocare con loro e soprattutto ascoltarli, trovare il tempo per svolgere apposite attività con i bambini di tutte le età, leggere loro storie o cantare l’abituale ninnananna per farli addormentare.

7. Essere un modello: i bambini imparano dai grandi come gestire le emergenze. Occorre essere attenti ad esprimere le proprie emozioni di fronte ai bambini a seconda della loro età.

8. Imparare dall’emergenza: anche un evento catastrofico può essere un’opportunità di far capire ai bambini che tutti viviamo in un mondo dove possono accadere queste cose e che in questi momenti è essenziale aiutarsi l’un l’altro.

9. Aiutare i bambini a ritornare alle loro normali attività: quasi sempre i bambini traggono beneficio dalla ripresa delle loro attività abituali, dal perseguire i propri obiettivi, dalla socialità. Quanto prima i bambini ritorneranno al loro ambiente abituale e meno si continuerà a parlare del sisma, più riusciranno a superare velocemente il trauma.

10. Incoraggiare i bambini a dare una mano: aiutare gli altri può contribuire a dare ai bambini un senso di sicurezza e controllo sugli eventi. Soprattutto gli adolescenti possono sentirsi artefici di un cambiamento positivo. È pertanto importante incoraggiare i bambini e i ragazzi a dare il loro aiuto alle organizzazioni che assistono i loro coetanei.

Non chiamarmi terremoto

«Non chiamarmi terremoto», è una una docu-fiction che usa un linguaggio narrativo per raccontare e spiegare cos’è un terremoto e cosa possiamo fare per ridurne gli effetti, è stata prodotta da formicablu assieme a Ethnos film e a EDURISK, un progetto educativo per la riduzione del rischio.
Con la partecipazione di persone normali e di attori famosi, questa docu-fiction, realizzata dopo il terremoto de L’Aquila, è una storia che non è destinata alla prima infanzia; è invece molto adatta ai ragazzi a partire dalle scuole medie, ai loro genitori ed è perfetto da mostrare anche ai nonni e ai loro amici, che temono il terremoto più dei ragazzi.

Infine, Giunti libri per bambini ha creato questi testi, scaricabili online in PDF, sui terremoti: