Casalciprano è un piccolo borgo di poco più di 500 abitanti nell’Alta valle del Biferno.

Il paese, arroccato su un’altura panoramica aperta sulla valle, ha un centro storico antico nel quale sono ancora vive le tradizioni rurali del Molise interno.

Proprio la natura agricola e contadina di questo paese è stato il tema intorno al quale è nato un bellissimo progetto museale grazie al quale, oggi, Casalciprano ospita l’unico museo diffuso del Molise.

Il museo “diffuso”

Fin dagli anni ’80 la comunità di questo piccolo borgo è stata protagonista di diverse mostre, convegni e seminari per raccontare quella civiltà contadina che andava sparendo, anche nella memoria.

Tra le varie iniziative, nel 2010, il paese ha accolto uno dei primi progetti di street art per la valorizzazione del centro storico: otto murales eseguiti da sei artisti che hanno interpretato la vita contadina e le peculiarità del borgo antico.

Nel 2011, finalmente, tutte queste esperienze danno vita al Museo a cielo aperto della memoria contadina, il primo e unico museo diffuso del Molise.

Il percorso museale è allestito in parte all’esterno e in parte all’interno.

Il percorso all’esterno, che si snoda lungo le strade più suggestive di Casalciprano, illustra, attraverso tabelle esplicative, installazioni e sculture, alcune delle tradizioni locali.

Bellissima e interessante, ad esempio, la piazzetta dedicata ai giochi con installazioni in bronzo che riproducono i più popolari giochi per bambini fino al secondo dopoguerra.

Oppure, tra i più “instagrammati”, il murales della vendemmia, in un vicolo dove affacciano numerosissime cantine e dove, nel periodo di produzione del mosto, ci si può letteralmente “inebriare” con i profumi della fermentazione.

Davvero particolare il larghetto allestito nei ruderi del vecchio castello dove una serie di piastrelle in ceramica di un artigiano locale rivela tutti i “segreti delle nonne”. Una serie di installazioni racconta piccole curiosità e antichi mestieri, accompagnata da ricche tabelle esplicative e foto.

Davvero suggestiva, ad esempio, la statua della lavandaia, posizionata in una piazzetta in cui, in estate, le signore del vicinato stendono i panni.

Ogni installazione, infatti, è stata pensata in dialogo con l’esistente, con la comunità che ancora vive negli stretti vicoli del centro storico.

Là dove non arriva il museo, c’è la realtà.

Il paese, infatti, sembra essersi fermato nel tempo. Basta affacciarsi alle piccole finestrelle delle basse casette per scoprire antiche cantine, rimesse per attrezzi agricoli, piccole stalle, cucine e botteghe artigiane.

La vita contadina

Il percorso all’interno racconta in modo molto profondo e mai banale momenti importanti della vita contadina. Questo percorso può essere visitato soltanto con la guida di un’associazione locale per un’esperienza ancora più immersiva nei ricordi e nelle tradizioni.

L’allestimento è teatralizzato con scenografie, manichini, miniature, teatrini e musiche che accompagnano le varie scene.

Gli oggetti utilizzati per gli allestimenti, gli abiti, i mobili, gli attrezzi sono tutti originali, regalati dagli abitanti di Casalciprano. Nove stanze, allestite da artigiani professionisti, riproducono vari momenti della vita quotidiana con manichini a grandezza naturale.

È estremamente suggestivo l’“angolo degli orrori”, nel quale sono rappresentate molte delle superstizioni popolari.

Le scene raccontano con grande attenzione sentimenti di altri tempi come la gioia del capocanale, la festa di fine raccolto oppure il dolore della madre che riceve la notizia del figlio morto in guerra. Bellissima la scena della  serenata, teatralizzata con musiche e canzoni a tema.

Il museo è esperienziale, grazie al dinamismo di alcune installazioni, e permette al visitatore di cogliere aspetti che oggi, purtroppo, non sono più così consueti nel paese a causa dello spopolamento e delle mutate abitudini.

La vita nel vicolo è rappresentata da una scena in cui vari manichini sono intenti alle attività quotidiane: una bambina che fa i compiti, un calzolaio che ripara le scarpe, delle signore che parlano tra di loro sedute sull’uscio.

Il museo, unico nel suo genere, racconta in modo leggero e mai superficiale una realtà paesana antica, arcaica quasi, che per molti secoli ha caratterizzato la civiltà contadina molisana.

Curiosità sui volti dei manichini

I volti dei manichini utilizzati per le ambientazioni interne del museo sono stati realizzati prendendo come modelli gli abitanti del paese.

In particolare, i visi sono stati modellati grazie a dei calchi in silicone appositamente realizzati: una scelta singolare che preserva ulteriormente la memoria storica di questa piccola comunità anche nei volti di alcuni dei suoi cittadini.

Info: molisensi.com