Esce nell’anniversario della caduta di Zine al-Abidine Bin il nuovo libro di Ilaria Guidantoni sulla transizione tunisina del post-rivoluzione
Il 14 gennaio 2011 Zine al-Abidine Bin ‘Ali veniva deposto dalla spinta rivoluzionaria. A due anni dalla “rivoluzione dei gelsomini” la giornalista Ilaria Guidantoni prova a delineare una fotografia della transizione in corso, con i suoi chiaroscuri e le sue contraddizioni. Il libro “Chiacchiere, datteri e thé. Tunisi, viaggio in una società che cambia” è il primo della collana Revolution di Albeggi Edizioni, libri di attualità e guide per viaggi intelligenti, mappe per capire i cambiamenti politici, sociali e culturali in fieri nel mondo. Quella tunisina è una rivolta compiuta, l’unica del mondo arabo portata alle estreme conseguenze e la prima del Xxi secolo, scrive l’autrice. Ora viene il momento più arduo da raccontare perché estremamente difficile da capire, quello della transizione verso la nuova Costituzione e le elezioni per il primo Governo regolare. Nessuno sa quanto durerà, né dove porterà questa fase nuova e complicata. I partiti navigano a vista e c’è il desiderio di ritrovare l’identità nella tradizione religiosa; questa è una delle chiavi per comprendere l’ascesa di Ennahda, formazione politica islamista simile alla nostra Democrazia Cristiana degli anni ‘60.
Di fatto, il partito di maggioranza relativa. La Tunisia è sempre stata un mosaico di fedi e inclinazioni e non c’è da stupirsi se oggi convivono in un’apparente confusione, e nello stesso spazio fisico e temporale, la spinta laica-europeista e quella religiosa tradizionalista, in un caleidoscopio di situazioni ed estremi: velo e abbigliamento casual all’università; costume integrale e bikini sulle spiagge; programmi televisivi religiosi e mostre d’arte provocatorie. Una cosa è certa, però: dalla rivoluzione la gente si aspettava di più. Lavoro, salari migliori e una vita più serena. Tutto questo non è arrivato; c’è, invece, da ricostruire un sistema produttivo, ristrutturare il sistema agricolo, rivitalizzare il turismo. I passi avanti però si scorgono: la libertà di espressione è acquisita, la cultura e l’arte sono in fermento, pur senza un ruolo di guida da parte degli intellettuali rispetto all’evoluzione politica; i giovani, seppur acerbi politicamente, poco organizzati e confusi dall’incertezza del momento, rappresentano un grande potenziale di accelerazione del cambiamento. Il libro è una tessitura di incontri-conversazioni con varie figure della società tunisina, come Kmar Bendana e Silvia Finzi, docenti a La Manouba; Imen Ben Mohamed, deputata di Ennahda, eletta in Italia; Luigi Merolla, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Tunisi; le scrittrici Lilia Zaouali e Fawzia Zouari; e poi giornalisti, artisti, manager, gente comune.
Il libro tocca i luoghi strategici della rivoluzione: dall’Orologio, detto il Big Ben, celebrativo del presidente Bin ‘Alinella ribattezzata piazza 14 gennaio, giorno della sua detronizzazione; al cosiddetto Ministero del Terrore, metafora dell’orrore custodito nei sotterranei per lunghi anni di corruzione e violenza; all’Hotel Africa, rifugio dei giornalisti durante la rivoluzione, simbolo del vecchio regime. Infine, l’autrice descrive i luoghi storici di Tunisi, come la Medina, brulichio di voci e odori e il Museo del Bardo, e consiglia luoghi di cultura, ma anche hotel, ristorantini, caffè e negozi speciali, per un soggiorno piacevole e non solo culturalmente impegnato.
Titolo Chiacchiere, datteri e thé. Tunisi, viaggio in una società che cambia
Autore Guidantoni Ilaria
Anno 2013, brossura
Editore Albeggi (collana Revolution)