Beppe Severgnini è sempre una garanzia: ma Signori, si cambia. In viaggio sui treni della vita è un pò diverso dai precedenti. E’ un libro che parla di treni, ma il vero tema tra le righe come tra i binari è in viaggio sui treni della vita. Quelli da cui ne racconta vite, paesaggi, avventure, colori e rumori sono treni di tutti i tipi: dalle lunghe tratte coast to coast degli Stati Uniti ai piccoli treni locali del nostro meridione, passando dai viaggi affascinanti attraverso l’Europa.
Il viaggio più affascinante è un viaggio antico, graduale, privato e sociale insieme: il viaggio in treno. I treni sono teatri, caffè, bazar. L’unico talk-show che non conosce crisi è quello che si replica quotidianamente sulle rotaie. La confidenza genera libertà: ci ha messo insieme il caso, ci dividerà una stazione.
I treni aiutano a pensare. Tutti i grandi viaggi – dai pellegrinaggi cattolici al Grand Tour, dalla prima partenza con gli amici al viaggio di nozze – sono, in fondo, una scoperta di se stessi: il panorama che c’interessa sta dentro di noi. Il treno esenta da responsabilità, consente di restare passivi senza sentirsi pigri. Possiamo lavorare e riposare. Possiamo parlare, quando siamo stanchi di leggere. E sognare, quando siamo stanchi di parlare. L’autore ha un nome per tutto questo: la terapia dei binari.
Beppe Severgnini ci conduce attraverso gli USA dall’Atlantico al Pacifico (due volte, passando da nord e passando da sud); segue le rotaie da Mosca a Lisbona; taglia l’Europa in verticale (da Berlino a Palermo) e l’Australia in orizzontale (da Sydney a Perth).
Tra tutti – confessa – il viaggio più emozionante e istruttivo è quello che apre il volume. Gli USA attraversati col figlio ventenne, Antonio. Da Washington DC a Washington State, 8.000 km in treno, in bus, in automobile. “Un figlio, un papà e l’America: e nessun altro che disturba”.