A inaugurare la nuova casa editrice modenese “Anniversary books” pensata da Paolo Battaglia – direttore del Fotomuseo Giuseppe Panini per 10 anni e del Museo della Figurina nella sua fase di start-up – un grande affresco sui temi sportivi e sociali che hanno caratterizzato il rapporto tra il giro e gli italiani: le strade, i tifosi, le grandi rivalità (da Coppi e Bartali a Moser e Saronni). L’asse portante della narrazione è il ricchissimo apparato iconografico – sono circa 500 le immagini – che presenta molti materiali inediti o poco conosciuti: dalle fotografie alle figurine, dalle cartoline alle riviste illustrate, dalle biglie ai ciclotappi, immagini e oggetti che documentano le passioni che hanno contribuito a rendere il ciclismo uno sport tanto popolare.

Nel libro il racconto procede per tappe, analizzando a cadenza decennale i giri corsi dal 1909 a oggi. Dieci edizioni che permettono di apprezzare a prima vista l’evoluzione – e le costanti – del Giro e dell’Italia che corre al suo fianco. Le edizioni trattate, un po’ per caso e un po’ per fortuna, hanno offerto ottimi spunti per indagare sul costume italiano e hanno portato in primo piano tutti gli attori (alcuni attesi, altri veri e propri outsider) di questa epopea.

“Il libro che avete tra le mani – spiega Paolo Battaglia – ha l’ambizione di essere una creazione originale e un racconto diverso dall’ennesima retrospettiva sul Giro. Come sempre accade, i grandi eventi e i loro protagonisti sono immersi in un mondo brulicante di piccole storie che va indagato e mostrato per comprendere la Storia. Questo libro vuole puntare i riflettori proprio sul fermento umano che ha circondato il Giro con le migliaia di racconti quotidiani che rappresentano un inedito e vivace ritratto italiano. Ad esempio, è fondamentale evocare le strade di un’Italia che cento anni fa era ancora un paese essenzialmente agricolo e quindi solcato dalle orme dei carri che i ciclisti dovevano evitare con pericolosi equilibrismi; un problema che, ancora negli anni Sessanta del secolo scorso, costringeva i partecipanti al Giro a ingoiare polvere su strade bianche per gran parte del tracciato”.

Tra i tanti temi che animano questo libro, uno spazio importante è stato dedicato al rapporto tra sport e industria. Così, insieme alle riproduzioni di pagine pubblicitarie d’epoca, sarà possibile vedere come il dualismo Coppi-Bartali, una delle più grandi rivalità della storia del ciclismo, sia riuscito a oltrepassare i confini sportivi diventando concorrenza commerciale quando entrambi i campioni presentarono al pubblico lamette da barba con la propria effige.

“Alcune delle piccole-grandi storie – prosegue Battaglia – emergono in modo molto evidente, altre si intuiscono osservando, ad esempio, l’espressione del campione stremato dopo una tappa di montagna o la sequenza fotografica dedicata alle miss che, mentre premiano i vincitori di tappa, offrono un breve compendio dell’evoluzione della moda femminile”.
Sintetizzare una storia complessa come quella del Giro costringe a compiere scelte, a volte anche dolorose. Come quelle fatte quando nel libro si parla di dualismi. La storia del ciclismo è disseminata di fortissime rivalità sportive e umane, ma ne sono state trattate solo quattro (Girardengo-Binda-Guerra, Coppi-Bartali, Merckx-Gimondi e Moser-Saronni), con l’intenzione di offrire un’immagine di altrettante epoche significative nell’evoluzione del Giro e del suo rapporto con i grandi campioni.

“Risultati e cronache sportive – aggiunge Battaglia – sono state per lo più lasciate ad altri, ben più titolati a occuparsene. Sotto questo profilo, oltre a un’appendice con l’Albo d’oro illustrato dai ritratti di tutti i vincitori, il libro si “limita” a ricordare dieci Giri, dove protagonisti assoluti oltre ai campioni sono il pubblico e i tifosi che per un secolo hanno incorniciato le strade del Giro. Protagonisti sono anche tutti coloro che con modi e forme diverse hanno raccontato fino a oggi la corsa: volti noti e meno noti, “prodotti” culturali (dal giornalismo alla letteratura, dalla musica al cinema, dalla radio alla televisione, dalle biglie alle figurine…) che hanno prima aiutato a nascere e poi consolidato una passione che, pur tra alti e bassi, continua a portare milioni di persone a seguire il Giro”.

“Il Giro che abbiamo voluto raccontare – conclude Battaglia – è quello che Daniele Marchesini nel suo prezioso saggio “L’Italia del Giro d’Italia” definisce un’istituzione, un elemento che con il passare del tempo è diventato fondamentale nella vita collettiva del paese e che si è intrecciato nel profondo con le vicende dell’Italia novecentesca. Si tratta forse di un discorso valido anche per il Tour de France, ma se la Grand Boucle celebra la grandeur della Francia e può essere paragonata a un’esposizione universale, il Giro è una festa di paese che, genuina e onesta come sanno essere le feste di paese, mette in mostra “il bello” ma spesso non riesce, o forse non vuole nemmeno, a nascondere “il brutto”. Come a ogni sagra che si rispetti, anche al Giro partecipano tutti e, tra la folla vestita a festa, sembrano per un momento annullarsi le distanze tra il sindaco, il dottore e il mezzadro che si ritrovano ai bordi delle strade a formare quella “Siepe umana” che incita e soffre per il proprio campione preferito e per tutti gli altri atleti che vengono comunque sostenuti nella immane fatica del ciclismo.

“Come si può leggere e vedere nelle pagine seguenti – scrive nell’introduzione Gian Luca Favetto – il Giro è mito, è storia e geografia, è polvere e asfalto, è neve, pioggia, vento, grandine, sole, è miss e sorrisi, è radio, televisione e giornali, è campioni e gregari, maglie rosa e maglie nere, è marketing e tifo. Il Giro è memoria e racconto, mappa e radiografia dell’Italia. Fa provincia. È un comune a sè stante, un paese con le sue leggi, le sue regole, le tradizioni e le abitudini, con i suoi confini e il suo alfabeto. Te ne rendi conto, se almeno una volta, lo vivi da dentro. Se vai ad abitarci per un’edizione. Il Giro è un paese che si muove, ha le sue radici e le sue motivazioni nello spostamento. È un campanile, un porto ogni volta nuovo. È una comunità. È millequattrocento persone che ogni anno attraversano l’Italia in primavera, per tre settimane”.

 Titolo Giro girotondo. Dentro e fuori cento anni di Giro d’Italia
Autore Battaglia Paolo
Anno 2009, 208 p., ill., cartonato
Editore Anniversary Books