Vicenza, 20 maggio 2010. Un libro rimasto nel cassetto per più di trent’anni finalmente torna in vita per raccontare, con uno stile originale ed un linguaggio semplice ed immediato, dei controversi anni Settanta.

Si intitola “In cerca di specchi” ed è il primo romanzo del copywriter vicentino che si firma Guido Costello. E’ in libreria per Tullio Pironti Editore.

Parla degli anni Settanta in presa diretta, perché è stato scritto proprio allora, anche se, per uno strano e complesso insieme di casi della vita, è andato in stampa solo qualche mese fa. La narrazione si muove a Vicenza, tra la splendida piazza dei Signori e le strade del centro storico. I protagonisti vivono quegli anni, duri, tristi, per nulla formidabili, in una dimensione intima, molto più attaccata al privato che al pubblico. I temi principali sono la naja, passaggio allora obbligato e faticoso per entrare nel mondo adulto; l’amore di coppia; la voglia di essere indipendenti e di metter su casa; la militanza politica, centrale nella cultura e nella vita di molti giovani di quel periodo, che da gioco di studenti diventa per alcuni tragedia di terrorismo.

Quelli che la cronaca e la storia hanno definito “anni di piombo”, qui sono raccontati dal vivo e con tutta la partecipazione di uno scrittore giovane allora, in cui prevale la leggerezza di un atteggiamento tra l’ironico, il melanconico e lo scanzonato. L’attenzione è più per le piccole cose che ritmavano la vita di provincia di tutti i giorni che per i grandi eventi, spesso drammatici che riempivano i giornali. Gli ingredienti della storia sono tipici degli anni ’70: l’ingenuità, i sogni, le illusioni. Ma c’è anche il cinema buono d’autore, la voglia di ridere e di andare in osteria e di tirar tardi in piazza e naturalmente il rock, ascoltato e suonato, fino a far sanguinare le mani.

Anche la grafica del romanzo, curata dallo Studio Cattaneo di Vicenza, riporta al mondo di allora. Il libro è molto “disegnato”: scarabocchiato, ricco di variazioni di caratteri tipografici. Nella lettura a volte bisogna girarlo sottosopra, immergersi in pagine fitte, scritte con un carattere dal corpo troppo piccolo, per poi trovarne altre che ricordano il Typewriter dei vecchi volantini fatti col ciclostile e la Olivetti Lettera 22. Ci sono poi pagine con sfumature che fanno pensare alla stampa a polveri, ed i disegni e le immagini hanno il sapore di quelli che c’erano nei Tazebao.

Vederlo sugli scaffali incuriosisce: ha dimensioni pocket ed è fermato da un elastico proprio come i quaderni d’appunti che tenevano in tasca gli scrittori della Beat Generation.

“In cerca di specchi” è un piccolo libro che vive in una piccola città, bella e addormentata. Leggendolo si può tornare indietro nel tempo e riflettere su cosa, chi e quanto è cambiato, non sempre in meglio.

Titolo In cerca di specchi
Autore Costello Guido