Pochi sono a conoscenza che a Soveria Simeri nei pressi di Catanzaro (a meno di 15 km dal centro cittadino) esiste un museo storico della Lambretta. Il museo vuole essere, tra l’altro, un incoraggiamento a tutti i possessori di Lambrette di tenere caro uno scooter di un così glorioso passato. Per conoscere la particolarità di questo hobby basta l’impegno,la passione e sopratutto il tempo che l’amatore dedica ai suoi mezzi,magari riesumati da qualche garage o acquistati in condizioni disperati da chi li aveva abbandonati.Dopo ore e ore di lavoro e di pazienza certosina,utilizzando solo pezzi originali,questi mezzi li vediamo splendidi e curati in ogni loro particolare, perfettamente funzionanti e magari nulla da invidiare ai migliori scooter oggi sul mercato.La Lambretta ha un passato di particolare interesse storico.Si è appena conclusa la seconda guerra mondiale. L’Italia è un cumulo di macerie; l’economia è in ginocchio. Moltissime fabbriche sono crollate sotto i bombardamenti e gran parte degli operai è senza lavoro. Per risolvere questi problemi e contemporaneamente produrre beni di consumo a basso costo,accessibile cioè gran parte della popolazione,negli stabilimenti di Ferdinando Innocenti a Milano,nasce uno scooter di buona fattura e a basso costo:la Lambretta.Tale nome è dovuto al fatto che l’Innocenti a Milano si trova a Lambrate nella zone dove appunto scorre il fiume Lambro. Il grande successo della prima Lambretta A del 1947 è dipeso dall’essenzialità del modello: motore a due tempi (123,7cc),cambio a tre velocità (a pedale),trasmissione finale ad albero e il telaio costruito da un intreccio di tubi in acciaio di piccolo diametro .I modelli successivi vedranno l’adozione del cambio a manopola sul manubrio,di buone sospensioni e della carenatura di protezione.In tutto sono state prodotte oltre 15 versioni, fino al 1968.Fra esse menzioniamo la ”Lambretta B” della fine del 1948;La ”175 TV” del 1957(motore otto cavalli di potenza e oltre 100 km/h di velocità)e ancora la ”150 special” finalmente elaborata e scattante.Con il boom economico degli anni 60 tante altre case motociclistiche si affacciano sul mercato e la vendita di Lambrette inizia la sua parabola discendente per lasciare il posto a nuove ”due ruote” e alle automobili ormai alla portata di molte famiglie italiane. Guardando le riproduzioni dei manifesti pubblicitari dell’Innocenti di molti anni fa (qualcuno riportato in questo museo) si può intuire quanto la Lambretta rappresentasse sopratutto per i giovani dell’epoca:la libertà e la voglia di andare lontano,di evadere. Ricordi di quest’epoca recente e lontana ci vengono tramandate dalla presente iniziativa. L’allestimento di questo museo è stato lungo(circa venti anni) laborioso e paziente.Oggi però si è adeguatamente gratificati dal pensiero ad aver fatto cosa utile e rievocato alle nuove generazioni un’epoca storica assai importante che non meritava davvero di cadere in oblio.