“Una casa principiata in Arezzo, con un sito da fare orti bellissimi nel borgo di san Vito, nella migliore aria della città”: con queste parole Giorgio Vasari descriveva la sua casa, acquistata nel 1541, attualmente sede del museo omonimo. L’abitazione è costituita da tre piani, il seminterrato, l’appartamento signorile al primo piano e un altro al secondo probabilmente destinato alla servitù. Attorno alla casa si estende il giardino a struttura geometrica centralizzata, comune a molte altre abitazioni del centro storico aretino. Il pittore provvide personalmente alle decorazioni pittoriche dell’appartamento signorile che testimoniano a tutt’oggi l’intenzione dell’artista di avviare un preciso programma di celebrazione dell’arte, degli artisti e di se stesso. Nel 1687, l’ultimo discendente del Vasari, Francesco Maria, per volontà testamentaria lasciò i suoi beni immobili alla Fraternita dei Laici. Dopo un successivo cambiamento di proprietà, nel 1911, in occasione del IV centenario della Nascita dell’artista aretino e anche grazie all’incessante opera di Alessandro Del Vita, la sua dimora venne acquistata dallo Stato italiano per destinarla a Museo Vasariano. Alessandro Del Vita, cultore di storia locale, nonché ispettore onorario dell’allora Soprintendenza alle Belle Arti e direttore della rivista Il Vasari, divenne conservatore del Museo stesso e provvide al suo arredamento. Dal 1958, grazie all’intervento di Luciano Berti, allora giovane funzionario della Soprintendenza di Firenze che aveva competenza anche sul territorio aretino, il Museo assunse il suo aspetto attuale con l’eliminazione degli arredi in stile e l’esposizione di opere rappresentative della pittura cinquecentesca ed in particolare della scuola vasariana. Da segnalare, nel 1981, l’acquisizione di un’opera su tavola dello stesso Vasari, il Giuda. Attraverso varie vicissitudini, finalmente nel 1921 anche il prezioso archivio dell’artista, contenente la sua corrispondenza venne depositato presso la Casa Vasari dove ancora adesso è conservato.