In un’epoca caratterizzata da flussi migratori planetari, di fronte a chiusure identitarie determinate dalla paura del diverso, questo museo intende essere un luogo di incontro e di dialogo tra le persone e le culture. I missionari Passionisti, proprietari della struttura, da oltre mezzo secolo presenti in Kenya, Tanzania, Congo, Angola, Mozambico, Botswana e Sudafrica, si sono interrogati sulle cause dello squilibrio mondiale, sulla necessità di non omologare tutto e tutti, per far esprimere una diversità che è ricchezza ed il mondo con il quale Dio si fa presente nella storia dell’umanità. Pertanto la missione culturale del museo consiste nel far conoscere tradizioni, abitudini e principi di diversi popoli, così come far luce sulle trasformazioni sociali, artistiche e spirituali in atto nell’Africa subsahariana.