Certo, anche altre città hanno tutto il diritto di essere orgogliose dei propri monumenti. A Graz tuttavia si comprese molto presto come un’architettura contemporanea fuori dalla norma diventi poi un tesoro culturale-edilizio a disposizione dei posteri.

Tutto iniziò negli anni 70 con la „Grazer Schule“. Sotto questo appellativo si celava quel gruppo eterogeneo di giovani architetti, dei quali si diceva esser pieni di vigore e volontà, propensi a qualsiasi esperimento negando ogni tradizione e fregandosene delle tendenze del tempo. Quei selvaggi di una volta li si vede oggi riconosciuti professori alle facoltà di architettura locali e all’estero, sempre con nuovi progetti in testa che realizzano qua e là, più di prima. I collaboratori di una volta sono ora una concorrenza spietata, la loro architettura si orienta sempre più ai trends internazionali. Ma, come si dice? Buona reputazione obbliga.

Visitare Graz è imbattersi in una moderna architettura d’una tale qualità, d’una tale densità da gettare nell’ombra altre metropoli europee. In una tale varietà da svelare l’inclinazione naturale della città ad accogliere a braccia aperte ogni spirito creativo.

Il visitatore attento percepisce ciò che lo attende in questa città subito all’arrivo. L’aeroporto (Arch. Riegler.riewe, ampliamento: Pittino & Ortner) e la stazione ferroviaria (Zechner & Zechner) vantano una rémise-en-forme ben riuscita – metropolitani, funzionali e voluminosi di luce.

Una volta raggiunto il centro, si è travolti en passent da un’architettura spettacolare cominciando dall’inconfondibile Kunsthaus degli inglesi Peter Cook e Colin Fournier. Una cosa strana, aliena di un colore blu intenso atterrato sulla riva destra del fiume Mur, un grande corpo circondato da casette cittadine dei distretti Gries e Lend.

Ancorato nel centro del fiume, invece, una conchiglia semiaperta fa da isola percorribile. Fu l’artista americano Vito Acconci a disegnarla, la città l’ha farcita con un bar-caffè e un anfiteatro all’aperto. L’unesco ha dichiarato il centro storico della città Patrimonio Culturale, la ragione è nella palese armonia tra l’antico e il nuovo.

Colui che intende scoprire i molti gioielli architettonici del centro storico inciampa in grandi magazzini dalla lunga tradizione modernizzati, allargati più volte, la cui eterogenea parte originale è stata sapientemente accoppiata a tetti, ponti, passaggi in vetro e acciaio (arch. Szyszkowitz e Kowalski). Scopre piccole boutique, cafés e panetterie dall’ eccitante sbalzo di stili tra vecchissimi soffitti a volte e un design hightech moderno. Visita musei con ingressi nuovi molto invitanti per nulla impolverati e trova, quasi per caso, una location molto originale (arch. Reiner Schmid) nello Schlossberg, ricavata nel ventre del monte.

Rimaniamo in tema. Una città culturale ed artistica vivace come Graz pullula di numerose e diverse tra loro locations. La Stadthalle: un colpo d’occhio grazie al singolare tetto sporgente di 40 metri sostenuto da soli 4 appoggi, elegantemente metropolitano, con una hall multifunzionale grandissima (arch. Klaus Kada). La Helmut-list-halle: un capannone per locomotive in disuso ed ora sala concerti con un’ acustica eccellente per musica antica e nuova (arch. Markus Pernthaler). La Literaturhaus: senza decorazioni e sfrizzi. Architektur pur (arch. Riegler Riewe), intesa come luogo intimo e profondo per debutti letterari e per scrittori che hanno già un nome.

Graz è un’inconfutabile culla di grandi scienziati ed artisti. 14 edifici universitari costruiti nei soli ultimi 15 anni che vantano una qualità architettonica degna di nota. Alcuni sono stati resi pubblici in tutto il mondo. Come le serre del Botanischen Gartens (Arch. Volker Giencke), una „promenade architecturale“ innovativa, con uno spazio nato quasi dal nulla in sodalizio con la natura.
Il compimento del „Mumuth“ nell’università di musica e di arti figurative è un avvincente involucro di vetro per musica e teatro musicale del rinomato architetto olandese Ben van Berkel – un ulteriore oggetto che va ad aggiungersi agli altri highlights di Graz così come il processo di rimodernamento del Lkh Graz (ospedale regionale).

Il complesso a padiglioni in stile Jugendstil vedrà l’aggiunta di edifici nuovi e di ampliamenti sostenibili per divenire infine un modello medico-architettonico esemplare del 21° secolo. Il distretto degli inizi 900 con le 4 università ed il vasto verde sono i centri residenziali preferiti dai grazesi urbani, che si affidano all’architetto per un rinnovamento dell’unità abitativa o un ampliamento della mansarda.

La periferia rimane invece la prediletta per quei grazesi che amano la vicinanza con la campagna. E non è un caso che sia proprio l’edilizia residenziale a contribuire ampiamente alla fama architettonica di questa città. E qui si chiude il cerchio iniziato 25 anni fa con la violazione delle solite norme riguardo condomini e quartieri residenziali per saggiare nuovi percorsi. Prendiamo ad esempio gli agglomerati degli architetti Hubert Rieß, Pentaplan, Gruppe 3 e Volker Giencke nei distretti Mariatrost e St. Peter – contano tra i quartieri residenziali più richiesti e si sono inseriti tra le maggiori attrazioni dell’architettura grazese. Graz oggi come allora si abbandona al travolgente impulso di sperimentare l’inconsueto.

Info: www.graztourismus.at