…una porzione del territorio bulgaro che sembra vivere per gran parte dell’anno un lungo, silenzioso, letargo.
Tra fine maggio e la prima metà di giugno giunge però la stagione, breve, del risveglio, il periodo in cui l’intera vallata si rianima quasi d’ improvviso, le giornate in cui, scoppiando in una festa di colori, si copre di profumi intensi. E’ il periodo della fioritura delle rose, del raccolto.
La gente della valle si sposta allora dai villaggi nei campi per dare luogo ad una sorta di rito agreste che si ripete ininterrottamente da trecento anni, da quando le prime rosa damascena furono introdotte, probabilmente dai turchi, nello stretto pianoro che va da Karlovo a Kazanlak, un luogo incastonato tra le montagne della Stara Planina a nord e quelle di Sredna Gora a sud in cui si produce il 70% delle essenze di rosa utilizzate nel mondo dall’industria cosmetica e dei profumi.
In quei giorni i campi cominciano ad animarsi fin dal primo mattino, le ore della giornata in cui i fiori, ancora coperti di rugiada, mantengono intatta la loro fragranza.
Ogni petalo viene allora staccato dalla pianta e deposto con cura per non sgualcirlo, per non disperderne gli umori con mosse affrettate. Il coloratissimo raccolto viene poi spedito velocemente negli stabilimenti dedicati alla trasformazione.
Ogni paese della valle, in quelle giornate, organizza feste dedicate inevitabilmente al prezioso frutto della regione centrale della Bulgaria. Vengono organizzate per i curiosi visite nei campi coperti di rose e poi, presso i laboratori in cui si distilla con il vapore l’estratto profumatissimo.
Gli sforzi e le spese per ottenerlo sono incredibili: occorrono almeno 3000 kg di petali per ottenere un solo litro di olio di rosa! Tenendo presente ciò non sorprende il valore di tale nobilissimo estratto: il prezzo può superare i tremila euro al litro.
Dei petali così lavorati non viene gettato nulla: l’acqua di rose e la polpa che risulta dalla lavorazione viene utilizzata dagli artigiani della valle per ricavarne medicamenti, guarnizioni per raffinati piatti, marmellata o liquori come la rosaliika – grappa di rose.
Nella valle non mancano testimonianze della storia antica. Si possono visitare infatti le tombe di una delle prime popolazioni che ha abitato la Bulgaria in epoca storica: i Traci.
La gente della zona si vanta poi di poter annoverare tra le proprie glorie molti eroi della rivolta nazionale contro i turchi che portò all’indipendenza del paese nella seconda metà dell’ottocento. Personaggi di un’Europa spesso non conosciuta non solo al turista ma anche da un ipotetico cultore italiano di storia contemporanea, ennesimo motivo di interesse per coloro che vanno alla ricerca di mondi vicini magari, ma poco conosciuti, quasi fossero situati a mille miglia invece delle poche ore d’aereo che ci separano dalla Bulgaria.
Il visitatore della Valle delle Rose potrà quindi incontrare storie, immagini, persone, abitudini amichevolmente inconsuete: campi immensi, più di 5000 ettari, coperti di rose multicolori, feste paesane con cibi per metà mediterranei per l’altra orientali, e ancora i carretti di legno trascinati dai somarelli, l’allegria antica di paesi che si aprono alla curiosità altrui per poche giornate. Per tornare al letargo subito dopo. Secondo ritmi di vita cadenzati dalle stagioni, dal sole, dal vento, dal tempo che passa, regolare come gli anni.
Come le rose che coprono, regolarmente, una vallata d’Europa.
Emilia Kalaydjieva
Per informazioni: www.gobalkans.net