Irlanda
Cliffs of Moher

Consigli:
Partendo ad Aprile (la 3a settimana), abbiamo trovato pioggia e freddo sopratutto a Nord. Partendo ad Aprile si hanno più possibilità di alloggio e si incontrano sopratutto viaggiatori. Abbiamo dormito prevalentemente in ostelli ;sono confortevoli ed economici. Affittare una macchina, permette di scoprire angoli d’Irlanda incredibili.
Consiglio di partire con il fidanzato o fidanzata perché l’Irlanda è incredibilmente romantica ma attenzione con quei paesaggi mozzafiato ci potrebbe “scappare” un bambino!!

Da Roma a Dublino
La Capitale mi fa da subito un buonissima impressione.
Spostandoci dall’aeroporto verso il centro, è un susseguirsi ed alternarsi di Pub coloratissimi. Alloggiamo in un ostello a TempleBar il quartiere dei locali. La via sottostante alle 18 è già un tappeto di gente che freneticamente và e viene alla ricerca del locale più adatto dove trascorrere la serata. Dublino è una città giovane ricca di vita ed energia, nei Pub tra una birra ed un cidro si canta e ci si abbraccia come quando fa gol la tua squadra del cuore tra gente che va dai 20 ai 60 anni. Gli Irlandesi sono estremamente educati anche nel Pub più colmo per passare ti chiedono permesso, o scusa se ti urtano inavvertitamente. Insomma ogni sera si partecipa ad una grande festa tra amici pur non conoscendo nessuno. Ricordate di bere il più possibile entro 24.00 l’ora in cui tassativamente viene sospesa la distribuzione di birra.

Da Dublino a Belfast

Uscire da Dublino è stato più complicato del previsto. Non tanto per l’orientamento, quanto per il traffico pur sempre ordinato, in cui siamo stati risucchiati.Il cielo grigio che ricopre Belfast capitale dell’Ulster mi proietta nelle pagine dei libri sulla questione irlandese . Ma per fortuna è solo una sensazione. Belfast è bellissima, dinamica ricca di vita e contraddizioni . L’unica nota stonata è il freddo e la pioggia che non ci danno tregua. Prendiamo un taxi del popolo per visitare la “zona calda” della città. Lasciato il centro ci appare davanti il mastodontico grattacielo della polizia , alla sua sommità decine di telecamere che vegliano e sorvegliano continuamente la città. Il nostro autista si dirige da subito verso Falls Raod il quatiere cattolico, dove fanno da cornice i variopinti murales in memoria dei sacrifici e delle lotte del popolo irlandese. Visito il Milltown Cimitery per rendere omaggio a Bobby Sands e agli altri “volunters” dell’ IRA. Ci dirigiamo poi alla cosiddetta Peace of Line. La “linea della pace” altro non è che un invalicabile muro, alto più di 3 metri protetto da filo spinato, che separa i 2 quartieri, tagliando in due la città! Ho provato un profondo senso di sdegno, nel vedere questo muro, e nell’osservare le finestre e le porte blindate delle case ad esso adiacente bersaglio ogni sera da una parte e dall’altra di continue sassaiole. La cosa in oltre che più mi ha colpito è l’ipocrisia con cui è gestita tale situazione; in un epoca dove i muri vengono abbattuti, sua maestà li erige e li cela al resto dell’Europa.

Lasciata Belfast ci dirigiamo più a nord, il nostro giro prevede: A) Giant’s Causeway ovvero “La via dei Giganti” una conformazione di colonne rocciose a base esagonale. B) Bushmills Disillery, la fabbrica del celebre wischy irlandese. C) The Carrick a rede un ponte all’Indiana Jones sospeso nel nulla e in balia del vento. Consiglio quindi di alloggiare a Downhill (estremo nord) a pochi chlilometri da Castlerock, nell’omonimo ostello l’unico della zona. Un posto incredibile fuori dal mondo. Una casa Vittoriana alle pendici di una scogliera a pochi passi dall’Oceano Atlantico; il fragore del mare e il sorriso sereno di McCol la ragazza che lo gestisce, rendono tutto molto suggestivo. Consiglio in oltre di visitare il tempietto “The Elements” in cima alla scogliera,sovrastante l’Ostello.

Dall’Ulster a Gallway

I pochi giorni a disposizione ci obbligano a lasciare da subito la parte nord-occidentale dell’isola per dirigerci verso sud a detta di molti più suggestiva. Fa da colonna sonora la voce di Dolores O’Riordan leader dei Cranberries, con me in tutti i miei viaggi.
Dopo un viaggio di 7 ore fatto di strade strette, curve e dossi,arriviamo a Doolin. Doolin è una valida alternativa a Gallway per chi si vuole imbarcare per le Isole Aran.
Il paesino offre ben poco, ed in oltre non sono garantite sempre le partenze dei traghetti causa il mare grosso. Doolin però dista pochi minuti dalle Cliff of Moher,le altissime e inespugnabili scogliere. Uno spettacolo indescrivibile; la loro maestosità non lascia spazio alle parole. Ogni gabbiano, ogni schizzo d’acqua, le nuvole, la pioggia e le rocce hanno tutti un ruolo predominante.
Decidiamo di pernottare a Lehinch, un piccolo paesino di surfisti;le grandi onde che si infrangono sulla banchina, e la loro impetuosità lo confermano. Questa tappa supera ogni nostra aspettativa, proprio per l’inaspettato fascino di questo posto.

Dingle, nella omonima penisola è la nostra successiva tappa. Potrei sembrare monotono e scontato, ma anche Dingle, mi stupisce enormemente. E’una piccola cittadina coloratissima,abbastanza turistica,ma con discrezione che si affaccia su una romanticissima baia, divenuta la dimora di Fungie il delfino. Consiglio di affittare una bicicletta per pedalare fino alla spiaggia di Inch grandissima e ricca di conchiglie. Sia la città che l’ostello in centro in cui alloggiamo sono così accoglienti che decidiamo di sostarvi per 2 giorni.
L’ultima tappa, nell’avvicinamento a Dublino, è Kilkenny, patria della omonima birra. Finalmente anche il sole e un po’ di tepore ci assistono.

Insomma l’Irlanda è esattamente così come me la immaginavo,con i suoi paesaggi mozzafiato,con gli occhi celestissimi delle ragazze, e con la serenità sui visi delle persone.

Mario da Roma