La Costa de la Luz sull’Oceano Atlantico è parte dell’Andalusia, che si estende tra la foce del fiume Guadiana, al confine portoghese, e la punta di Tarifa. Sono moltissimi i paesi che meritano una visita… ve ne presentiamo alcuni, che per le loro caratteristiche riassumono le peculiarità di questa regione.

Molti paesi terminano con Il nome “de La Frontera“: indica che, dopo essere stata riconquistata, la città divenne un avamposto della linea di difesa contro gli Arabi che prese il nome di Frontiera Granadina.

Lo Sherry

Questo territorio ospita la produzione del Jerez – Sherry o Xérès, il primo vino della Spagna con la Denominación de Origen, la cui area è delimitata dai comuni di Jerez de la Frontera, Sanlúcar de Barrameda e El Puerto de Santa María. Il clima di quest’area è fortemente condizionato dall’influsso dell’oceano Atlantico e dal corso dei fiumi Rio Guadalquivir e Rio Guadalete. È un vino molto apprezzato dagli inglesi dai quali deriva il nome di sherry.

Le uve coltivate in quest’area e utilizzate per la produzione del Jerez sono tre: Palomino, Pedro Ximénez e Muscatel. Di queste tre, il Palomino è l’uva più importante, da sempre considerata l’uva di Jerez per eccellenza. Il Palomino è un’uva a bacca bianca, come le altre due varietà e i vini bianchi da tavola che si ottengono non possiedono caratteristiche organolettiche interessanti: è il particolare metodo di produzione del Jerez che lo trasformerà in un vino straordinario.

Scelte le uve e vendemmiate, i vini destinati alla produzione di fino vengono fortificati con alcol e trasferiti nelle botti, quindi lasciati maturare per il primo anno. Questi nuovi vini prendono il nome di añada, cioè vini dell’annata, o sobretablas. La botte viene riempita solamente per quattro quinti del suo volume e il cocchiume non viene sigillato completamente. In questo modo si consentirà all’ossigeno di entrare nella botte e di permettere l’evoluzione del vino. Dopo circa un mese, nella superficie dei vini destinati alla produzione di fino si verifica l’evento più importante: la formazione del flor, cioè il velo responsabile della complessità e del carattere dei Jerez fino. Questo prezioso lievito si forma solamente in presenza di particolari condizioni: il vino deve avere un grado alcolico non superiore a 15°, la temperatura deve rimanere costante fra i 18° e i 22°C, un’ottimale superficie di contatto del vino con l’aria in genere ottenuta riempiendo una botte da 600 litri con 500 litri di vino. L’azione isolante del flor nei confronti dell’ossigeno non è perfetta e questo consente al vino di ossidarsi lentamente, favorendo allo stesso tempo lo sviluppo dei suoi caratteri organolettici e i cambiamenti operati dal flor.

Indipendentemente dallo stile – fino o oloroso – tutti i vini di Jerez vengono fatti maturare con il metodo solera y criaderas. Questo metodo, nonostante sia stato sempre in uso a Jerez, è utilizzato anche per la produzione di altri vini fortificati – come il Marsala – e alcuni distillati, come per esempio certi brandy. Il sistema consente di mantenere le qualità e il carattere del vino o del distillato costanti nel tempo; infatti i prodotti maturati con questo sistema non riportano mai il millesimo. Il metodo Solera consiste in questo: dalla botte più vecchia è estratto parte del vino da mettere in bottiglia, la botte è allora colmata estraendo da un’altra più giovane di un anno altrettanto vino, quest’ultima botte sarà poi colmata con vino estratto da un’altra botte di un anno più giovane e così via. In questo modo i vini di diverse annate sono costantemente mescolati con notevole evoluzione dei vini più giovani, che, di fatto, sono assorbiti dai più vecchi. In termini pratici, il sistema consiste in una serie di botti, ognuna di queste dette escala, contenenti il vino di una particolare età media, e la escala più vecchia viene definita solera, poiché quando le escala sono disposte una sopra all’altra, questa si trova più in basso e a contatto con il suolo (suelo in Spagnolo). Ogni anno si può prelevare e imbottigliare al massimo il 30% del vino della solera.

Il Jerez è un vino da bere fresco, tra una tapas e l’altra, e ha un retrogusto tipicamente marsalato, quasi una sorta di vin santo secco… un gusto tutto particolare da degustare insomma.

Ma partiamo dalla città più antica d’Europa, Cadice, da cui Colombo partì nel secondo e quarto viaggio per le Americhe. La storia di Cristoforo Colombo è indissolubilmente legata a questi luoghi…

Cadice, Cadiz

Cadice, la “tazzina d’argento” o “La piccola Avana”, è la città più antica dell’Europa. Il gemellaggio con Cuba è dovuto ai viaggi di andata e ritorno dal suo porto e per il paese sudamericano, durante la guerra di indipendenza cubana. Il traffico marittimo tra le due città fu molto intenso per molti anni, e da commerciale lo scambio divenne culturale. Antonio Burgos scrisse: “L’Avana é Cadice con più neri, Cadice L’Avana con più mordente”. Il cinema ha fatto tesoro di queste similitudini, a partire dalla sceneggiatura di “James Bond 007 morire un’altro giorno”, che é stato girato qui.

Ma Cadice è anche un angolo di Mediterraneo, con le sue case bianche, le viuzze strette e i balconi tipicamente andalusi. Si gira completamente a piedi, quindi parcheggiate negli appositi garage nei vari punti strategici al perimetro della città antica. Se non fosse per la strada che la collega al resto della Spagna, potrebbe anche essere un’isola, circondata dall’oceano constantemente ventoso e protetta dalle sue mura su cui si accavallano secoli di storia.
Un modo interessante per conoscere la città è visitarla nel giorno di mercato: troverete nelle bancarelle fichi d’india, lumache, mazzi di origano secco, venditori di sardine agli angoli delle strade e mille altre peculiarità.

Una singolare attrazione di Cadice è la Torre Tavira: consta di una camera oscura, di reminiscenze leonardiane, che consente di vedere a 360°tutta Cadice, zoommando più avanti o indietro, su un piano curvo di circa due metri di diametro, senza bisogno di uscire e senza utilizzare alcuna energia, in tempo reale, con un semplice gioco di specchi. Dalla terrazza più alta della torre (cui si accede salendo molte strette rampe di scale) si gode di un panorama senza pari. Un altro punto interessante è la sua unica e meravigliosa spiaggia. Tra le tante manifestazioni, a Cadice si tiene uno dei più bei Carnevali d’Europa.

El Puerto de Santa Maria

Anche questo paesino tipicamente andaluso merita una visita. Il Palazzo del Duca di Medinaceli è anche noto perché si tratta del luogo in cui soggiornò Cristoforo Colombo prima della Scoperta dell’America. Nel castello ha progettato i suoi viaggi per le Americhe; qui ha conosciuto l’ammiraglio della sua Santa Maria, Juan de la Cosa, che fece con lui il secondo viaggio. Juan partecipò poi al viaggio di Vespucci e nel giugno del 1500 rientrò a Cadice ed elaborò per i Regnanti di Spagna il primo mappamondo nel quale appaiono le terre americane.

All’ingresso della città, come monumento in una rotonda, è possibile ammirare una replica della Nina di Colombo.
Una singolare escursione è quella che potrete fare salpando con con il “vaporcito”, El Vapor (45 minuti per sola andata), che da inizio secolo riempie la rotta El puerto/Cadiz. Se avete fretta, lo stesso tragitto si può percorrere con il catamarano El rapido in 15 minuti.
Se siete fortunati potrete anche scorgere cicogne sul castello, che è visitabile. Una curiosità: alla destra del castello vi è la rappresentazione su azulejos della prima cartina con le americhe, redatta da Juan de la Cosa, ammiraglio della Nina di Colombo.

Ma il motivo per il quale molti turisti si spingono qui, è la presenza di numerosissime bodegas di sherry, tra cui la celebre bodega che ha dato l’icona del toro nero alla Spagna intera. Inglese è Thomas Osborne fondatore nel 1792 della cantina che ha dato vita alla Osborne y Cia diventata la maggior produttrice della regione di vino e di brandy: ha cantine dette, non a caso, catedrales per la loro grandiosità dove il vino si affina in 30.000 botti di rovere, con il tradizionale metodo solera.

Jerez de La Frontera

Fu fondata dai Fenici col nome Xera, i Romani le diedero il nome Asta Regia e gli Arabi vi si insediarono dal 711 fino al 1264 anno della riconquista dei Cristiani capeggiati da Alfonso X di Castiglia il Saggio. Jerez è famosa per l’allevamento e l’addestramento dei cavalli con la “Real Escuela Andaluza del Arte Ecuestre”, dove si svolgono spettacoli di cavalli, nota per l’allevamento dei tori da corrida e celebre per essere considerata la patria del “flamenco”; ha sede qui anche il Museo del Arte Flamenco creato nel 1972 dalla cattedra di “flamencologia” dell’Università di Jerez.

Ma la sua fama mondiale è legata ai suoi vini detti xerès o sherry, degustabili al termine delle visite guidate delle tante bodegas di Jerez.

Tra le tante, le Cantine Sandeman hanno operato in un impegno costante per la qualità sin dalla loro fondazione nel 1790. Nate come rivendita di vini nella città di Londra sono diventate il marchio più conosciuto del mondo di Jerez e Porto, con magnifiche cantine in entrambe le città. Sandeman fu la prima compagnia a marchiare a fuoco le sue botti col sigillo del marchio, dando così ai suoi vini e brandy un nome che ne garantiva la qualità. Già nel primo quarto del XVIII secolo i vini Sandeman venivano inviati a diversi paesi dell’Europa, Nord e Sudamerica e Africa. Il Don de Sandeman, disegnato nel 1928 da George Massiot Brown, è uno dei primi simboli creati per un marchio. Questa figura avvolta nel mantello nero tipico degli studenti portoghesi e coperto col cappello spagnolo a falde larghe, caratterizza le campagne pubblicitarie e le etichette del marchio fin dagli anni trenta ed è riconosciuto in tutto il mondo.

Un’altra delle tante cantine storiche visitabile è quella di Tio Pepe, che esporta nel mondo la gran parte del suo celebre fino, con l’immagine della bottiglia con cappello e chitarra; la sua insegna è quella illumina le notti di Puerta del Sol a Madrid. Byass è uno dei maggiori produttori di Jerez e insieme uno dei più importanti produttori di tutta la Spagna. L’azienda, fondata nel 1835 da Manuel Maria González, acquisisce il nome Byass nel 1855 e diventa testimone di spicco del periodo di maggiore gloria conosciuto dai vini di Jerez. Attualmente la González Byass, azienda familiare, è riconosciuta a livello internazionale come cantina produttrice di vino e brandy di Jerez, tra cui si distinguono il jerez Tío Pepe e i brandy Soberano e Lepanto, quest’ultimo col suo caratteristico fiasco, creazione della Real Fábrica de la Granja.

Vejer de la frontera

Ci spostiamo dal mare all’entroterra: se volete fare un vero viaggio nel tempo, in uno dei più meravigliosi e autentici pueblos andalusi, venite a passeggiare a Vejer de la frontera. E’ un incredibile dedalo di viette, salite, discese, gradini, che regalano scorci di incomparabile bellezza… fa parte di quei remoti paesini in cui il tempo scorre con doclissima lentezza. Nelle giornate terse, dalle terrazze panoramiche, è possibile ammirare l’andalusia fino al mare. Vejer fu dichiarata per la sua bellezza monumento nazionale nel 1978 e nel 1976 dichiarato di interesse storico artistico. Tra i monumenti più importanti troviamo il castello arabo e la chiesa cattolica che fu costruita sopra un antica moschea.

Nel perimetro vi sono anche alcuni antichi mulini a vento.
Colpisce il fatto che anche tutta l’area più moderna e di recente costruzione è interamente costruita per così dire in stile, rispettosamente della parte monumentale, senza grosse edificazioni ma con quartieri vivi, tutti solamente bianchi, tra giardini e parchi giochi, locali e bar sempre frequentati da giovani e meno giovani spagnoli.

Chiclana de la frontera e Sancti Petri

Il villaggio marinaro di Sancti Petri, ora abbandonato, ha una storia affascinante. E’ situato giusto a nord della spiaggia di La Barrosa, la zona più bella della costa di Chiclana e di Cadice. Poco prima di questo villaggio, c’è un porto peschiero con piccole barche abbandonate. Nel 1946 si posero le basi per gli alloggi che avrebbero ospitato i pescatori e i lavoratori nella produzione di tonno, che avevano il compito di conservare, far maturare e seccare la mojama. In questo modo Sancti Petri si trasformò in una succursale di Chiclana, con famiglie residenti durante tutto l’anno e altre che si trasferivano da Marzo ad Agosto durante la stagione della pesca. Durante la metà degli anni 70, il tonno cominciò a scarseggiare e alla fine tutte le famiglie furono costrette ad andarsene, dopo la chiusura del Consorzio. Da allora, le case, la chiesa e i negozi sono caduti a pezzi progressivamente, offrendo un aspetto molto triste per coloro che vi vivevano, ma anche per chi ha la possibilità di scoprirlo. Tutta la nuova urbanizzazione di Sancti Petri è invece votata al turismo, pressochè interno, di seconde case, hotel 4 e 5 stelle e residence. Vi sono campi di golf, ristoranti, piccoli centri commerciali.

Tra ciò che potete fare di curioso, a Chiclana è interessante visitare la Fabbrica e Museo delle Bambole Marin in Calle Arroyuelo,16, nella zona dell’Eroski. E’ la fabbrica che produce per tutta la Spagna e per l’export i classici souvenir bambolina ballerina di sevillana, tori e toreri nonchè le castanuelas, le nacchere, in vendita in tutti i negozi di ricordini spagnoli. Nel museo c’è anche una casa di bambola enorme, le bamboline dei Reali e di tutte le regioni di Spagna. Termina la visita libera il negozio dove potrete fare piccoli acquisti a prezzi di produttore, inferiori a qualsiasi altro negozio.

La spiaggia de La Barrosa è assolutamente meravigliosa: pressochè interamente libera, ma attrezzata e vigilata e costellata di chiringuitos; è divisa dall’entroterra da dune, tranne lungo un paseo direttamente connesso al litorale turistico.
E’ una lunga e grande spiaggia tipicamente oceanica, soggetta alle maree giornaliere e frequentata soprattutto da chi ama il surf, gli aquiloni e le onde, come anche da numerose famiglie spagnole, che qui vengono di giorno come all’imbrunire per ammirarne i varipinti tramonti oceanici. Le correnti sono notevoli, ma con la dovuta prudenza è possibile fare divertenti bagni e l’acqua in estate, che è lunga, calda e ventilata, e difficilmente piove da primavera ad autunno, è sempre calda.

Tra i piatti tipici è possibile degustare tutti gli embutidos e i quesos spagnoli (squisiti prosciutti, salami e formaggi), il pesce fresco cucinato in tutti i modi ma celebri le fritture; carni e pesci cucinati al jerez; tra i dolci particolari consigliamo di acquistare nei supermercati la famosa Torta de Aceite, una sfogliatina dolce all’olio di oliva.