Si inaugura il 19 ottobre la nuova stagione del Boston Ballet con il “Don Quixote” di Rudolph Nureyev. In scena fino al 29 dello stesso mese è un omaggio a uno degli artisti che ha contribuito maggiormente al successo della famosa compagnia di Boston.
Grazie alla sua collaborazione, il Boston Ballett raggiunse, infatti, la fama internazionale di cui ancora oggi gode, vera istituzione nel mondo della danza. Il 2006/07 sarà la 5° stagione per il direttore artistico Mikko Nissinen, che ha preparato un cartellone i cui contenuti riflettono fedelmente la sua idea di danza: un mix di classicismo, neoclassicismo e contemporaneità. Ma anche attenzione alle nuove tendenze estetiche, con un occhio sempre rivolto alle necessità di budget della compagnia, cura nell’avvicinare un pubblico sempre maggiore, passione e razionalità.
- Dopo il Don Quixote, è già tempo per il classico “Schiaccianoci”, una vera tradizione natalizia, un’istituzione che da 39 anni accompagna le festività della capitale del Massachusetts. Sarà in scena dal 24 novembre al 30 dicembre con tutto il corpo di ballo del Boston Ballet, quasi 300 allievi della scuola di danza e con le musiche di Tchaikovskij eseguite dalla Boston Symphony Orchestra.
- Seguirà un omaggio all’inventore dello stile neo-classico, George Balanchine: “Il Sogno di una Notte di Mezza Estate”, sua prima coreografia di un balletto completo in scena nel lontano 1962, è caratterizzato da un primo atto in cui si svolge tutta la vicenda narrativa della celebre opera Shakespeariana e da una seconda parte in cui il coreografo ha lasciato libero spazio alla sua creatività. Repliche dall’ 8 al 18 febbraio.
- Dall’ 1 al 4 marzo il Boston Ballet si dedica, invece, alla danza contemporanea: “New Visions” è il significativo titolo di uno spettacolo realizzato con il contributo di tre dei maggiori coreografi degli ultimi anni: Christopher Wheeldon presenta “Polyphonia” sulle musiche di György Ligeti, già autore di alcuni brani per le colonne sonore di “2001 Odissea nello Spazio”, “Shining” ed “Eyes Wide Shot”, tutti di Stanley Kubrick. Una nuova attesissima prima assoluta invece per Jorma Elo, il resident choreographer del Boston Ballet. Val Caniparoli, infine, propone il suo “Sonata per due piani e percussioni”, una danza dai ritmi frenetici e dalla grande energia sulle rapidissime note della musica di Béla Bartòk
- Si torna all’inventore dello stile neoclassico con “Balanchine”, in scena dal 3 al 6 marzo. Il programma prevede il “Ballo della Regina”, una virtuosistica danza sulle note del Don Carlos di Giuseppe Verdi, “La Valse”, un balletto neo-romantico accompagnato dalle note di Maurice Ravel, e “The Four Temperaments”, che sviluppa tre temi con tre coppie di danzatori differenti per quattro variazioni che rappresentano la melanconia, il carattere sanguigno, la flemma e la collera. Sulle musiche di Paul Hindemith, questa danza fondamentalmente priva di trama narrativa, segnò, al momento del suo debutto nel 1946, l’inizio di un nuovo linguaggio, frutto della fusione tra tecniche classiche e contemporanee.
- Dal 10 al 20 maggio, ancora un classico: Giselle, prodotto da Maina Gielgud e basato sulle coreografie di alcuni dei più grandi artisti dell’ 800 tra cui il geniale Marius Petipa. La rivisitazione non scontata di uno spettacolo che è diventato il modello indiscusso della maggior parte degli artisti del secolo successivo.
Tra innovazione e tradizione, il Boston Ballet propone anche quest’anno un programma all’avanguardia che fa della compagnia diretta da Miko Nissinen un punto di riferimento assoluto del mondo della danza contemporanea. Unicità ed originalità di produzioni e spettacoli sono il suo tratto caratteristico come traspare chiaramente dalle parole dello stesso Nissinen: “Quando cerco un nuovo ballerino… voglio che sia interessante, intrigante, speciale e generoso. Io chiedo ai miei danzatori di essere così forti da potersi permettere di essere vulnerabili. Solo allora posso parlare di un vero artista.”
Boston, “The Hub of the Universe”, come amano chiamarla i suoi orgogliosi cittadini, conferma la sua fama di città a vocazione artistica e culturale sempre all’avanguardia. Le sue numerose istituzioni come lo stesso Boston Ballet, la Boston Symphony Orchestra, i Boston Pops, gli Open Studios ma anche le sue prestigiose università, i suoi musei e la sua vivacità intellettuale la rendono degna erede di una tradizione che affonda le proprie radici nell’antichità classica. Non per niente, l’altro soprannome con cui è conosciuta negli Stati Uniti è “L’Atene d’America.”
Info: www.bostonballet.com