Maratea, in provincia di Potenza, è l’unico sbocco della Basilicata sul Tirreno. Affacciata sul Golfo di Policastro, presenta un paesaggio costiero tipicamente mediterraneo. La sua costa, incuneata tra la Campania a nord e la Calabria a sud, è alta e frastagliata, fregiata da cale, scogli, grotte, insenature, spiagge e promontori ricoperti da una rigogliosa vegetazione di pini, olivi, elci e querce. I fondali marini sono profondi, incontaminati e particolarmente apprezzati dai subacquei.

Lungo il litorale sono ubicate, da nord verso sud, le frazioni di Acquafredda, Cersuta, Fiumicello, Porto, Marina e Castrocucco; all’interno, ad est del Monte s. Biagio, su cui dominano i resti dell’antica Maratea, sono situate le frazioni montane ad economia prevalentemente agricolo-pastorale di Massa, Brefaro e S. Caterina, mentre, sul lato sud della vallata, è collocato il Centro Storico.

Il centro storico

Intorno all’anno mille gli abitanti di Maratea Superiore cominciarono a stabilirsi nella valle, luogo ricco di acqua e maggiormente adatto per praticare le attività agricole. Iniziarono così ad essere edificate le prime abitazioni del Centro Storico che con le Chiese, i vicoli, i portali in pietra e gli angoli fortemente suggestivi, sarà destinato a divenire il centro nevralgico della città, sede amministrativa e delle principali attività commerciali ed artigianali.

Il centro storico offre una ricca concentrazione di architetture di valore storico, tra cui luoghi di culto, per questa ragione Maratea è denominata anche “la città delle 44 chiese”.

Mentre si raggiunge il borgo, percorrendo ripidi tornanti a picco sul mare, si può godere ancora di un paesaggio senza eguali in cui colori e profumi si fondono tra sensazioni indimenticabili.

Una volta raggiunto il centro storico ci si perde tra stradine, portali e settecenteschi edifici nobiliari tra i quali si distingue Palazzo De Lieto. Dopo una sosta nei caffè della graziosa piazzetta, di giorno centro dello shopping nei piccoli negozi di artigianato locale e in prestigiose boutique, di sera fulcro di concerti, mostre e manifestazioni culturali, è d’obbligo visitare almeno qualcuna delle 44 chiese della città, tutte custodi di interessanti gioielli artistici.

La Chiesa dell’Annunziata, resa inconfondibile dal campanile e dalla cupola rivestita di maioliche verdi e gialle, fu costruita nel XVI secolo subendo nei secoli successivi diverse modifiche. Ai due lati del portone sono posizionati due leoni stilofori in pietra di epoca medioevale provenienti, molto probabilmente, da una chiesa del Castello. Al suo interno sono di particolare pregio la raffigurazione dell’Annunciazione, risalente alla prima metà del XVI secolo e attribuita al celebre pittore cinquecentesco Simone da Firenze, nonché le tele settecentesche di Santa Lucia e del Martirio di San Lorenzo.

Davanti all’ingresso della Chiesa, al centro della principale arteria del Paese, via San Pietro, si eleva la Colonna di San Biagio che, come si racconta, fu trovata in mare presso l’isola di Santo Janni. La statua marmorea di San Biagio che la sovrasta è un’opera settecentesca di scuola napoletana. Sulla base della Colonna si può notare lo stemma di Maratea, quello dei Borboni e due epigrafi che ricordano la data della sua collocazione.

La Chiesa dell’addolorata, fondata da un’antica congrega, fu eretta nel XVII secolo. Al suo interno è possibile ammirare un altare a tarsie marmoree policrome del XVIII secolo, su cui è posta la statua settecentesca della Madonna e una tela, anch’essa del ‘700, di scuola napoletana raffigurante il Martirio di San Biagio, mentre la Deposizione sul soffitto è opera del pittore marateota Angelo Brando.

Edificata nel ‘700 sui resti di un’antica chiesa dedicata a San Pietro, la Chiesa dell’Immacolata presenta un soffitto di legno a cassettoni con al centro un dipinto dell’Immacolata. Gli ovali posti ai lati dell’altare rappresentano rispettivamente San Biagio e San Pietro. Nella cripta sottostante è stato rinvenuto un affresco raffigurante gli apostoli, opera di un artista ignoto, risalente al XIV secolo.

La Chiesa di Santa Maria Maggiore, detta anche Chiesa Madre, situata nella parte alta del Paese, fu edificata sulle basi di una preesistente chiesa. Ampliata nel corso del XVI secolo mediante la costruzione del campanile, inglobando nell’area presbiteriale una torre medioevale, nel corso dei secoli è stata arricchita con vari elementi architettonici. Costituisce elemento di notevole pregio il coro ligneo, di cui la prima parte risale al XV secolo, mentre la seconda al XVII secolo. All’interno della chiesa si trova una pregevole statua di alabastro risalente al XVII secolo raffigurante la Madonna degli Angeli. Tra i dipinti meritano particolare attenzione l’olio su tavola raffigurante l’Immacolata e la tela della Trinità. Sono di notevole fattura le statue lignee: quella rappresentante la Madonna delle Grazie con Bambino del XVIII secolo e le policrome sculture seicentesche di San Vito, San Michele Arcangelo e l’Ecce Homo.

Maratea, perla del Tirreno

Sulla cima del Monte San Biagio si erge maestosa la statua del Cristo Redentore, opera dello scultore fiorentino Bruno Innocenti e voluta dal Conte Stefano Rivetti di Valcervo. Alta 22m, con un’apertura di braccia di 19m e il volto largo 3m, la statua fu iniziata nel 1963 e ultimata nel 1965. Seconda al mondo, per la sua monumentale altezza, solo dopo quella del Corcovado di Rio De Janeiro, la statua, che con la sua imponenza domina l’intero paesaggio di Maratea, fu eretta in sostituzione della Croce Monumentale in pietra fatta erigere nel 1942 dall’allora Podestà Cav. Biagio Vitolo. Di fronte alla Statua del Cristo Redentore è ubicata la Basilica di San Biagio, dedicata al Santo Patrono di Maratea.

Maratea, perla del Tirreno

Maratea a tavola

La pasta lavorata a mano, dai fusilli alle lagane ai maccheroni, è spesso accompagnata da ottimi ragù di carne, ma anche verdure e legumi. Da provare sono anche i salumi, in particolare salsiccia e sorpressata, e i formaggi, come la mozzarella di Massa e i caciocavalli, in genere presentati come antipasti gustosi che precedono portate altrettanto prelibate.

Un vero piacere per il palato è rappresentato da zuppe di pesce, vermicelli al sugo di alici, o ancora alici “a scapici” e chef arditi a volte provano a riproporre il “garum”, una salsa ottenuta dalle interiora di pesce molto utilizzato dai romani. Un must della gastronomia di Maratea è il peperoncino elemento indispensabile che accompagna ed esalta quasi tutti i piatti.

Tra i dolci, sono squisiti i bocconotti, biscotti ripieni di mostarda di uva, i mostaccioli, biscotti a base di pasta di mandorle ricoperti di cioccolato e le zeppole, ciambelle fritte.

Il mare di Maratea

Con i suoi 32 chilometri di costa quella marateota assume un fascino particolare anche perché la sua  rocciosa scogliera, che ospita ancora le tracce delle antiche torri di avvistamento, si alterna a piccole spiagge delimitate dall’azzurro del mare e dal verde della macchia mediterranea, dando vita a splendide località balneari: Acquafredda, più a nord, Cersuta, con spiagge tra le più apprezzate, Fiumicello, una delle più frequentate, la Spiaggia Nera, dal caratteristico colore scuro della sabbia, Castrocucco, dove si staglia una delle spiagge più suggestive.