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La Valle Argentina forma con la vicina Valle Armea il territorio delle Alpi Mistiche della Liguria. In queste valli della Liguria occidentale le leggende, molte delle quali suffragate da fatti realmente accaduti, conducono attraverso boschi e sentieri un tempo percorsi da contadini, pastori, bardi e fattucchiere.

L´alta valle è la terra dei misteri, delle leggende e delle inquietudini. La storia di Triora, il paese delle streghe, è legata a doppio filo con il famoso processo alla stregoneria del 1587, ed è ormai conosciuta ben oltre i confini locali. Meno conosciuta è invece la frequentazione, in tempi più remoti, di queste stesse zone da parte di popolazioni celtiche, di ceppo gallico, che ebbero scambi intensi con i liguri del luogo – gli Intemeli – e ne condizionarono lingua, cultura e tradizioni fino a lasciare tracce visibili anche in tempi moderni.

I celti e le “streghe” non si conobbero mai. I primi si stabilirono in alta valle quando ancora l´aquila di Roma non governava su queste terre. Le seconde invece furono interpreti, e vittime, di una cultura non dominante, fatta di saperi empirici legati a tradizioni ancestrali. Il sospetto dalle autorità religiose nel periodo della Controriforma fece il resto.

I Sentieri dei celti: la pietrafitta del Passo della Mezzaluna

Ritrovamenti preistorici in tutta la Valle Argentina testimoniano la presenza stanziale di civiltà preistoriche, la cui principale fonte di sussistenza era la pastorizia. Qui le popolazioni locali ebbero scambi e contatti con altre provenienti dalla Gallia celtica.

I maggiori ritrovamenti si trovano in corrispondenza di piccole grotte, adibite ad uso abitativo e sepolcrale nelle zone di Realdo (Triora) e Badalucco. Nella vicina Bajardo, l´antica chiesa fu costruita sulle vestigia di un tempio pagano sacro al dio Abelio.

Ma la testimonianza più suggestiva, e per certi versi più misteriosa, è la pietrafitta, o menhir, dei prati di San Lorenzo, o del Passo della Mezzaluna. Si tratta di una roccia imponente, lunga circa due metri, saldamente piantata nel terreno sulle alture di Molini di Triora, sul sentiero che porta al Passo della Mezzaluna.
Il menhir, a cui è difficile attribuire un´età precisa, appare come un masso uniforme e ben levigato, collegabile per queste caratteristiche all´opera dell´uomo. L´estremità del menhir indica, seppur con notevole approssimazione, l´azimut del sole al tramonto nel periodo del solstizio d´inverno. Non lontano dal menhir, si trovano altri reperti. Pietre disposte a perimetro, come a delimitare un recinto, e poi un masso liscio, secondo molti un masso-altare ad uso sacrificale.

La zona si raggiunge in auto dalla strada che, da Molini di Triora, dopo 15 km porta verso il Passo della Teglia, a quota 1387 m e lungo lo spartiacque che separa la Valle Argentina dalla Valle della Giara, affluente dell´Arroscia. Qui si lascia l´auto e si intraprende il sentiero segnato dal C.a.i. Verso il Passo o Colle della Mezzaluna. Dopo meno di un´ora di cammino pianeggiante e ombreggiato da noccioli e faggi si raggiunge la dolina, o sotta, di San Lorenzo che si trova a sinistra del sentiero. In questa zona, non segnalati, si trovano il menhir, il masso-altare, il recinto (o gias) e i ruderi della cappella medievale di San Lorenzo. L´escursione può proseguire fino al Passo della Mezzaluna (1454 m), luogo citato da Italo Calvino ne “Il sentiero dei nidi di Ragno”, e poi (circa 5 ore dalla partenza a passo di marcia) fino alla vetta del Monte Monega (1882 m), da cui si può ammirare un panorama che abbraccia a occidente le vette più alte delle Alpi Liguri e Marittime e verso sud spazia fino al mare.

I luoghi delle streghe: Triora e il Lago Degno

A Triora, un tempo granaio della Repubblica di Genova e bastione in difesa del confine coi territori dei Savoia, fu scritta una delle pagine più fosche nella storia della caccia alle streghe. A partire dal 1587, complice una grave carestia e un clima di insicurezza generale, diverse donne del paese e, in un secondo momento, di tutta la valle, furono torturate e processate con l´accusa infamante di praticare la stregoneria. Diversi libri e documenti storici raccontano i dettagli del processo, durato alcuni anni, e le conseguenze che le donne del posto dovettero subire. Molte di esse, come la nobile Isotta Stella, morirono durante il processo. Altre scapparono, furono deportate e di loro non si seppe più nulla, o quasi. Più complessi i motivi che scatenarono l´accusa. Sembra infatti che alcune donne del luogo avessero nozioni empiriche di medicina alternativa. Sapevano usare erbe e piante dalle proprietà curative. Inoltre alcune tradizioni di lontana origine pagana erano ancora praticate da ampie fasce di popolazione.

Secondo i racconti popolari e le cronache del processo, le “streghe” si riunivano in luoghi precisi, dove praticavano riti satanici, si accoppiavano col maligno e lanciavano maledizioni. Nei pressi di uno splendido laghetto nascosto in mezzo al bosco, le streghe si riunivano di notte per ballare con il diavolo. Il mito vuole che esse raggiungessero la zona, a valle del paese, a piedi, a cavallo, a bordo di una scopa o cavalcando diavoli dalle fattezze di caproni. Qui aveva luogo il sabba tra danze sfrenate, accoppiamenti animaleschi, grandi abbuffate. Al momento culminante il diavolo si gettava nel fuoco, e le sue ceneri venivano raccolte dalle streghe che le spargevano sui campi, procurando così le carestie.

Il Lago Degno è un piccolo capolavoro della natura. Si trova di poco più a valle del famoso ponte di Loreto, alla confluenza del rio Grognardo e del torrente Argentina, tra cascatelle, salti di roccia strapiombante e altri piccoli laghi naturali. Ancora oggi alcuni anziani del luogo usano farsi il segno della croce di fronte alle sue acque scintillanti. Ma il laghetto è ormai frequentato, in estate, da turisti e giovani del luogo, che qui passano giornate indimenticabili a contatto con la natura.

Il Lago Degno si raggiunge dal sentiero che costeggia il torrente sul fianco destro della vallata, dalla frazione di Loreto fino alla strada che conduce a Monte Ceppo e la Melosa, poco oltre l´abitato di Molini di Triora. Da Molini di Triora si imbocca il bivio per Carmo Langan e si lascia l´auto nei pressi del primo tornante. Qui comincia un sentiero pianeggiante all´ombra di una faggeta. Dopo un quarto d´ora di cammino si raggiunge la discesa, sulla destra, che porta fino a una piccola radura e poi al lago. Il sentiero è molto semplice ma la discesa che precede l´arrivo alle cascate non è agevole, per cui è consigliabile disporre di un´attrezzatura corretta (scarponcini o scarpe da ginnastica con buona suola).

Alpi Mistiche della Liguria è il filo conduttore della promozione turistica delle Valli Argentina e Armea, entroterra di Sanremo e Taggia – Riviera dei Fiori (Im). Una storia comune, fatta di tradizioni e simboli condivisi tramandati nel tempo, diviene il punto di contatto naturale tra i nove Comuni del territorio. La sintesi del comune sentire, suffragata da numerose testimonianze archeologiche, storiche, linguistiche e culturali, è stata individuata nel concetto chiave di Alpi Mistiche della Liguria: un territorio complesso ma unito da un forte radicamento mistico-religioso, le cui radici affondano negli albori della civiltà umana.

Alpimistichedellaliguria.it è il portale internet delle Valli: qui si trovano i punti di interesse suddivisi in percorsi tematici (vie del sacro, profano, mente, anima, forza, guerra, sapore) oppure catalogati secondo i Comuni di riferimento (Badalucco, Carpasio, Castellaro, Ceriana, Molini di Triora, Montalto Ligure, Pompeiana, Terzorio, Triora). Oltre ai punti di interesse turistico, nel sito si trovano sezioni dedicate alla ricettività, documenti scaricabili e gli eventi dei Comuni