Vasia
Prela
Dolcedo
Prela

Quando si è sulla costa ligure, sembra impossibile che ogni strada che si inerpica verso l’entroterra conduca a borghi ricchi di storia e attraversi paesaggi inediti. Anche l’entroterra di Porto Maurizio offre un’infinità di sorprese…

Il santuario di Montegrazie (sec.XV) è immerso nel verde. L’occhio, lassù, si perde tra l’azzurro del mare e il verde argentato degli ulivi. Sullo sfondo troneggiano le Alpi.

Nel borgo di Dolcedo si può passeggiare costeggiando il torrente Prino con le ruote dei vecchi mulini e raggiungere il ponte costruito dai Cavalieri di Malta nel 1292. La parrocchiale, con un grazioso sagrato, custodisce il “Martirio di San Pietro da Verona” di Gregorio De Ferrari. Ormai sono numerosissimi i tedeschi che hanno comprato casa in paese, come si può notare dagli annunci delle agenzie immobiliari appesi sulle case.

Prelà, con le sue frazioni, è situato nell’alta val Prino: un territorio ricco di mulini e frantoi già nel 1400. Da visitare la bella chiesa di San Giovanni del Groppo. Sopra Pantasina si trova il santuario della Madonna della Guardia, da dove si può vedere un panorama unico delle montagne e del mare. Proseguendo si arriva a Colle d’Oggia e si raggiungono le valli Argentina e Arroscia, percorrendo un paesaggio lunare dal forte fascino.

Quello che rende ancora più affascinante l’entroterra della provincia di Imperia è che quasi tutte la valli, da Diano Marina a Ventimiglia, sono collegate tra loro. A Vasia si può visitare la chiesa di San Martino con il bel campanile romanico. Oppure la graziosa chiesa campestre di Sant’Anna con un notevole portico. La strada che riporta a Imperia è posta su un crinale dal quale si possono dominare le vallate intorno, i borghi immersi negli ulivi e i santuari.

La serie di valli che fanno capo a Porto Maurizio sono depositarie di una cultura specifica, quella dell’olivo. In tale dimensione sono accomunate ad altri ambiti territoriali vicini, quali la valle Impero e le valli dianesi. L’olio extravergine di oliva si propone sempre di più come una realtà tradizionale, di alta qualità, atta a soddisfare le esigenze della moderna alimentazione. Risalendo le valli, non si possono non osservare tre realtà. In primo luogo i corsi d’acqua, che spesso vengono imbrigliati in canali, un tempo utili a portare acqua a molini e frantoi. Poi l’ampia distesa degli oliveti.

In mezzo, la corona di orti alle quote medio-basse, con una produzione di ortaggi e legumi che va dalla primavera all’autunno inoltrato. La stagione di massima produzione è quella compresa tra l’estate ed il primo autunno. È il trionfo delle verdure ripiene. Pomodori, peperoni, zucchini trombetta… tutto viene utilizzato per la formazione del ripieno. Anche un semplice zucchino trombetta di Albenga bollito con un filo d’olio può dare sottili emozioni al palato, mentre si scioglie in bocca la polpa morbida e dolce avvolta dall’aroma dorato del condimento. Del resto, questo zucchino è stato riconosciuto con denominazione d’origine protetta nella Provincia di Imperia. Il ripieno di verdura può riempire i fiori di queste zucche, opportunamente posti in forno. Raccolti al mattino, quando sono ben aperti, i fiori possono essere mangiati fino alla sera, nei giorni di festa, come accade tanto a Tavole quanto ad Artallo.

D’inverno sono i cavoli o i carciofi ad essere protagonisti. Spesso crudi, con olio e, nel caso del cavolo d’Albenga, con un po’ d’aceto ed un’acciuga. Si può anche prendere un grande cavolo e gustarlo ripieno e infornato, nella tipica ricetta detta u prève (il prete). I torrenti offrono pesci d’acqua dolce, ingiustamente sacrificati rispetto alle presenze ittiche di mare. I cavedani ed i barbi si trovano nei magri torrenti e si possono affiancare a trote ed anguille altrettanto presenti in corsi d’acqua più rilevanti. I cavedani si possono mangiare messi in tegame od in guazzetto.

Non manca, al colmo delle valli, una relazione con gli ambiti submontani. La cultura della castagna è ben viva ancora a Pantasina, in un apprezzato momento di socialità (sagra della castagna, la seconda domenica di ottobre). La castagna può essere affiancata, ad esempio, alla carne di cinghiale: un accostamento singolare, tipico del periodo autunnale. Villatalla, invece, si presenta come punto di contatto con la cultura pastorale, ai margini degli antichi percorsi di transumanza. Non mancano neanche in questa valle gli assaggi dei formaggi legati all’attività di pastorizia. Infine, dulcis in fundo, una rarità. Si può dire che a Pietrabruna, centro alle spalle di San Lorenzo al Mare, legato al comprensorio di Porto Maurizio, si possa trovare l’unico dolce a base di olio di oliva. È una specificità che può essere permessa solo dalle particolari caratteristiche dell’extravergine di cultivar taggiasca: olio, farina e zucchero per la stroscia, piccola torta che, appunto si “stroscia”, cioè si spezza facilmente, gradevolissima al palato.
Se volete provare realizzarlo, trovate cliccando qui la ricetta!

Informazioni online:
www.comunitamontanaolivo.it e www.stradadellolio.it