“…Bella quant’altra…con un prospetto così libero e vasto che più grande e più bella io non credo aver ne possa alcun’altra città situata in pianura”
(Lettera di Petrarca a Boccaccio, 14 dicembre 1365)

L’attuale ponte, suggestivo simbolo di Pavia, sostituisce quello più antico di età medievale. Il monumento originario, iniziato nel 1352 adopera degli architetti Giovanni da Ferrera e Jacopo da Cozzo, sulle rovine di una precedente costruzione romana, constava di sei piloni e sette arcate di diversa luce. Voluto da Galeazzo II Visconti all’indomani della conquista della città (1360) trovava la sua caratteristica nella copertura a volta.

Successivamente, furono aggiunti nel 1599 una porta monumentale sulla testata dalla parte del Borgo Ticino, verso la metà del XVIII secolo una cappella in onore di San Giovanni Nepomuceno, patrono degli annegati, sul pilone centrale, e nel 1822 un arco verso il centro storico, disegnato dall’architetto milanese Carlo Amati.

Nel 1944, durante la seconda Guerra mondiale, i bombardamenti delle forze alleate danneggiarono l’antico ponte trecentesco, che, per timori di crolli strutturali venne completamente distrutto nel 1948. Alcuni resti dei piloni del ponte romano sono visibili ancora oggi nelle acque del fiume.

Il ponte odierno, edificato nel 1951 e inaugurato dal Presidente Luigi Einaudi, collega il centro storico della città con il pittoresco borgo medievale al di là del fiume Ticino, tradizionalmente abitato da lavandaie, cavatori di ghiaia e pescatori. Al centro di alcuni eventi, il fiume Ticino e il Ponte coperto segnano importanti momenti di aggregazione come ad esempio la processione di barcè 

Materiali superstiti del vecchio manufatto si trovano sul nuovo ponte coperto: blocchi in trachite sono stati reimpiegati nella muratura dei piloni e stemmi nobiliari sono stati inglobati nel paramento verso valle, così come la statua lignea di San Giovanni Nepomuceno, ricollocata nella cappella eretta sul pilone centrale.