Una recente proposta di legge inserisce il Teatro Antico di Siracusa, il più bel teatro greco italiano, nella lista dei Monumenti Nazionali. Insieme saranno inseriti anche i teatri siciliani di Tindari, Segesta, Agira e Hippana.

Se non bastasse la straordinaria bellezza di Ortigia, del mare incantevole di questo angolo della trinacria o delle golose proposte enologiche e culinarie siciliane a motivarvi ad una visita di Siracusa, ecco la tappa che non può proprio mancare in un viaggio nella magnifica isola di Sicilia: il Parco Archeologico della Neapolis.

Il Parco Archeologico della Neapolis vanta alcuni tra i monumenti antichi più belli e particolari al mondo, di cui il Teatro Greco è il più noto. Il Teatro Antico di Siracusa, realizzato su incarico di Gelone dal celebre architetto Damokopos, detto Myrilla, è il monumento più famoso del Parco archeologico e uno tra i più grandi e importanti nel mondo antico.

All’ingresso del parco archeologico trovate tutti i servizi e un bar e i percorsi sono segnalati secondo il tempo di cammino necessario, indicato nelle mappe. Il cammino è piacevole, quasi interamente accessibile e profumatissimo, tra alberi da frutto, agrumi e fiori tipicamente siciliani.

Il Teatro Antico di Siracusa ha la particolarità di essere quasi interamente scavato nella roccia di un rilievo montuoso, il colle Temenite. Le dimensioni del teatro e la forma della cavea e dell’orchestra, nonchè le iscrizioni, hanno suggerito ad alcuni studiosi di porre la costruzione del monumento tra il 238 e il 215 a.C.; l’impianto attuale è quello successivamente trasformato in epoca romana.

Il Teatro greco presenta una cavea di enormi dimensioni, con 67 ordini di gradini. Nel corridoio si trovano iscrizioni in greco con al centro il nome di Zeus Olimpio. Ad est erano i nomi di divinità non più leggibili; ad ovest erano i nomi dei membri della famiglia di Ierone. Si leggono ancora chiaramente i nomi di Nereide, moglie di Gelone II, figlio di Ierone II, e di Filistide, moglie di Ierone II. Una curiosità: qui le donne erano ammesse già nel IV secolo a.C.

Nella Neapolis è possibile ammirare anche l’anfiteatro romano, di controversa datazione, attribuito da taluni ad Augusto, da altri a Settimio Severo; l’ara di Ierone II, un grandioso altare per i sacrifici pubblici della città e la Via dei Sepolcri, di impianto ellenistico, profondamente incassata nella roccia e fiancheggiata da ipogei bizantini.

Il colle Temenite divide l’area del Parco archeologico in due parti: a sud si può visitare il percorso monumentale della Neapolis, a nord si trovano le Latomìe, ovvero cavità misteriose scavate nella roccia che talvolta erano cave per l’estrazione della pietra, e talvolta prigioni.

A questo straordinario complesso di monumenti fa da fondale, dunque, lo scenografico arco delle latomie del Paradiso e di Santa Venera. Queste antiche cave di pietra recano ancora i segni dell’estrazione, tra una rigogliosa vegetazione di aranci e alberi secolari. Non mancano le suggestive e amplissime grotte, fra cui la Grotta dei Cordari e il celebre Orecchio di Dionisio, una grotta dalla particolarissima acustica: provate a cantare in fondo alla grotta!

L’estremità orientale del Parco archeologico si trova a ridosso della latomia di Santa Venera e si conclude con un agglomerato roccioso, costituito da una serie di camere sepolcrali. Tra questi vi è la cosiddetta tomba di Archimede, denominazione ormai storicizzata di un grande vano caratterizzato da un prospetto architettonico intagliato nella viva roccia, con frontone a timpano e semicolonne doriche a rilievo, risalente ad età romana.

Siracusa fu uno dei centri di della cultura teatrale, dalle commedie doriche all’invenzione del mimo, fino a opere come Le Etnee, che Eschilo scrisse per questo Teatro e mise qui in scena nel 476 a.C.
Oltre che per le rappresentazioni il teatro veniva usato per le assemblee popolari.

Dopo essere stato adattato in epoca imperiale ai giochi circensi, il teatro cadde in abbandono.

Dal 1914 lo spazio scenico del teatro greco è utilizzato prevalentemente per le cosiddette “rappresentazioni classiche” di tragedie e commedie greche, seguendo i dettami della tradizione, ma non mancano anche moderni spettacoli e concerti musicali, in uno spazio di grande suggestione.