“Guardando di là il paese, tornavano ai miei occhi le immagini familiari di un paesetto lucano. Isnello gli assomiglia: per quanto sia più grande, meno povero, più pulito. E’ un paese di pastori, di contadini, piccolissimi proprietari di una terra divisa in frazioni microscopiche, di artigiani la cui arte è ormai costretta alla decadenza, ma che ricordano i tempi d’oro in cui si facevano splendidi pizzi, si fondevano campane, si conciavano le pelli e si soffiava il vetro. Ancora oggi le tre parti in cui è diviso il paese si chiamo Vetreria, Fonderia e Conceria… paese antichissimo e perciò piena di profonda nobiltà”.

Così Isnello viene descritto da Carlo Levi ne “Le parole sono pietre” (1955. Einaudi, Torino), nella cronaca della visita di Vincent Richard Impellitteri, 101° sindaco di New York, al proprio borgo natìo. Vincenzo Riccardo Impellitteri fu il primo nato ad Isnello del Novecento, quello che sarebbe diventato l’Uomo del Nuovo Secolo nel Nuovo Mondo. La famiglia emigrò in America nel 1901, compì studi in giurisprudenza e divenne esponente del Partito Democratico. Fu consigliere comunale a New York, città della quale divenne il 101º sindaco nel 1950 fino al 1953; dopo l’esperienza politica fu giudice della Corte Criminale dello Stato di New York.

Sono cittadini onorari di Isnello diverse personalità illustri del mondo scientifico e culturale. A partire dal 2009 nasce il Premio GAL Hassin, una targa premio, che viene assegnata a donne e uomini di scienza che si sono distinti nell’ambito della ricerca o della divulgazione delle scienze astronomiche. È un ricamo su rete di filo d’oro, di squisita fattura artistica, prodotto a Isnello da un’esperta ricamatrice di filet e il motivo rappresenta un vortice, una galassia spirale. Unitamente al Premio, l’Amministrazione Comunale assegna la cittadinanza onoraria agli insigniti e così nel 2011 è diventata cittadina isnellese Margherita Hack, dal 2015 lo è George Fitzgerald Smoot Premio Nobel per la Fisica 2006, dal 2018 anche Paolo Nespoli Astronauta ESA, dal 2020 Michel Mayor Professore Emerito dell’Università di Ginevra e Premio Nobel per la Fisica 2019 e molti altri.

Ad Isnello è stato interamente girato il film “Placido Rizzotto” (2000), diretto da Pasquale Scimeca, dedicato alla memoria del grande sindacalista siciliano, segretario della Camera del Lavoro di Corleone, rapito e ucciso da sicari di Luciano Liggio il 10 marzo 1948. La realizzazione della pellicola ha richiesto settimane di lavorazione e ha coinvolto l’intera cittadinanza che ha recitato in piccoli ruoli.

Sono molte le iniziative avviate per sensibilizzare le nuove generazioni sui temi dell’ecologia, dell’ambiente, della Memoria e della lettura. L’intera illuminazione pubblica è stata convertita con lampade a basso impatto al fine di contribuire al risparmio energetico e preservare le caratteristiche del cielo notturno limitando l’inquinamento luminoso.

Isnello è tra i Comuni più “ricicloni” di Sicilia, premiato per questo dalla Regione Siciliana.

Nella Villetta Comunale, oltre al ricordo dei caduti di tutte le guerre, è stato piantumato dai ragazzi dell’Istituto Comprensivo “F. Minà Palumbo” il Giardino dei Giusti: un melograno per ogni Eroe in Memoria di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Peppino Impastato, Padre Pino Puglisi, Margherita Hack e Giovanni Ortoleva “Jacon” partigiano isnellese.

In giro per il centro storico e in corrispondenza di alcuni punti panoramici sono stata installate le “Casette rosse”, piccole biblioteche per il book crossing.

Le future generazioni di Isnello, inoltre, beneficeranno presto di una nuova scuola totalmente green e costruita secondo le più moderne tecnologie, unica con certificazione LEED per tutto il centro-sud Italia, che ospiterà aule per una didattica innovativa, giardini e spazi ricreativi ma sarà anche “Casa della Comunità” a disposizione della cittadinanza tutta, con l’auspicio che questa infrastruttura sociale possa fungere anche da attrattore per il ripopolamento del borgo, così come sta accadendo con la creazione di spazi di co-working destinati a chi intende cambiare vita e approfittare dei vantaggi e della comodità dello smart-working per lasciare le grandi e affollate città.

Trame di Comunità

E così donne sapienti hanno ereditato tutti i segreti che si celano tra trama ed ordito, riuscendo a ricamare tessuti leggiadri e creare reti d’amore. È così nascono merletti che impreziosiscono corredi e abbelliscono accessori moda e complementi di design e arredo per la casa. La tradizione del filet portata avanti dalle ricamatrici conserva il fascino di un tempo perduto da riscoprire e di un antico sapere da tramandare.

Sono altrettanto sapienti le giovani mani di Emanuele che ha ereditato e appreso la passione per l’intreccio dai suoi avi. Cesti di ogni foggia e dimensione prendono vita da canne, giunchi e vimini raccolti sul letto del fiume solo quando lo dice la luna piena che saprà farli piegare, appassire e consolidare. In un’epoca in cui le dita corrono sugli smartphone, lui sa apprezzare e dedicarsi alla lentezza di gesti altrimenti perduti.

E di antico sanno i “piduna” filati e tessuti dalla zia Caterina, all’ombra del suo cortiletto dove risuonano i racconti dei giochi di una volta. E così prendono forma le antiche calze di lana indossate dai pastori, calde d’inverno e fresche d’estate. Dalla lana cardata delle pecore appena tosate, il fuso ricava il filo che attorcigliandosi sui ferri viene restituito a nuova vita.

Ma ad Isnello risuonano anche canti. Nuove voci per testi e musiche che celebrano la storia e la fiera identità di un popolo che ha sempre saputo a che santo votarsi. E così il Coro Anima Gentis composto da 100 elementi, accompagnato dalla Storica Banda Francesco Bajardi e diretto dal Maestro Antonio Sottile, conserva e intona le “frottole”, gli antichi inni sacri composti per celebrare dieci solennità. Gli Inni Sacri di Isnello, sono state iscritte nel 2014 nel REGISTRO DELLE EREDITA’ IMMATERIALI DELLA REGIONE SICILIA – Libro delle Pratiche Espressive e dei Repertori Orali. Sono un’espressione etnica e artistica peculiare in cui convergono momenti di musica sacra, ora colta ora quasi popolare e scene policrome di riti processionali inneggianti alla fede e ai doni della terra. Un’autentica gemma, nello scrigno del folklore religioso siciliano. Una rara e preziosa tradizione per i profondi significati di fede e devozione popolare che custodisce Costituiscono un complesso e fantasioso ricamo di canti ed inni sacri, con tanto di orchestrazione e strumentazione. Non c’è paese o centro, in Italia e nel mondo, che possegga una usanza storico-artistica di tal genere. Una sorta di dna intrinseco, la trama di un proprio ben definito cromosoma culturale, ricamato nel tempo dalla gente di Isnello in tributo ai propri stessi valori di socialità e di pensiero.

E di antico sa il rito della “Casazza“, la grande processione del Venerdì Santo ad Isnello che raccontava in quadri animati la Storia della Redenzione. La prima notizia certa della Casazza risale al Venerdì Santo del 1627. Non può e non deve essere considerata una manifestazione folkloristica-religiosa in quanto essa si caratterizza essenzialmente come azione paraliturgica all’interno del triduo pasquale. Come tale essa è unica. Tipicamente isnellese, non ha niente a che vedere, tranne per la stessa forma di drammatizzazione, con tutte le altre sacre rappresentazioni che ancora oggi in più parti si recitano. La Casazza di Isnello, insomma, non si recitava ma si celebrava.

Ne è conservata memoria nel cortometraggio “Passione a Isnello” (di Ugo Fasano, 1950 – Phoenix, Roma), pare che anche da tale documentario Pasolini abbia tratto diversi spunti per la realizzazione del suo noto “Dal Vangelo secondo Matteo”. In ricordo di essa, oggi, il Venerdì Santo si caratterizza per la mesta processione detta “mica” o della “Sulità”, termine di origine spagnola che riecheggia la Soledad (appellativo della Madonna Addolorata). La processione odierna ripropone gli ultimi tre quadri dell’antica Casazza, inizia alle 22.00 e si protrae fino alle prime luci del giorno che si confondono con le candele dei “sepurcra” riccamente parati.