Dino
Il miraggio
Le protagoniste del jeep safari
Il-Sahara-di-Boa-Vista
Lo-skipper-sardo
Era-grosso-ma-mi-è-scappato
A-bagno-nelle-saline
Sulla-spiaggia-di-S. Monica
Silvana
Maurizio

Tour operator e agenzia locale, tuttofare e italianissina, (accoglienza all’aeroporto, assistenza in loco, escursioni ecc.). Pernottamento e prima colazione all’Aparthotel Leme Bedje, gradevole e pulito con ottime colazioni self-service. Cambio: 112 Escudos capoverdiani per 1 Euro ma accettano anche Euro cambiandoli a 100 escudos per 1 Euro. Pagamenti con Carta di credito accettati quasi ovunque ma con un ricarico del 5%.

La stessa curiosità di vedere posti un po’ fuori dai soliti itinerari e non intruppati in comitive o in villaggi, che ci aveva spinto a visitare il Belize (vedi “Belize e Guatemala” sempre qui su “Sottocoperta”) ci ha indotti ad andare una settimana a Capo Verde in un viaggio “fai da te” almeno per il 50%.

Tutto è stato positivo e all’altezza delle aspettative (che erano “mare stupendo, ottimo clima, spiagge super e …..deserto”). Come vedete non ho scritto “panorami bellissimi, palme e vegetazione tropicale” perchè sapevo in partenza che non avrei trovato cose di questo genere. Il paesaggio è molto più “sahariano” che tropicale (se per tropicale intendiamo vegetazione lussureggiante, spiagge con le palme ecc), con un vento costante che in questa stagione è accettabilissimo a livello di una gradevole brezza ma che, mi dicono, diventerà decisamente più forte nei prossimi mesi tanto che a S.Maria (il centro turistico dell’isola) si svolgeranno i campionati mondiali di Surf con un enorme afflusso di appassionati tale da saturare ogni posto a disposizione. Vita notturna (per chi è interessato) quasi totalmente all’interno dei villaggi turistici. Una sola strada asfaltata per un totale di non più di 20 Km. ed infinite piste per fuoristrada. Al di fuori del villaggio di S.Maria (ai cui margini ci sono il grandi complessi dei villaggi turistici) e del paese di Esparago, dove c’è l’aeroporto internazionale, vi è ben poco.

In Santa Maria molti buoni ristoranti (spesa media 10 Euro per un ottimo piatto di pesce – o anche di carne – guarnito da patate fritte, insalata, pomodori e l’immancabile riso + una birra ed un “discreto” caffè) e molte pensioni. Noi abbiamo alloggiato ( in tre persone) al Leme Bedje, un complesso di appartamenti (il nostro era un due camere + servizi + un “teorico” angolo cottura) con prima colazione a buffet ottima ed abbondante. Volendo si poteva pure pranzare e cenare pagando extra (ovviamente) i pasti.

Abbiamo fatto 4 escursioni (care ma indispensabili per vedere qualche cosa) e precisamente:

1) Jeep Safari : un gruppo di 10 fuoristrada con 4 persone ognuna (guidate dagli stessi turisti). Sulla capofila c’era la “guida” che indicava il percorso e le altre dietro tutte in fila. Dalle 9 alle 18 abbiamo girato in lungo e in largo tutte le piste, scalato dune di sabbia, visto uno splendido miraggio nel deserto, fatto il bagno in una salina (galleggiavamo come tappi di sughero) e visitato tutti gli angoli del “Isla do Sal”. Pranzo (compreso) il un ristorante, spartano ma con cucina discreta, nel paese di Esparago. Una giornata che, con le dovute proporzioni, ci ha fatto sentire tutti in po’ protagonisti di una Parigi – Dakar in miniatura.

2) Escursione all’isola di Boa Vista. Partenza alle 8 per l’aeroporto, imbarco su un piccolo bimotore a turboelica da 18 posti, 20 minuti di volo ed atterraggio all’isola di Boa Vista. Imbarco su fuoristrada in direzione di un vero e proprio pezzo di Sahara (reale e naturale e non fatto per i turisti) con visita ad una piccola oasi. (siamo a soli 400 Km. dalla costa del Senegal e a Boa Vista la cosa è più che evidente). In seguito abbiamo visitato, arrivandoci sempre in fuoristrada, una spiaggia bianchissima larga almeno un centinaio di metri e lunga oltre 19 Km. chiamata S.Monica (in ricordo di quella della California). Sui 19 Km. di spiaggia c’eravamo soltanto noi e la lunga onda dell’oceano e, naturalmente abbiamo fatto un bagno meraviglioso. Pranzo, ottimo, in un ristorante toscano nella zona turistica di fronte ad un mare splendido. Pomeriggio visita ad un piccolo paese dell’isola e rientro a Sal.

3) Una giornata in barca a vela dalle 10 alle 17, bordeggiando, pescando e facendo il bagno; il tutto ottimamente completato da una spaghettata a bordo con un antipasto di carpaccio di tonno e di spada. Il condimento degli spaghetti era di frutti di mare ed aragosta. Simpaticissimi lo Skipper sardo ed il marinaio (anche lui sardo). Ho anche pescato un “mostro” non ben definito ma talmente grosso che, tentando di issarlo a bordo il suo peso ha rotto l’amo e il “mostro” se ne è andato.

4) Qualche ora (dalle 14,30 alle 17) alla ricerca degli squali che frequentano un tratto di costa sassosa; malgrado il tentativo di richiamarli gettando a mare molti pesci portati appositamente dalla guida gli squali non si sono fatti vedere. Ne abbiamo visto uno solo, piccolino, pescato da un pescatore locale.

Fra un’escursione e l’altra, spiaggia e bagni a Santa Maria nella zona antistante ai villaggi turistici. Questa è la cronaca di una settimana a Cabo Verde (Isla do Sal) così come l’abbiamo fatta noi (più di 7 giorni, purtroppo, non ci si poteva fermare perchè i miei amici dovevano rientrare per il loro lavoro).
Ci sono, nell’arcipelago, altre 8 o 9 isole abitate con caratteristiche decisamente diverse l’una dall’altra. Alcune lussureggianti di vegetazione, altre prettamente vulcaniche, alcune molto popolate come Santiago, altre molto meno. Tutte sono ancora poco attrezzate per il turismo che non le ha ancora raggiunte se non in minima parte e sono costose da raggiungere perchè non ci si arriva se non in aereo (non ci sono traghetti che facciano un regolare servizio e, comunque, l’oceano ha sempre onde tali da far soffrire il mare a chi non è abituato) e gli aerei sono abbastanza costosi ed anche quelli non fanno voli regolari ma partono soltanto se sono a pieno carico (15/20 passeggeri).

In ogni caso la partenza per il rientro a casa ci ha intristito perchè un’altra settimana, anche senza altre escursioni ma solo con relax e spiaggia l’avremmo fatta volentieri e l’intenzione di ritornarci, anche per vedere i cambiamenti (è tutto un cantiere e ci sono in progetto fin troppe cose) ci è certamente rimasta. L’isola è, comunque, in mano ad imprenditori e tour operator italiani direi al 100% ed i turisti presenti in agosto erano al 100% italiani. I capoverdiani hanno imparato, chi più chi meno, l’italiano quindi ci sembrava di essere a casa e non abbiamo avuto alcun problema di lingua.

Spesa totale, cosi come abbiamo organizzato il nostro viaggio, 1000 Euro scarsi, assolutamente tutto compreso (volo da e per l’Italia, dormire, mangiare, escursioni ecc.) ma se ne posso spendere 1500/1800 nei villaggi anche solo per viaggio + mezza
pensione esclusi i pasti extra e le escursioni quindi si può raggiungere e superare facilmente i 2000/2500 Euro.
Questa è la cronaca di una vacanza a Cabo Verde fatta in economia ma senza rinunciare a fare tutto quello che si aveva in mente di fare quando abbiamo organizzato il viaggio. Spero che il racconto sia riuscito a soddisfare la curiosità di chi avesse l’intenzione di fare un giro da quelle parti e mi auguro possa essere di qualche utilità a chi decidesse veramente di andarci.
Al prossimo viaggio.
Dino (anche per Silvana e Maurizio)