Nell’oceano Indiano, 350 km al largo delle coste dello Yemen, al quale appartiene, e 250 da quelle del Corno d’Africa e della Somalia, si estende l’arcipelago di Socotra, quattro isole (una maggiore lunga 135 km e larga 40, e tre decisamente minori e disabitate) grandi un settimo della Sicilia.

Un nome che dice ben poco in quanto, dopo secoli di totale isolamento, sono state aperte al turismo soltanto di recente e con strutture ancora pionieristiche. Ma un nome destinato a diventare ben presto assai famoso, poichè si tratta di un luogo di bellezza straordinaria e di estremo interesse naturalistico, dove si entra in contatto con un ambiente autentico e primordiale, per giunta del tutto incontaminato, cosa ormai non più facile da trovare sul nostro pianeta.

Diciamo subito che se Charles Darwin fosse transitato da quelle parti, oggi sarebbero conosciute quanto le Galapagos, perché come laboratorio di studio per l’evoluzione biologica Socotra non è meno importante dell’arcipelago ecuadoregno.

Tutto nasce dal fatto che l’isola si è staccata dall’Africa sei milioni di anni fa, vivendo da allora una autonomia biologica senza interferenze esterne, e che le sue montagne non sono mai state sommerse negli ultimi 135 milioni di anni, cioè dall’epoca dei dinosauri, con il risultato di riuscire a preservare animali e, soprattutto, piante risalenti a quel periodo e che oggi non esistono più in nessuna altra parte della terra. Un po’ un Jurassik park in versione vegetale, con autentici fossili viventi.

Si spiega così la mancanza di mammiferi, che allora non esistevano ancora, e il fatto che su 22 specie di rettili presenti 19 siano endemici e su 850 piante gli endemismi siano ben 283. Tra questi meritano di essere ricordati l’albero del sangue di drago, una pianta ad ombrello il cui tronco secerne un liquido rosso, usato come inchiostro, colorante e medicinale, oppure un albero di 6 metri che produce frutti simili ai cetrioli, il fico di Socotra, analogo ad un piccolo baobab, la rosa del deserto dai delicati fiori rosa e le molte varietà di piante grasse.

La grande attrattiva dell’isola è sicuramente costituita dal suo enorme e integro patrimonio naturalistico e ambientale. La vegetazione fa di questo luogo la decima isola più ricca in assoluto del mondo per la varietà della flora esistente e, allo stesso tempo, nessuna isola al mondo offre una tale varietà di vita vegetale in rapporto alla propria limitata superficie. La maggior parte delle piante si è adattata al clima caldo e arido in modo sorprendente, adottando specifiche strategie di sopravvivenza.

Le peculiarità di Socotra, che in sanscrito significa isola della felicità, non si esauriscono soltanto nella natura. L’interno offre montagne di calcare e picchi granitici alti fino a 1.500 metri, che determinano un paesaggio estremamente vario e sempre mutevole con numerose grotte, fiumi, cascate e profondi canyon.

I 350 km di coste alternano falesie precipiti, faraglioni e grotte, enormi spiagge bianchissime deserte dove nidificano le tartarughe, dune candide di sabbia corallina alte 40 metri, colonie di uccelli e tutt’intorno un mare d’incanto con una barriera corallina più intatta di quella del mar Rosso, bassi fondali di rara bellezza popolati da miriadi di pesci e di crostacei multicolori, dove sguazzano branchi di centinaia di delfini giocherelloni.

Conosciuta già da Egizi, Greci e Romani, che vi approdavano per acquistare incenso e mirra, nonostante la sua posizione strategica lungo le rotte tra Oriente e Occidente ha vissuto un lungo isolamento. I suoi 35mila abitanti sono formati da pescatori di origine africana lungo le coste e da pastori nomadi arabi nell’interno; parlano una lingua autoctona incomprensibile e hanno sviluppato costumi assai peculiari. Curiose anche le case: di corallo sulla costa, di sassi e fango nell’interno.

Tutto l’arcipelago costituisce oggi un’area protetta, oggetto di studio da parte di ricercatori internazionali, ed è tutelata dall’Unesco come patrimonio naturale dell’umanità e riserva della biosfera.

C’è solo da augurarsi che il turismo non abbia mai ad alterare questo lembo di paradiso.