Darwin Aboriginal girl
Cape Leveque beach at sun
Raod to Cape Leeque traff
Windjana Gorge N.P
Gibb River Road Imintji S
Gibb River Road Mt
Bungle Bungle Echidna Ch
Over Bungle Bungle
Gibb River Road
Over Lake Argyle
Gibb River Road
Yanchep N.P. Koala
Humpjack Whales in-Exmout
Victoria Highway Boab tree
Namburg N.P. Pinnacles
Namburg N.P. Pinnacles
Giralia Station sunset
Giralia Station
Kangaroo
Broome Cable beach Camel
Broome Cable beach Camel
Broome Cable Beach Low t
Windjana Gorge N.P
Parrots
Yanchep N.P.

Arriviamo a Darwin alle 4 del mattino, di una notte calda e luminosa, dopo i rituali controlli dei bagagli e verifica delle suole delle scarpe, recuperati i bagagli, un taxi ci porta all’hotel che avevamo prenotato dall’Italia. La città ci è nota, è quasi una rimpatriata; dopo una salutare dormita girovaghiamo per il centro ed il mall in attesa di ritirare la macchina per iniziare il nostro viaggio il mattino successivo. Una piacevole sorpresa: in centro una specie di festa anima le strade, musicisti si esibiscono con musica country australiana e le vie sono piene di gente e bancarelle, dopo un pranzo a base di fish‘n chips e birra, è il momento di fare una passeggiata verso la Britz per ritirare il 4×4. Una comoda Nissan Patrol ci attende e dopo un piccolo intoppo (l’assicurazione che avevo già pagato in Italia non era valida e ho dovuto sganciare 1200$ per la copertura e successivamente farmi rimborsare al rientro) facciamo una corsa verso il Wharf, popolato da tante persone. Dato che il ristorante Christo’s era chiuso, scovo alla fine del molo Crustaceans, e prenotiamo per la cena, cena che si rivelerà superlativa, frutti di mare e pesce al forno di grande prelibatezza il tutto annaffiato da un ottimo vino australiano, festeggiamo così l’inizio della nostra avventura.

La notte scorre veloce e il mattino successivo via……. Prima tappa Katherine, la Stuart HGY scorre veloce con il solito limitato traffico dei pensionati che trainano le loro roulotte, piccola deviazione sulla vecchia strada per un primo contatto con l’outback. Lo scorso anno per problemi di tempo avevamo saltato le Cutta Cutta caves circa 30Km a sud della città di Katherine, ci dirigiamo li direttamente e la visita guidata da un ranger è subito a pochi minuti dal nostro arrivo. Le grotte sono lunghe 500 metri ed hanno delle belle stalattiti inoltre sono popolate da una rara specie di Pipistrello, vediamo anche un bel serpente di grotta in attesa della sua preda.
Dopo la visita si torna a Katherine e dopo un salto in piscina una buona cena e un buon letto ci preparano per il giorno successivo. Giornata lunga ci attende: da Katherine a Lake Argyle sono quasi 600 km in mezzo al nulla, però il paesaggio è infinito, e la strada scorre comunque veloce, facciamo sosta alla Victoria River roadhouse con il fiume scorre placido quasi un ruscello ( popolato però da coccodrilli estuarini, quelli grossi e pericolosi ) impensabile immaginare che nel wet ( la stagione delle piogge), il livello delle acque superi il livello del ponte !! e che la strada si interrompa. Il paesaggio cambia e anche la vegetazione fino ad ora ricca di eucalipti; festeggiamo la vista del primo baobab con una sosta. Approfittiamo per mangiare un panino e al tavolo della roadhouse si avvicina una coppia di mezza età e dopo aver fatto quattro chiacchiere ci chiedono il nostro programma, gli diciamo che le prima parte del viaggio che ci porterà a Perth è la Gibb River Road. Ci guardano stupiti e ci chiedono se abbiamo almeno 3 ruote di scorta e una radio CB !!! alla nostra risposta negativa ci dicono che la strada è molto impegnativa e conoscono persone che hanno forato 6 volte !!! ( in circa 700 km) Io comincio a preoccuparmi …. ma loro probabilmente si riferivano a molti anni prima penso tra me e me, per farmi coraggio.

Dopo i controlli alla frontiera tra il N.T. e il W.A. che riguardano esclusivamente i generi alimentari freschi ed i vegetali compresi i contenitori, dato che è vietato attraversare il confine con queste cose, potenzialmente pericolose per le grosse ed importanti coltivazioni dell’ Ord River, portiamo indietro l’orologio di un’ora e mezza e ci avviamo verso Lake Argyle, una enorme riserva artificiale di acqua circa 1000 kmq, il più grande lago d’Australia è a poco distante e lo raggiungiamo percorrendo una strada bellissima in piena savana con alberi enormi di baobab e fiori colorati tutti intorno. Pernottiamo al motel e facciamo una prima passeggiata verso il lago, un vero mare interno ricco di pesci, coccodrilli d’acqua dolce, (quelli buoni), e uccelli variopinti. Prenotiamo una crociera per il mattino successivo per esplorare meglio le dimensioni del bacino(www.argyleexpeditions.com.au) .La crociera è bella e rilassante i colori caldi e l’aria tiepida, il lago è immenso e in tre ore ne percorriamo solo una piccola parte ma ne vale la pena, al ritorno ci concediamo un piccola comodità. Invece di guidare verso i Bungle Bungle decidiamo di prenotare per la mattina successiva un volo panoramico www.alligatorairways.com.au con escursione nel parco nazionale con una guida, così risparmiamo 1000 km e 2 giorni di viaggio, visto che dovremmo ritornare indietro per imboccare la Gibb River Road.

Ci avviamo così verso Kununurra e sulla strada c’è un piccolo gioiello, Mirimi N.P. detto anche i piccoli Bungle Bungle: cupole di rocce stratificate arancioni e nere ci aspettano ed è divertente perdersi tra i sentieri di questo piccolo parco alle porte della città. Per informazioni sui parchi nazionali: www.calm.wa.gov.au
Apro una parentesi nella definizione di città, al di fuori delle capitali l’Australia è veramente poco popolata ed i centri abitati molto distanti tra loro, un paese di 3.000 abitanti in questo paese è una città !!! Kununurra con i parametri “down under ” è già una grossa città perché ha oltre 5.000 abitanti. Nel pomeriggio dopo la bella ma breve visita al Mirimi ci avviamo verso Wyndham, a cento Km. la città è un importante porto e dopo essere accolti da un enorme coccodrillo di cemento all’ingresso del centro abitato, una breve strada sterrata ci porta ad un bel lookout sulle foci di ben 5 fiumi nell’Oceano Indiano. La giornata è luminosa e l’assenza di umidità permette un colpo d’occhio notevole.
Sulla strada del ritorno sosta al ” Grotto” una specie di voragine profonda forse 150 mt o più con un laghetto sul fondo. E’ però quasi buio e torniamo verso Kununurra perché domani sveglia alle 5.

Una bellissima alba colorata ci saluta mentre attendiamo la partenza, un piccolo aereo da 8 posti ci porta verso il Purnululu N.P. più noto come Bungle Bungle, uno dei più recenti parchi nazionali, sorvoliamo ancora Lake Argyle e le coltivazioni a valle della diga, banane, canna da zucchero le principali. Poi una “piccola ” station : 1.000.000 di ettari !!!!!! 5 fattorie con relative piste di atterraggio per allevare 50/55.000 capi di bestiame, non male vero? Ma eccoci, intravediamo all’orizzonte le prime gobbe colorate di queste antichissime formazioni rocciose, a cui ossidi e licheni danno queste perticolari zebrature. E’ bellissimo dall’alto con colori vivacissimi. Atterriamo e facciamo subito amicizia con i 6 nostri compagni che erano già in attesa di partire alla volta di Cathedral Gorge, una lunga gola che porta ad una specie di anfiteatro sul fondo con un piccolo lago alimentato da una cascata purtroppo asciutta in questa stagione. Il luogo è bellissimo quasi deserto e si respira un’atmosfera quasi surreale per i silenzi e la sonorità quando un uccello lancia un grido. Ci dicono che è un luogo sacro per gli aborigeni, ci credo è molto “mistico”.

Pomeriggio a Echidna Chasm, una strettissima gola ( in certi punti la larghezza è meno di un metro ) con pareti altissime su cui crescono palme abbarbicate alla roccia rossa… Ci arrampichiamo sui massi per raggiungere la fine della gola, siamo sempre fortunati, ci siamo solo noi…I colori sono vivissimi e la luce chiarissima, peccato tornare verso la pista di terra battuta che funge da pista di atterraggio. Il ritorno verso Kununurra ci permette di vedere ancora dall’aria questo affascinante paesaggio e di sorvolare le famose miniere di diamanti “Argyle” dalle quali si estraggano delle preziosissime gemme rosa. Atterriamo in un tramonto infuocato da una palla di sole all’orizzonte.
Sveglia all’alba, la Gibb River Road, l’antica pista che unisce Derby e gli allevamenti di bestiame del Kimberley al porto di Wyndham, ci aspetta, facciamo il pieno, dato che il prossimo distributore si trova ad oltre 450 km. e via verso la nostra meta. L’inizio fino ad Emma gorge è una passeggiata, deviamo verso questa destinazione e ci concediamo una prima sosta, Il resort è molto bello e la passeggiata verso le cascate piacevolissima, miriadi di uccelli cantano e l’aria è tiepida al punto giusto. Le cascate sono molto late e vista la stagione secca solo un rivolo ma i colori e l’ambiente sono molto suggestivi. Riprendiamo la strada il fondo è sempre più sconnesso ed ondulato e occorre fare ricorso alle 4×4 in varie occasioni, e l’attraversamento del Pentecost river è abbastanza profondo. Il paesaggio è suggestivo, baobab, gumtree dalla corteccia bianca e sconfinate distese di spinifex, danno l’impressione di essere davvero soli a contatto con questo sconfinato paese. Il traffico è inesistente e viaggiamo con rilassatezza per gustarci le vista di ciò che ci circonda. Fiori colorati danno una nota di vivacità alle tinte delle erbe secche. In diverse occasioni ci fermiamo per respirare a pieni polmoni quest’aria incontaminata e la sensazione di grande libertà. Intorno a noi la savana si alterna con formazioni rocciose rossastre all’orizzonte e la pianura a tratti di salita per attraversare le colline. La meta odierna è Mt. Elisabeth Station, una fattoria a 30 km. dalla strada principale, allevamento di bovini che rimane isolato per diversi mesi nella stagione delle piogge. La strada è maltenuta e occorre più di mezzora per arrivare in quest’oasi in mezzo al nulla. Ci aspetta una camera semplice ma pulita ed una cena in compagnia di un gruppo simpaticissimo di 5 Italiani con cui facciamo subito amicizia. La station non ha la licenza per gli alcolici, ma noi siamo muniti di riserve di vino, a cui facciamo abbondantemente ricorso…Una bella serata in compagnia, cena fenomenale a base di carne e verdure prodotte da loro ( nessun pericolo di mucca pazza !!!!) una piccola nota: la station rimane isolata per circa 3 o 4 mesi durante la stagione delle piogge, unico mezzo di collegamento la radio e per le emergenze la pista d’atterraggio in terra battuta, se praticabile. Bisogna avere molto spirito di adattamento e risorse psicologiche per vivere qui. Cosa simpatica: non ci sono serrature, solo maniglie e la casa padronale era solo in parte chiusa, ampie parti di pareti erano aperte, senza vetri….

Il mattino seguente ricca colazione, un saluto ai nuovi amici e via verso Ovest. Dopo una sosta al Imitiji store dove veniamo accolti da una enorme gru che passeggia per il piazzale, ci dirigiamo a sud lasciando la strada principale verso Windjana Gorge N.P. e Tunnel Creek. Il primo è un canyon largo e soleggiato percorso da un bel fiume, ricco di coccodrilli che oziano nell’acqua o sulle rive. Centinaia di pappagalli bianchi ci salutano con i loro richiami, siamo in pieno contatto con la natura. Il fondo sabbioso della gola è circondato da rocce rossastre con molti dipinti aborigeni che risalgono a molti anni fa. La passeggiata è piacevole ed i coccodrilli innocui proseguiamo verso Tunnel creek, una caverna lunga quasi un km. che si può percorrere con i piedi a mollo nell’acqua per raggiungere una valle dall’altra parte della catena montuosa, mi rifiuto e ci accontentiamo di una perlustrazione superficiale e una passeggiata nei dintorni ricchi di alberi di eucalipto e baobab. Proseguiamo verso Fitzroy Crossing dove dormiamo per la prima volta in un “safari tent” tende con i servizi montate fisse su una base di legno. Scopriamo poi il motivo: nella stagione delle piogge il letto del fiume che scorre placido accanto, si gonfia talmente tanto che bisogna smontare sempre tutto. Ottima cena e dopo una bella dormita siamo pronti: il Geikie Gorge è a 20 km e il mattino presto è il momento ideale per una visita: i ranger organizzano una gita in barca sul fiume che è contornato da alte rocce colorate e lingue di sabbia. La fauna si sta svegliando e tanti uccelli, pappagalli, aironi, pellicani, volano indisturbati. Gli immancabili coccodrilli che si riscaldano sugli scogli. E’ un paesaggio davvero incantevole e rilassante con il silenzio rotto solo dal canto degli uccelli, peccato dover proseguire verso Derby. L’unica cosa degna di nota della cittadina di Derby è il famoso Prison Tree, un gigantesco baobab cavo che fungeva da cella per gli aborigeni colpevoli di reati, dopo l’indispensabile visita ci avviamo verso Broome, la capitale della coltivazione delle perle in Australia, pratica introdotta dai primi Giapponesi che emigrarono a fine secolo. Il tramonto ci chiama a Cable Beach, diversi chilometri di sabbia bianchissima che si tuffa in un mare blu cobalto. La marea da queste parti è notevole: oltre 10 mt e la spiaggia quella sera infinita. Si può anche andare in macchina sulla spiaggia…oppure farsi una bella corsa in dromedario sulla sabbia. Noi ci accontentiamo di gustarci i colori di un cielo infuocato che ci mostra tutte le tonalità del rosso bellissimo anche il cielo che si tinge di blu.

La mattina arriva dopo una notte di riposo e ci avviamo verso la nostra meta odierna : Cape Leveque www.kooljaman.com.au , 220 km di pista a nord di Broome, un paradiso assoluto. La strada è lunga e sconnessa con lunghi tratti di sabbia rossa, il paesaggio assolutamente “selvaggio” proprio come piace a noi. Nonostante gli scossoni le 3 ore e mezza che ci separano dalla meta scorrono veloci, è troppo il piacere della visione paesaggio che ci circonda e degli animali che incontriamo, per rendersi conto del tempo. Arrivati una piacevole sorpresa: ci hanno dato una splendida safari tent con vista mare, spettacolare !!!! ( quando avevo telefonato per prenotare, visto che la prenotazione è obbligatoria, erano disponibili solo “unit”, in mezzo al campeggio) Il mare è cristallino la sabbia bianca, alle spalle le dune di sabbia rosa, idilliaco… le ore scorrono veloci e la sera arriva, dopo un tramonto infuocato milioni, o forse sono miliardi, di stelle ci appaiono, la luna illumina la notte buia e la via lattea appare in tutto il suo splendore, una notte indimenticabile.
Il giorno dopo ci rilassiamo tra spiaggia e mare e la sera mi cimento in cucina, visto che la tenda, che ha tutte le comodità, è anche munita da barbecue a gas, meglio di così… Il tempo passa purtroppo e il momento di riprendere la strada verso Broome si avvicina. Sulla strada ci fermiamo in un paio di comunità aborigene (tutta la zona è a loro riservata) ma troviamo solo polvere e poche persone, con i negozi gestiti come sempre dai bianchi. Arrivati a Broome esploriamo meglio la città e scopriamo un ottimo ristorante con microbirreria ; MATSO’S, www.kimberley-accom.com.au il locale è ricavato da un vecchio store, e negli anni è stato usato anche come banca, ci ritorneremo anche alla sera, dopo aver rivisto il tramonto a Cable beach… Altre cose interessanti a Broome, il cimitero giapponese, dove riposano 900 ex addetti alla coltivazione delle ostriche perlifere, Gantheaume Point, con le impronte fossili di dinosauri che si possono vedere sulle rocce quando la marea è bassa, Chinatown, la giornata di relax scorre veloce e siamo pronti per ripartire, Port Hedland ci aspetta. Sono 600 Km in mezzo al nulla, solo bush e bush, anche se devo dire che la vegetazione è mutevole si passa dai cespugli di spinifex alle distese di piccoli alberi. La fauna è sempre presente e ogni tanto un canguro sbuca all’orizzonte. Sosta alla Sandfire Roadhouse, e poi una piccola deviazione verso il mare: eighty miles beach è a soli 8 km di strada sterrata dalla HWY, la spiaggia bianchissima ed infinita, il mare blu cobalto, una sosta e una passeggiata sulla spiaggia sono salutari dopo tanto asfalto. Ripresa la strada si arriva verso tardo pomeriggio a Port Hedland, che si vede già da lontano grazie ad una candida montagna di sale che biancheggia alle porte della città. Una montagna altissima che raccoglie il sale prodotto nelle vicine saline. La città è coperta da un velo rugginoso, è infatti dominata da infinite distese di minerale di ferro, che viene esportato in tutti i paesi orientali, la città vive di porto e sono anche organizzate visite guidate all’area portuale. Unica cosa degna di nota: Pretty pool, una piccola laguna che a bassa marea offre la possibilità di una bella passeggiata e una buona quantità di conchiglie lasciate dal mare.

Salutare dormita, e via il mattino presto verso Karijini N.P. con le sue bellissime gole percorse da torrenti e interrotte da numerose cascate. Cosa assolutamente da non perdere il Visitor Centre, bellissimo, appena inaugurato con una struttura architettonica speciale che lascia ampi scorci verso il paesaggio circostante, cosa più unica che rara è gestito da aborigeni, facciamo acquisti e via si riprende verso le altre attrattive del parco. Un punto di assoluta bellezza è Oxers Lookout dove ben 4 gole si uniscono. La vista è davvero indimenticabile. Altro punto di grande bellezza sono le Fortescue Falls e la vicina Circular Pool raggiungibili con una facile passeggiata, mentre le altre discese sono molto più impegnative. Ripresa la strada arriviamo a Tom Price, città nata e cresciuta grazie alle vicine miniere a cielo aperto. La città è tranquilla e ordinata ma nulla di più. Alle 6 di sera insieme alle tenebre cala anche il silenzio e la città si addormenta.
Mattino di buonora come sempre si riprende la strada, invece che seguire quella asfaltata per Paraburdoo, prendiamo una scorciatoia di terra battuta che ci fa risparmiare 50 Km e ci permette di respirare ancora un po’ di aria di outback. Meta odierna Giralia Station, una fattoria di 280.000 ettari nella quale si allevano 50.000 pecore merinos. Accoglienza calorosa da parte dei proprietari Denver e Rae Blake, e camera in stile “inglese” con pizzi e merletti. Una piccola bomboniera tant’è vero che invece di una notte ce ne fermeremo 3. La station non è distante infatti da 2 ineressanti luoghi: Exmouth e Cape Range N.P situato nel Ningaloo Reef Marine Park.

Il mattino successivo, dopo una cena eccellente, che la padrona di casa ha cucinato, facendoci assaggiare ancora una volta la vera cucina casalinga australiana, via verso Exmouth, la fortuna ci fa trovare subito posto su una piccola barca che organizza whale whatching, il mare è agitato e per tutto il tragitto verso il mare aperto maledico la decisione… Fino a quando vedo il primo spruzzo, a quel punto dimentico il mare grosso e mi lascio trasportare dalle emozioni: che sensazione incredibile vedere questi enormi cetacei che saltano, piroettano a pochi metri da noi, sono animali curiosi e ad un certo punto una balena si avvicina talmente alla barca che quasi si può toccare, si sentono i loro richiami e il rumore dell’aria espulsa con alti zampilli. Gli avvistamenti si susseguono e la gita che doveva durare 3 ore alla fine dura più di 5!!! ma è stato indimenticabile.

Cena ancora una volta luculliana e il giorno dopo via verso Cape Range N.P. un luogo incontaminato, un “santuario marino” dove la barriera corallina in certi punti è a soli 50 mt dalla riva, il mare è blu come pochi, e numerosi accessi al mare permettono di gustarne i colori e i profumi. Arriviamo fino a Yardie Creek, una gola che arriva fino al mare e ci facciamo una bella camminata per apprezzare il panorama. Sulla strada del ritorno ci fermiamo anche per un bagno a Torquoise Bay, ma l’acqua davvero fredda e le correnti ci fanno presto rinunciare. Lasciamo a malincuore Giralia Station e ci avviamo verso Coral Bay, noto per il mare e la barriere corallina, è però troppo affollato per i nostri gusti ( ci saranno state almeno 100 macchine !!) allora via verso Carnarvon e i Blow Holes, un fenomeno della natura: le onde si infrangono su un’alta scogliera e l’acqua esce da fori sulla parte superiore delle rocce provocando altissimi spruzzi con fragorosi fischi. Gustato a lungo lo spettacolo raggiungiamo la città noto centro agricolo e porto dedicato alla pesca, una cosa caratteristica: l’ One Mile Jetty, un molo di legno lungo appunto un miglio, ci facciamo una bella passeggiata mentre il sole tramonta e respiriamo un piacevole odore di salsedine.

Il giorno dopo destinazione Monkey Mia, lungo la strada sosta obbligatoria a Hamelin Pool dove vivono rari esemplari di stomatoliti, una formazione batterica vecchia di milioni di anni, vero fossile vivente che vive qui grazie all’elevatissima salinità delle acque che non permette ad altri esseri viventi di attaccarle; sosta successiva a Shell Beach una lunghissima e larghissima spiaggia, formata da una miriade di conchiglie piccolissime, la profondità dello strato di conchiglie è di molti metri e vengono utilizzate tra le altre cose come mangime per le galline e, quando si compatta con il tempo, come materiale da costruzione, a Denham, dove dormiremo, infatti troviamo un ristorante: ” Old Pearler ” costruito con blocchi di queste conchiglie, (tra l’altro si mangia benissimo). Rinunciamo ai delfini di Monkey Mia che arrivano solo al mattino e sulla lunga spiaggia affollata (usando il metro australiano è affollata perché le persone erano solo a qualche metro l’una dalle altre) troviamo uno stuolo di pellicani che prendono il sole, sulla strada di ritorno verso Denham c’è Little Lagoon, un bellissimo specchio d’acqua con la spiaggia accessibile dalle auto, ci divertiamo sulla sabbia aspettando il tramonto. Cena al “Old Pearler” a base pesce, frutti di mare, aragosta e crostacei, ottima.

Proseguiamo il mattino seguente verso Geraldton, importante centro per la pesca delle aragoste. La giornata è dedicata alla visita della città ed ad un tentativo di shopping fallito, degna di nota la vecchia prigione trasformata in centro commerciale per gli artigiani locali. Cena ancora ottima al Boatshed, con aragoste e pesce freschissimo. Il mattino successivo dopo una sosta al Greenough Hystorical Hamlet, un antico insediamento del primi coloni, magnificamente restaurato, proseguiamo seguendo una bellissima strada costiera tra le dune e i cespugli fioriti. Arriviamo a Cervantes, e ci avviamo verso il Namburg N.P. dove ci sono i famosi Pinnacoli, bellissime colonne di roccia immerse in una sabbia giallo-oro, sembra di camminare sulla farina gialla; siamo come sempre fortunati e riusciamo a fare un giro con l’ultimo sole tra queste particolari formazioni rocciose. Soffia un forte vento e la sabbia gialla è sollevata in mulinelli tra i pinnacoli, spettacolo bellissimo. Poi inizia a piovere e i colori cambiano ma l’atmosfera rimane sempre affascinante non rinunciamo per il maltempo a fare ancora due giri lungo il percorso tra i pinnacoli che hanno assunto una colorazione bruna e la sabbia color bronzo, l’atmosfera è irreale, quasi magica, sembra di essere su un altro pianeta. La pioggia prosegue anche il giorno dopo, mentre percorriamo le verdi colline fino a New Norcia, un insediamento benedettino con un’architettura spagnoleggiante. Il paesaggio da un paio di giorni è mutato, dalle aride distese di terra rossa coperte di arbusti o bassi cespugli, siamo passati a verdi colline coltivate, sembra di essere in Inghilterra, in lontananza greggi di pecore e mandrie di vitelli pascolano placide, un paesaggi idilliaco, peccato che i colori non siano splendenti sotto la pioggerella che non smette mai. Prima di arrivare a Fremantle nostra meta, ci fermiamo a Yanchep N.P. dove facciamo degli incontri ravvicinati con diversi Koala, animali davvero deliziosi. Fremantle ci accoglie sotto la pioggia, talvolta torrenziale, dopo oltre tre settimane di sole e caldo questo clima ci intristisce molto. Ne approfittiamo per visitare i musei locali e la prigione, costruita nel 1850 e funzionante fino a metà anni 90. Le condizioni dei galeotti erano davvero dure e la vita difficile in celle di 6/7 metri quadrati (www.fremantleprison.com.au) La nostra meta finale Perth è ormai alle porte, ma prima una piccola deviazione ci porta a visitare York, uno dei primi insediamenti all’interno dell’Australia. La strada principale mantiene le costruzioni di fine secolo e cosa incredibile, un piccolo museo dell’automobile raccoglie oltre 100 auto da inizio secolo ai giorni nostri comprese alcune macchine italiane: Isotta Fraschini, Alfa Romeo, Lancia…
Eccoci a Perth e a malincuore siamo alla conclusione, lasciamo l’auto a malincuore quando il contachilometri ci dice che abbiamo percorso 8.000 km in 24 giorni, Perth è una bella città molto verde, costruita sulle rive di un lago e di un fiume ricchi di uccelli acquatici e cigni, molto rilassante e ce la gustiamo a piedi, da ricordare il King’s park molto bello, un locale degno di nota: N.44 King Street Coffee, ottimo sia per colazione che per cena, cantina favolosa

Siamo alla fine davvero, dopo 2 notti in un hotel fine 800 ben restaurato, The Melbourne, l’aeroporto ci aspetta e via verso Singapore dove facciamo 2 giorni di sosta e poi si rientra a Milano in attesa di ripartire il prossimo anno…destinazione… magari Australia per il terzo anno, ci sono ancora tante cose da vedere…

Per tirare le somme, il W.A. è sicuramente bellissimo, difficile dire se è meglio dei paesaggi visti lo scorso anno, nel N.T. e S.A. è certamente più vero, meno turistico (salvo pochissime eccezioni) con abitanti gentili, cordiali e disponibili, pronti alla battuta. Tanti animali in libertà e paesaggi mozzafiato, mare di cristallo, strade di terra rossa infinite, tutto molto molto bello, ci abbiamo lasciato una parte di noi e dobbiamo tornare a ritrovarla…

Un ringraziamento a mia moglie, che con pazienza ha raccolto tutte le informazioni per preparare il viaggio e mi ha dato tutte le indicazioni sul percorso, senza di lei il viaggio non sarebbe stato ne possibile ne così bello, grazie Lucia !!!!

Tutti i diari di Claudio M. dall’Australia:

2001 – Dai Pinguini di Kangaroo Island ai Tropici di Darwin
2002 – Da Darwin a Perth, 8000 affascinanti chilometri
2003 – Tropical Queensland e Outback
2004 – Australia 2004, Deserti e Sabbia Rossa