Si aprirà venerdì 10 settembre – fino al 6 febbraio 2011 – alla Pinacothèque de Paris, la mostra L’Or des Incas. Origines et mystères, l’esposizione che, fino allo scorso 27 giugno, è stata ospitata dal Museo di Santa Giulia di Brescia e che, con i suoi 273.107 visitatori, è stato uno degli eventi espositivi d’arte italiani più apprezzati dal pubblico.

Questa trasferta in terra di Francia, per un’iniziativa interamente nata e concepita in Italia, prodotta e organizzata da Fondazione Brescia Musei e da Artematica, rappresenta un avvenimento molto raro, se non unico.
“È un onore – ha affermato Andrea Brunello, amministratore delegato di Artematica – poter affermare che la bontà del progetto espositivo sia stata riconosciuta dalla Pinacothèque de Paris; questa soddisfazione si associa anche al successo che INCA. Origine e misteri delle Civiltà dell’oro ha saputo ottenere a Brescia”.

L’evento parigino proporrà un viaggio attraverso gli aspetti inconsueti e meno conosciuti di questi popoli, con la ricostruzione dell’ambiente, dei miti e dei riti alla base del contesto socio-culturale che ha consentito di creare alcuni dei capolavori assoluti dell’arte di tutte le epoche.
Il percorso espositivo, con tesori raramente esposti al di fuori dei confini nazionali peruviani, presenta i vestiti interamente ricoperti d’oro dei sovrani dell’antico Perù, i paraphernalia (coltelli sacrificali, diademi, strumenti musicali, ecc.) utilizzati nei rituali che garantivano l’equilibrio del cosmo e la crescita dei raccolti, gli ornamenti (corone, orecchini, narigueras, collane, pettorali, raffigurazioni di uomini e animali e divinità, ecc.) sempre in oro, che visibilmente mostravano la condizione semidivina dei re, i reperti del corredo funerario (maschere in oro, sculture in terracotta e legno, ecc. ), che accompagnavano i morti nel loro viaggio nell’Inframondo.

Considerato come il ‘sudore’ del Sole, divinità suprema del pantheon animista Inca, l’oro è strettamente associato ai rituali religiosi. Questo materiale era fondamentale nella rappresentazione terrena del potere, in quanto l’imperatore Inca era considerato l’incarnazione umana del Sole, oltre a essere uno strumento di differenziazione sociale per l’elite Inca, era un elemento indispensabile per il corredo funebre.