Questa storia vera, scritta nel grande libro dei sogni da uomini capaci di catturare la luce delle stelle si narra con l’incantata innocenza di una fiaba: c’era una volta e c’è ancora, a Parma, il teatro dei burattini…

E la sua storia è testimoniata nel Castello dei Burattini/Museo Giordano Ferrari: 300 metri quadrati distribuiti in cinque stanze dedicati al teatro di figura che hanno fatto sì che fin dall’inaugurazione, avvenuta nel marzo 2002, il Museo diventasse una delle più importanti realtà europee del settore. Realizzato a cura dell’assessorato alla Cultura del Comune di Parma, il museo si trova all’interno dell’ex convento di San Paolo (via Melloni 3/a).

Creato sulla base della collezione raccolta dal burattinaio parmigiano Giordano Ferrari in sessant’anni di attività, nel corso del tempo ha accolto pezzi provenienti da altre donazioni: i pupazzi del Gruppo 80, la collezione Franco Cristofori e la muta di burattini di Amilcare Adamoli. Il Castello dei Burattini nel 2006 ha accolto circa 18mila visitatori. I burattini, le marionette e i pupazzi esposti nel museo sono solo una parte del patrimonio di oltre 2000 pezzi di arte popolare, a cui si aggiunge una documentazione imponente fatta di centinaia di copioni, attrezzi di scena, volumi, scenografie: un tributo a tutti coloro che per secoli hanno portato nelle strade la poesia, la satira, le speranze e il sorriso di intere generazioni, un mondo semplice e sincero che nemmeno la tecnologia è riuscita ad uccidere.

Il Castello dei Burattini è uno spazio ‘vivo’ dove curiosità, storia, tradizioni popolari, costume, passioni e risate si percepiscono come una vibrazione dell’anima. Le cinque stanze ospitano maschere della Commedia dell’Arte, soggetti della tradizione emiliana, lombarda, piemontese, alcuni pupazzi del Gruppo 80 come i mitici Uan, Five, Ambrogio e Ullallà e allestimenti e burattini ancora utilizzati dalla compagnia dei Ferrari. Gimmi Ferrari, recentemente scomparso, era figlio di Giordano e nipote del grande Italo (1877-1961), una dinastia di geniali acchiappasogni, la cui presenza all’interno del museo è tangibile. Italo fu il creatore della popolare maschera parmigiana “Bargnocla”, simbolo della gente dell’Oltretorrente che ancora fa sorridere il pubblico.

Il Museo, che ospita anche un Centro Studi aperto a chi voglia fare ricerche e tesi di laurea, dà una grande importanza all’attività didattica: vengono infatti organizzati laboratori per le scuole per imparare a costruire i burattini, visite guidate e ogni prima e terza domenica del mese, o al giovedì su prenotazione, va in scena la speciale matinée ‘La favola delle teste di legno’, piccola storia del teatro di animazione eseguita con ombre, burattini, marionette… dalla compagnia ‘I burattini dei Ferrari’.

Il Castello dei Burattini resta aperto tutti i giorni, ad eccezione del lunedì; da novembre a febbraio l’orario di apertura va dalle 9 alle 17, mentre da marzo a ottobre dalle 9 alle 19. Il costo dell’ingresso, comprensivo di visita guidata su richiesta, è di 2,50 euro per il biglietto intero e di 1,50 euro per quello ridotto. www.castellodeiburattini.it