L’hermitage Amsterdam accoglie temporaneamente parte della collezione del Van Gogh Museum, che rimarrà chiuso per lavori di ristrutturazione fino al 1 maggio 2013, e offre l’occasione di riscoprire le opere di Vincent van Gogh (1853-1890). La presentazione Vincent illustra l’appassionante ricerca compiuta dal pittore nel corso del suo sviluppo artistico. Nell’arco di dieci anni, l’autodidatta Van Gogh si trasformò da principiante in un vero artista con uno stile proprio e spiccatamente originale a cui tuttora deve la sua fama in tutto il mondo.

La presentazione nell’Hermitage Amsterdam mostra questa evoluzione esponendo circa 75 importanti dipinti, una selezione di lettere, opere su carta e oggetti provenienti dalla collezione del Van Gogh Museum. Capolavori come Girasoli (1889), La camera da letto (1888), Ramo di mandorlo in fiore (1890), I mangiatori di patate (1885) e La casa gialla (1888) insieme a opere meno note illustrano la carica innovativa della sua pittura alla luce dei temi che l’artista stesso predilesse.

Nel corso della sua attività artistica, relativamente breve, Vincent van Gogh continuò a porsi nuovi obiettivi, esplorando con inesauribile energia ogni risvolto della pittura, dagli aspetti tecnici del mestiere a tutti gli stili che incontrò sul suo cammino. Questa poliedrica indagine fu strumentale alla conquista di uno stile personale e alla scelta dei soggetti dei suoi quadri. Contrariamente all’immagine ampiamente diffusa di Van Gogh come artista impetuoso, egli era un uomo con obiettivi precisi e una lucida consapevolezza delle sue scelte. Non disegnava o dipingeva a caso la prima cosa che gli veniva in mente, ma ogni disegno, ogni dipinto rappresentava un tentativo ben ponderato di migliorare. Alcuni degli obiettivi che Van Gogh si pose sono illustrati in Vincent. Il Van Gogh Museum nell’Hermitage Amsterdam.

Van Gogh definiva “studi” la maggior parte dei suoi sui dipinti, indicando con questa parola che si trattava di tentativi indirizzati a padroneggiare un determinato aspetto formale o un motivo. Ad esempio, egli eseguì una serie di disegni di mani di contadini in preparazione del suo primo capolavoro, il famoso dipinto I mangiatori di patate (1885). Anche in Francia continuò a sperimentare nuove tecniche. Perfino nell’ultimo mese di vita, in un dipinto come Spighe di grano (1890), studiò il motivo raffigurato per utilizzarlo come sfondo in un ritratto. Van Gogh non smise mai di esercitarsi e di sperimentare, ai suoi occhi un artista doveva continuare ad apprendere: “Faccio sempre quello che ancora non mi riesce per esserne capace.” Nell’arco della sua breve parabola artistica il pittore si dedicò alla sperimentazione formale, nello sforzo di conquistare uno stile e una pennellata originali che lo avrebbero portato alla fama internazionale. Durante le varie fasi del suo sviluppo assimilò il linguaggio di altri artisti. A Parigi trasse ispirazione dall’impressionismo e dal pointillisme, tuttavia il quadro Montmartre: dietro il Moulin de la Galette (1887) mostra come egli perseguisse un proprio programma. Van Gogh si dedicò assiduamente allo studio degli effetti coloristici nei disegni e nei dipinti. In quadri come Mele cotogne, limoni, pere e uva (1887) ma anche nei Girasoli (1889) sperimentò le differenti gradazioni di un unico colore. In altri dipinti, ad esempio La sedia di Gauguin (1888) e Iris (1890), scelse di far dialogare tra loro i colori per ottenere un’espressività convincente. Egli divenne sempre più convinto della potenza espressiva del colore stesso, che considerava il mezzo ideale per rappresentare un sentimento o un’atmosfera. Nella visione di Van Gogh la vita dei contadini era intimamente legata alla semplicità, all’eternità e alla rinascita. Questo tema svolse un ruolo di primaria importanza in tutta la sua esperienza artistica, in particolare nei periodi che trascorse a Nuenen e in Provenza.

Nel 1885 scrisse al fratello Theo “Se affermo di essere un pittore di contadini è veramente così.” Nell’ambito di questo tema egli si mosse nel solco di Jean-françois Millet, il maestro di questo genere pittorico. L’arte giapponese esercitò un profondo influsso su Van Gogh, che ne riprese sia i soggetti sia i principi compositivi e stilistici. Nel 1888 scrisse da Arles al fratello Theo: “Tutta la mia opera si fonda in un certo modo su ‘giapponeserie’.” Venuto a conoscere le stampe giapponesi, egli fece copie di xilografie famose come Ponte sotto la pioggia (1887) di Hiroshige, ma ben presto assimilò nel suo stile caratteristici elementi giapponesi quali la prospettiva e l´uso del colore, come si vede nei dipinti La mietitura (1888) e Il ponte di Langlois (1888). In Auvers Van Gogh scrisse: “La questione che mi interessa maggiormente nel mio mestiere, molto ma molto più di tante altre, è il ritratto, il ritratto moderno.” Egli cercò di esprimere nei ritratti lo spirito del suo tempo con una pittura fortemente espressiva com´era sua caratteristica. All’inizio della sua attività, l’artista si concentrò principalmente sulla raffigurazione delle “teste” come mostrano i molti studi che eseguì. Lentamente, ma indiscutibilmente le idee del pittore sul ritratto mutarono. Durante il soggiorno ad Arles egli volle dipingere ‘ritratti moderni’, che rendessero giustizia al temperamento della persona raffigurata. Esempi di questa visione sono Lo zuavo (1888) e Ritratto di Camille Roulin (1888). La natura fu importante tanto per la vita quanto per l’arte di Van Gogh. Gli donò infatti forza e tranquillità. Poiché Van Gogh considerava in maniera alquanto vasta il concetto di natura, essa gli era sempre vicina. Van Gogh dipinse giardini lussureggianti, frutteti in fiore e immensi campi di grano. Anche l’uomo non è mai lontano. Il pittore cercava di rappresentare una visione personale, sentita della natura, a volte profonda e quasi religiosa, altre volte allegra e leggera. In concomitanza con la presenza del Van Gogh Museum l’Hermitage Amsterdam propone al 13 gennaio 2013 la mostra Impressionismo: sensazione e ispirazione. I dipinti più amati dell’Hermitage. Le opere di Van Gogh a fianco di quelle di molti importanti artisti suoi contemporanei offriranno una panoramica unica della pittura francese nel diciannovesimo secolo.

Il Van Gogh Museum si trasferisce dal 29 settembre 2012 al 25 aprile 2013 nell’Hermitage Amsterdam in conseguenza della necessaria opera di ristrutturazione dell’edificio museale sulla piazza Museumplein, che rimarrà temporaneamente chiuso al pubblico. La collaborazione con l’Hermitage Amsterdam offre al Van Gogh Museum l’opportunità di continuare a esporre la sua collezione ad Amsterdam. Nel maggio del 2013 il Van Gogh Museum riaprirà i battenti con la mostra Van Gogh al lavoro, con cui festeggia il quarantesimo anniversario dalla sua fondazione. In occasione della presentazione nell’Hermitage compare il volume riccamente illustrato Vincent di Leo Jansen e Renske Suijver, con un contributo di Ann Blokland, € 19,95. In anche inglese, francese e olandese