Quella che comunemente viene chiamata “uva fragola” (da altri detta anche “uva americana”) è la varietà Isabella, un incrocio ottenuto tra Vitis vinifera, la vite europea, e Vitis labrusca, una delle tante specie di origine americana. Questa e altre varietà sono chiamate “ibridi produttori diretti” ed ebbero larga origine e diffusione in Europa alla fine dell’800, nel periodo della crisi causata dall’invasione fillosserica. Si cercava con queste varietà di avere delle viti resistenti a fillossera e malattie fungine senza la necessità di ricorrere ai portainnesti.
Tutte le varietà discendenti dalla Vitis labrusca (Isabella come anche Clinton, Noah, Otello, etc…) presentano al gusto uno spiccato aroma di fragola detto “foxy” (= volpino). Vinificare queste uve equivale a ottenere vini scadenti, di scarsa serbevolezza e dai sapori appiattiti e sempre uguali fra loro. Per evitare un generale scadimento della produzione enologica, fin dal 1931 furono adottate, almeno in Italia, severe misure legislative per proibirne la coltivazione. Attualmente la legislazione italiana vieta la detenzione a scopo di commercio e il commercio stesso di mosti e vini provenienti da vitigni di specie diversa dalla Vitis vinifera e secondo la normativa europea è prevista dal 1979 l’eliminazione, dagli appezzamenti in cui sono coltivate, delle varietà di viti provenienti da incroci interspecifici (cioè appunto gli ibridi produttori diretti). Quindi attualmente, alla luce della vigente normativa sia nazionale che comunitaria, non dovrebbero esistere vigneti di ibridi produttori diretti a meno che non vengano utilizzati per il consumo familiare del viticoltore. Chi trasgredisce a tali norme rischia pesanti sanzioni oltre al sequestro del prodotto.
Vi sono due varietà ibride per cui è prevista la possibilità di coltivazione (previa autorizzazione rilasciata dalla provincia) allo scopo esclusivo di produrre uve da mensa o distillati.
Quello che viene commercializzato con il nome di Fragolino, non è assolutamente un vino prodotto con la cosiddetta “uva fragola” perché sarebbe illegale, ma è una bevanda aromatizzata a base di vino in cui i vini utilizzati nella sua elaborazione devono essere presenti in quantità non inferiore al 50% sul prodotto finito e possono essere addizionati di sostanze aromatizzanti o preparazioni aromatiche, zuccheri, coloranti, additivi, acqua e alcol, in base a quanto previsto dalle normative vigenti in materia.