Dopo aver scelto il vino, essersi riforniti e aver scelto il periodo di imbottigliamento bisogna preparare l’attrezzatura e procedere all’operazione. In particolare bisogna controllare accuratamente le bottiglie a una a una e verificare che non vi siano al fondo residui o odori strani. Dalla damigiana, che si troverà sul panchetto di legno, si travasa il vino nelle bottiglie adoperando il classico sistema della gomme a sifone.

A tappatura ultimata non devono rimanere più di due centimetri di spazio vuoto tra il tappo e il vino perché è necessario che nella bottiglia sia presente la giusta quantità di aria per cautelarsi contro i naturali fenomeni di natura ossido-riduttiva che avvengono durante l’affinamento in bottiglia.

I controlli periodici alla propria cantina

Di tanto in tanto è consigliabile fare dei controlli sullo stato di conservazione ed evoluzione dei vini custoditi nella cantina in particolare controllando i tappi e il livello del vino nelle bottiglie. Bisognerebbe avere l’accortezza di consumare nei tempi giusti le varie scorte di vino, sapere quando è il momento ottimale per bere un dato vino e quando inizia invece a tramontare.

È sconsigliabile tenere vini in cantina per molto tempo soprattutto se bianchi, rosati, spumanti o rossi leggeri, è meglio ridurre a brevi periodi l’intervallo di tempo tra acquisto e consumo perché nella maggior parte dei casi i vini che si trovano in commercio sono maturi abbastanza per poterne apprezzare da subito le migliori caratteristiche. Una più lunga permanenza in cantina deve essere riservata solo a particolari vini di corpo che maturano lentamente migliorando a poco a poco le loro caratteristiche evitando però anche qui gli eccessi. Va anche tenuto presente che lo stesso tipo di vino può cambiare da una vendemmia all’altra: è quindi bene tenersi al corrente dell’andamento stagionale delle varie annate anche aggiornandosi con le valutazioni fatte dagli esperti.