Si può tranquillamente trasportare il vino in damigiane, a patto che siano ben chiuse e cercando di “sballottarle” il meno possibile. La sua conservazione sarebbe più consigliabile in bottiglia per un semplice motivo: nel momento in cui il vino venisse sottratto dalla damigiana per essere consumato, la damigiana stessa rimarrebbe inevitabilmente scolma con rischio di alterazioni dovute al nefasto contatto del vino con l’ossigeno.
Per quanto riguarda l’uso di additivi direi che essi non dovrebbero essere necessari in quanto se si ha acquistato il vino in una cantina, il produttore dovrebbe già aver provveduto a quanto necessario sia in materia di additivi o più in generale di interventi atti a prevenire ossidazioni, sviluppi batterici, malattie, etc… che di interventi di stabilizzazione (contro precipitazioni, alterazioni, etc…).
È comunque buona norma utilizzare, per prevenire l’insorgere della fioretta, le pastiglie di isosolfocianato di allile, reperibili in diversi preparati commerciali con nomi di fantasia (tipo Flor Stop), sono le classiche pastiglie di paraffina che si trovano comunemente nei negozi di prodotti enologici. Perché si sviluppi la fioretta infatti è sufficiente che il vino sia a contatto con quantità di ossigeno molto piccole (come la “testa” scolma della damigiana) a temperature superiori ai 5°C. È quindi importante utilizzare queste pastiglie (una per damigiana) anche perché la presenza di fioretta, di per sé non preoccupante perché eliminabile, favorisce l’acescenza cioè il processo di trasformazione del vino in aceto, malattia molto più preoccupante perché difficilmente curabile soprattutto se si hanno a disposizione solo metodi casalinghi.