Spesso a livello familiare e per il consumo quotidiano si acquista vino sfuso in damigiane e si provvede poi a imbottigliarlo personalmente. È importante che nelle damigiane, ben chiuse, il vino venga mantenuto per un periodo di tempo che non superi il mese e che quando si decida di effettuare il travaso esso venga effettuato in modo completo senza cioè lasciare la damigiana scolma, sarebbe infatti un errore spillare dalla damigiana il vino che volta per volta si decide di consumare.

L’attrezzatura necessaria

Gli attrezzi necessari per procedere all’imbottigliamento di un vino acquistato sfuso sono:

  • panchetto di legno su cui appoggiare la damigiana (affinché infatti il travaso sia possibile senza l’utilizzo di pompe, la damigiana deve risultare in una posizione più alta rispetto alla bottiglia);
  • canna a sifone in plastica o gomma lunga 1,50 m circa con serbatoio aspirante e rubinetto, si infila un’estremità nella damigiana (possibilmente avendo l’accortezza di prolungarla con un bastoncino di legno di 10 cm in modo che non venga aspirato l’eventuale “fondo”) e l’altra nella bottiglia da riempire;
  • imbuti (eventuali);
  • cannula aspiratrice (o succhiarolo) per eliminare l’eventuale strato di olio enologico presente sul pelo liquido della damigiana;
  • scovoli per il lavaggio manuale delle bottiglie;
  • bottiglie;
  • scolabottiglie in metallo plasticato dove le bottiglie appena lavate vanno messe a sgocciolare col collo rivolto verso il basso;
  • tappi;
  • macchina tappatrice;
  • etichette.

Perché l’operazione di imbottigliamento abbia successo è necessario che, oltre al vino, anche le bottiglie e i tappi siano di buona qualità.