Un viaggio a Tursi significa immergersi nel grazioso borgo medievale della provincia di Matera. Il suo più antico rione è la Rabatana, sorto attorno le mura del castello nel V secolo. Il nome tanto particolare risale ai suoi primi invasori saraceni, in ricordo del borgo arabo Rhabàdi.

Muoversi in questo rione vuol dire passeggiare fra strette vie di pietra e fra i resti del castello gotico, del quale sono rimasti intatti solo i cunicoli sotterranei.

Proseguite verso il rione San Michele, nella cui omonima chiesa, poi cattedrale, ha avuto luogo il sinodo dei vescovi nel 1060. Una particolarità: dalla cappella si accede al presepe di pietra datato tra 1547-1550, attribuito ad Antonello Persio di Montescaglioso, che ha lasciato significative tracce della sua arte scultorea a Matera e dintorni.

In questo rione si trova, inoltre, la casa natale di Albino Pierro, un importante poeta dialettale, oggi sede della biblioteca pubblica e da cui si gode un incantevole panorama. Poco distante, in Piazza Plebiscito si affaccia la Chiesa di San Filippo, santo protettore della città.

Caratteristiche sono le strette viuzze in pietra e gli antichi caseggiati su cui spicca il Palazzo del Barone Brancalasso, famoso per la sua origine misteriosa. La leggenda narra, infatti, che l'intero edificio fu realizzato in una sola notte da un gruppo di diavoli, i quali, rimasero per sempre bloccati a vegliare sulla loro dimora sotto forma di statue.

La gradinata che porta in Rabatana, è un’ampia e ripida strada che si estende sui burroni per oltre 200 metri di lunghezza. La "petrizze", così viene detta in dialetto, poggia su un costone di timpa e all’origine era un selciato a gradini di pietre calcari. Carlo Doria, nipote di Andrea Doria, signore di Tursi, nel 1600 la fece costruire a sue spese al posto di un pericoloso viottolo, con lo stesso numero di gradini di un suo Palazzo a Genova che in seguito denominò Palazzo Tursi.

La zucca spaghetti

A Tursi è d'obbligo degustare una particolare varietà di zucca, chiamata la "zucca spaghetti", prodotta e coltivata da una piccola azienda agricola del posto. Si tratta di una zucca la cui polpa, una volta cotta, produce filamenti simili agli spaghetti.

Domenico Bascetta, che la coltiva proprio qui l’ha proposta nella versione a “insalata”, vale a dire condita con aceto, olio extravergine, aglio e rosmarino, tagliata alla maniera dei crauti, e poi spalmata sul pane.

Da non perdere anche l'arancia Staccia, le percoche settembrine o il particolare moscato della Basilicata.

Info:  www.facebook.com/bascettad