Il suo nome originario era Mons Siccus (Montesecco), forse alludendo ad un sito a cui mancano le sorgenti d’acqua. Attraverso una rapida salita si giunge in cima la borgo, dove e’ possibile ammirare un incantevole paesaggio. Territorio dei Sabini, stanziati lungo le rive dell’adriatico divenne succesivamente colonia romana di Hatria.

La prima testimonianza medioevale del Paese e’ di eta’ Normanna, intorno al 1150, con la menzione di un castellum della contea di Penne, feudo di appena 65 abitanti tenuto da Trasmondo di colle Maddi. Successivamente nel 1454 Mons Siccus diventa Feudo degli Aquaviva di Atri, che fecero restaurare il castello e le fortificazioni murarie.

Montefino e’ cosi’ chiamato con regio decreto, del 28 giugno del 1863. Nella parte alta la cosi’ detta fortezza di corte che presenta strutture relative ad una torre cinquecentesca a pianta quadrata. Sotto la fortezza si sviluppa su terrazze il borgo, comprendente il castello degli Aquaviva e la Chiesa di S. Giacomo.

La Chiesa di S. Giacomo Apostolo e’ visibile nella sua sistemazione settecentesca a tre navate, con portale esterno cinquecentesco proveniente dalla Abbazia dei Celestini. Nell’interno si notano buoni reliquari di seicenteschi, fra cui quello di S Giacomo con la Bibbia, sormontata dall’immagine del Paese.

Il territorio e’ immerso nel verde ed e’ interessato dal fenomeno erosivo dei calanchi: si tratta di profondi canali e valloni argillosi scavati dal vento e dalle acque la cui profondita’ puo’ raggiungere i 300 metri; inoltre sono caratterizzati da rada vegetazione che unita al biancore di sedimenti conferisce al paesaggio un aspetto quasi lunare.

Copiosa e’ la presenza di boschi, all’interno dei quali e’ possibile compiere lunghe e sane passeggiate alla scoperta delle piu’ svariate forme di vegetazione.

Antica produzione artigianale e’ quella di sedie e cesti in vimini, a cui si dedicano parte degli anziani del Paese con la stessa passione ed orgoglio di un tempo. Altra attivita’ e’ la lavorazione dell’uncinetto, diffusa sin dai tempi piu’ antichi, che ha come caratteristiche peculiari la semplicita e la versatilita’ ed e’ per questa qualita’ che si possono creare capi raffinati in forma e stili diversi.

Anche il ricamo su stoffa e’ un lavoro di grande passione e pazienza, una vera e propria arte rivalutata negli ultimi tempi: nessuna macchina puo’ eguagliare la bellezza e il prestigio di queste opere d’arte. Peccato che questa antica arte non viene piu’ tramandata e sono sempre meno le persone che vi si dedicano.

A Montefino potrete assaggiare alcuni piatti tradizionali come i ravioli o i cannelloni all’abruzzese, i maccheroni carrati con il sugo di pallottine, il timballo di pasta all’uovo, le pallotte al sugo o i dolci bocconotti.

Nel Paese di Montefino veramente lunga e’ la tradizione della coltura delle piante d’olivo: una tradizione che si perde nella notte dei tempi chi ha la fortuna di venirci a trovare puo’ ammirare le rigogliose colture di queste pregiate piante. Peccato che sempre meno giovani si dedicano all’antica arte della potatura che rischia di non essere piu’ tramandata di generazione in generazione.

Il letto del fiume Fino tutto ghiaia e ciottoloni attraversa campi, vigneti, casali e boschi che si prolungano su per la montagna tra borghi di origine medioevale, tutti da visitare: Arsita, Bisenti, Castiglione M. Raimondo e Castilenti.

Montefino conserva l’umilta’ che gli deriva dalla storia e dalla tradizione contadina nonostante sia diventato negli ultimi anni un paese industriale e commerciale. Passeggiare nel suo bel centro storico, visitare le sue piazzette i suoi viottoli consente di riscoprire il gusto del passato, il tutto sullo sfondo sfondo di una meravigliosa vallata che fa da cornice alla catena degli Appenini, sulla quale domina maestosa la sagoma del Gran Sasso. Emozioni su emozioni, tutte da scoprire: http://montefino.interfree.it.