Composizione con i confetti
Museo del confetto
confetti a forma di fiore

Sulmona: qui nacque Publio Ovidio Nasone (43 a.C.- 16 d.C.), poeta latino, che scrisse, tra l’altro, quella frase che ora attraversa lo stemma rosso di Sulmona: S.M.P.E. = “SULMO MIHI PATRIA EST” (Sulmona è la mia patria).
Ma la gloria più evidente di Sulmona sono certamente i confetti.
I confetti di Sulmona si distinguono da quelli prodotti altrove per la particolare lavorazione. Il cuore del confetto – mandorla, cioccolato o cannella – viene avvolto nello zucchero che può essere anche colorato, secondo l’occasione: nascita, matrimonio, laurea, ecc. Sembra quasi un’esagerazione, ma esistono più di 50 tipi di confetti per festeggiare le varie ricorrenze.

Obbligatorio una visita al Museo d’Arte e Tecnologia del Confetto. I CONFETTI hanno origini antichissime. Presso i Romani era infatti in uso festeggiare con essi le nascite e i matrimoni, come testimoniano la famiglia dei Fabi (447 a.C.) ed Apico, amico dell’Imperatore Tiberio (14-37 d.C.); in epoche meno lontane li troviamo nominati in una novella di Boccaccio e in un sonetto di Folgore di S. Giminiano (XIV Secolo).

La la fabbricazione dei confetti, intesa secondo il criterio odierno, si iniziò a Sulmona nel XV Secolo, come è provato da alcuni documenti del 1492-1493 e degli anni successivi, che si trovano presso l’Archivio del Comune.

Un’altra priorità di Sulmona è la lavorazione artistica dei confetti che ebbe origine pure nel XV secolo presso il Monastero di S.Chiara e che permette di utilizzare i confetti (legati con fili di seta) per la preparazione di fiori, grappoli, spighe, rosari, cestini. I Confetti di Sulmona si sono affermati nel tempo sino a conquistare i mercati di tutto il mondo, per la loro particolare bontà dovuta alla purezza dello scriroppo di zucchero, ai vari sapori e alle diverse forme.