Mercoledì 12 ottobre 2011 alle ore 21 si inaugurerà nell’auditorium degli spazi Bomben di Treviso la rassegna cinematografica Nuvole in viaggio. Esperienze di luoghi nel cinema, organizzata dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche e curata da Luciano Morbiato, esperto di storia e critica cinematografica, e Simonetta Zanon, Fondazione Benetton Studi Ricerche, paesaggista.

Dopo che il giardino e il paesaggio sono stati gli oggetti specifici delle rassegne tematiche precedenti (Nuovo cinema giardino nel 2009/10 e Nuovo cinema paesaggio nel 2010/11), quest’anno saranno il “viaggio” e, attraverso esso, il molteplice rapporto dell’uomo con i luoghi, i temi centrali della proposta cinematografica della Fondazione.

La rassegna, che presenta un calendario di dieci film, articolato in due cicli, il primo fra ottobre e dicembre 2011 e il secondo fra febbraio e aprile 2012, si aprirà mercoledì 12 ottobre 2011 alle ore 21 con la proiezione de La strada di Levi (2006, Italia) di Davide Ferrario e Marco Belpoliti, presentato da Andrea Cortellessa, critico letterario e storico della letteratura italiana, curatore del volume La strada di Levi. Immagini e parole dal film di Davide Ferrario e Marco Belpoliti (2007), che ne discuterà con il pubblico assieme a Luciano Morbiato.
La serata è a ingresso libero fino a esaurimento posti.

Il 27 gennaio 1945 Primo Levi venne liberato dal campo di concentramento di Auschwitz. Per tornare a casa, a Torino, affrontò un lungo viaggio avventuroso attraverso la Polonia, l’Ucraina, la Bielorussia, la Moldavia, la Romania, l’Ungheria, la Slovacchia, l’Austria, la Germania raccontando poi le sue avventure, gli incontri e le sue riflessioni nel famosissimo libro La tregua. Sessant’anni più tardi, terminata un’altra tregua, tra il crollo del muro di Berlino e l’attacco alle Torri Gemelle, gli autori seguono lo stesso itinerario attraverso l’Europa post-comunista di oggi, compiendo un viaggio nella memoria alla ricerca delle ragioni della fratellanza e della condivisione e trovando tanti motivi per cui si continua a fare la guerra e tanta umanità per cui vale la pena di chiedere una nuova tregua per riordinare le idee e ritrovare la strada della pace.
Come sottolinea il curatore della rassegna Luciano Morbiato: “benché la regia sia di Davide Ferrario, questo è un film di Davide Ferrario e Marco Belpoliti: cineasta il primo, autore di documentari e fiction-movie; docente di letteratura, scrittore e saggista il secondo, nonché curatore delle opere di Levi nei “Meridiani” di Mondadori, è stata sua l’idea di ripercorrere l’itinerario di Primo Levi per tornare da Auschwitz a Torino, un viaggio che era durato oltre un mese. Belpoliti pensava di consegnare, sessant’anni dopo, nella forma di un libro gli incontri e le visioni del nuovo viaggio, registrando i cambiamenti e le catastrofi recenti, ma grazie all’incontro con Ferrario e i suoi operatori, la documentazione scritta ha ceduto alle immagini realizzate, mentre il tempo trascorso si è misurato con la frattura del 1989 e, da ultimo, con quella del 2001. Le testimonianze raccolte, dalla Polonia
alla Romania, passando per l’Ucraina (la zona di Chernobyl) e la Moldavia, parlano di comunità faticosamente avviate, se non precipitate, nella globalizzazione, con i loro uomini e le loro donne, che sono tra noi (muratori e badanti) e come noi (consumatori)”.

Sono in programma alcune proiezioni di questo film per le scuole secondarie di secondo grado. Per informazioni e prenotazioni: Fondazione Benetton, tel. 0422.5121, [email protected], www.fbsr.it.
Il primo ciclo della rassegna proseguirà mercoledì 26 ottobre alle ore 21 con Into the Wild – Nelle terre selvagge (USA, 2007) di Sean Penn; mercoledì 9 novembre alle ore 20.30 con Fitzcarraldo (Germania fed., 1981) di Werner Herzog; mercoledì 23 novembre alle ore 21 con Workingman’s Death (Austria-Germania, 2005, versione originale sottotitolata) di Michael Glawogger; e si concluderà mercoledì 7 dicembre alle ore 21 con Sentieri selvaggi (USA, 1956) di John Ford.
Gli appuntamenti del secondo ciclo saranno comunicati nei prossimi mesi.

Le proiezioni si svolgeranno nell’auditorium degli spazi Bomben (Treviso, via Cornarotta 7), ingresso unico 4 euro, ad eccezione della serata inaugurale a ingresso libero.
Informazioni: Fondazione Benetton, tel. 0422.5121, [email protected], www.fbsr.it.

Approfondimento
a cura di Luciano Morbiato

Il molteplice rapporto dell’uomo con i luoghi è esaltato nel viaggio, dall’antica migrazione dei popoli alla post-moderna illusione del tour nell’ultimo paradiso naturale, mentre in mezzo trovano posto tutte le esperienze – dalla scoperta geografica alla conquista di un impero, dal pellegrinaggio all’emigrazione – nelle quali il movimento nello spazio e la conoscenza dei luoghi sono essenziali tanto per la formazione di un individuo che per la costituzione di una comunità. Anche nel cinema, che affianca la vita, la duplica o la simula, il viaggio è un elemento di base della struttura formale e narrativa di molti film.
Il rapporto del cinema con i luoghi della realtà è iniziato con i primi operatori Lumière, che “giravano” sui boulevard di Parigi, a Lione inondata o alla stazione di La Ciotat, ed è continuato anche con i luoghi fantastici del Voyage dans la lune (1902) di Méliès. Nel suo “mostrare i luoghi” nel corso di oltre un secolo, il cinema ha inoltre esercitato un duplice effetto sullo spettatore, familiarizzandolo con l’ignoto, l’esotico e costringendolo a riscoprire il già noto.
Un analogo percorso di conoscenza e (ri)scoperta è esercitato dalla memoria, per le esperienze dell’individuo, e dalla storia, per le vicende di una società, tanto che entrambe possono essere considerate una forma di viaggio nel tempo che il cinema ha affrontato e documentato nel variare delle situazioni politiche e degli sviluppi tecnologici (dalla pellicola tremolante al supporto digitale).
Sono queste premesse, sul viaggio e sulla sua immagine speculare, a legittimare lo sguardo su luoghi e percorsi e sui loro riflessi cinematografici, dopo che il giardino e il paesaggio sono stati gli oggetti specifici delle rassegne tematiche precedenti (Nuovo cinema giardino nel 2009/10 e Nuovo cinema paesaggio nel 2010/11): a un nuovo manipolo di opere oggettivamente significative (la cui scelta
è inevitabilmente soggettiva o obbligata dalla disponibilità) è affidato un progetto di scambi dialettici, una serie di collegamenti e riflessioni con altre visioni e/o letture, ma anche con esperienze dirette.
Le scoperte e le conquiste legate al viaggio, anche a quello cinematografico – dal western al road movie, dal reportage all’etnodocumentario, dall’avventura esotica alla fantascienza -, si collegheranno ancora una volta ai passaggi importanti della vita dell’individuo, così come ai modelli letterari (giornali di viaggio, romanzi di formazione…).
La visione del singolo film e l’organizzazione in un ciclo unitario dell’insieme dei titoli arricchiranno non solo il dibattito immediato, ma potranno fornire un successivo modello di comprensione e di critica. È nel quadro di una complessiva consapevolezza della catena dei fotogrammi, disposti in sequenze che si formano e si dissolvono, che il titolo della rassegna può evocare “il viaggio delle nuvole”, mettendo tra i suoi propositi finali i quattro mirabili versi di T.S. Eliot: “noi non cesseremo l’esplorazione / e la fine di tutto il nostro esplorare / sarà giungere là onde partimmo / e conoscere il luogo per la prima volta” (Quattro quartetti, traduzione di Angelo Tonelli, Feltrinelli, Milano 1995).