Ci auguriamo che questa battaglia per la qualità contro il falso Made in Italy e per la valorizzazione del vero prodotto italiano si estenda ora dall’aranciata senza arance al formaggio prodotto utilizzando cagliate, polveri o caseinati al posto del latte fino al vino senza uva realizzato dalla fermentazione di frutta, dai lamponi al ribes, fino.

E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’approvazione da parte della Commissione politiche europee della Camera dei Deputati dell’emendamento soppressivo, all’interno del disegno di legge comunitaria, dell’articolo 21 che abrogava la legge n. 286 del 3 aprile 1961, riguardante il requisito minimo di percentuale del 12% di succo d’arancia per produrre aranciata.

Apprezziamo questo atto di grande responsabilità coerente – sottolinea la Coldiretti – con l’esigenza di garantire il sacrosanto diritto a un’informazione trasparente sugli alimenti acquistati ma anche con la necessità di impedire la sostituzione del succo con aromi e coloranti che pongono seri dubbi sugli effetti per la salute.

E’ necessario intervenire per contrastare l’abbassamento della qualità dell’alimentazione di fronte alla crisi è un rischio reale che – continua la Coldiretti – colpisce le classi economicamente piu’ deboli costrette a risparmiare sul cibo e per le quali è piu’ elevata l’incidenza della spesa alimentare sul totale.

Ad essere particolarmente colpiti sono – precisa la Coldiretti – i prodotti base della dieta mediterranea come il vino per il quale l’approvazione della riforma di mercato comunitaria ha sancito inganni vecchi e nuovi: dal consenso all’aggiunta di zucchero nei vini prodotti nel nord Europa al rosè ottenuto miscelando vini bianco e rosso anzichè dalla tradizionale vinificazione in bianco delle uve rosse senza obbligo di indicarlo fino al via libera al vino dealcolato, dopo che era già stato autorizzato l’invecchiamento artificiale con segatura di legno (i cosiddetti trucioli) al posto delle botti senza che ciò debba essere indicato chiaramente in etichetta.

L’Unione Europea ha imposto all’Italia di aprire i propri mercati anche al cioccolato ottenuto con l’aggiunta di grassi vegetali diversi dal burro di cacao, m a c’è anche la possibilità inquietante di utilizzare polveri e caseinati invece del latte per ottenere formaggi a pasta filata venduti come analoghi alla mozzarella. Un inganno favorito – conclude la Coldiretti – dalla mancanza dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti che rende possibile portare in Italia ben 1,3 miliardi di chili di latte sterile, 86 milioni di chili di cagliate e 13 milioni di polvere di latte destinate ad alimentare la vendita di formaggi del finto Made in Italy all’insaputa dei consumatori.

Non mancano però – conclude la Coldiretti – le buone notizie come la recente decisione dell’Unione Europea di rendere obbligatoria l’ indicazione dell’origine dell’extravergine di oliva a partire dal mese di luglio, favorita dal pressing della Coldiretti che ha avviato una campagna per l’etichettatura obbligatoria di tutti gli alimenti.

GLI ORRORI SULLE TAVOLE DA COMBATTERE

I formaggi con cagliate, polveri e caseinati al posto del latte – Utilizzo della caseina e dei caseinati in sostituzione parziale del latte per ottenere formaggi a pasta filata venduti come analoghi alla mozzarella.

Il vino senza uva – La riforma comunitaria ha dato il via libera al vino “senza uva” ovvero ottenuto dalla fermentazione di frutta, dai lamponi al ribes. Una pratica enologica che altera la natura stesso del vino che storicamente e tradizionalmente è solo quello interamente ottenuto dall’uva

Il cioccolato senza cacao: L’Unione Europea ha imposto all’Italia di aprire i propri mercati anche al cioccolato ottenuto con l’aggiunta id grassi vegetali diversi dal burro di cacao.

Il vino rosé ai miscugli – Diventa possibile – riferisce la Coldiretti – produrre vino rosé semplicemente mescolando vino bianco e rosso invece di produrlo secondo il metodo naturale tradizionale con la vinificazione in bianco delle uve rosse.

Il vino allo zucchero – E’ una pratica, utilizzata nei paesi del Nord Europa, che permette di aumentare la gradazione del vino attraverso l’aggiunta di zucchero. Lo zuccheraggio è sempre stato vietato nei paesi del Mediterraneo e in Italia, che ha combattuto una battaglia per impedire un “trucco di cantina” e per affermare definitivamente la definizione di vino quale prodotto interamente ottenuto dall’uva.

Il vino dealcolato – Viene permesso di eliminare parte dell’alcol naturalmente contenuto nel vino attraverso determinate pratiche enologiche.

Il vino ai trucioli – Nel 2007 – conclude la Coldiretti – è stato dato il via libera all’invecchiamento artificiale del vino con segatura di legno (i cosiddetti trucioli) al posto delle tradizionali botti senza che ciò debba essere indicato chiaramente in etichetta.