Siamo sicuri che il gelato si sposi bene solo con l’estate e il caldo? Da noi, in Italia, sembra proprio essere così ma questo abbinamento non vale certo per tutti se si pensa che fra i maggiori consumatori di gelato ci sono proprio gli abitanti di paesi freddi: il mercato del gelato russo, ad esempio, è uno dei più grandi a livello mondiale, con un consumo pro capite annuo di 2,55 kg annui (per una popolazione di oltre 140 milioni di abitanti), ma anche in Italia la metà dei consumi di gelato (il 53,5%) è concentrata nelle regioni del Nord, dove il prodotto viene acquistato con una certa costanza durante l´intero arco dell´anno.
Una motivazione per svincolare il gelato dall’andamento climatico è quello di considerarlo non solo un momento di piacevole refrigerio ma anche un alimento da inserire quotidianamente nella dieta come merenda, spuntino o dessert.
Un’altra, non meno importante quella di vederlo in alcuni casi come un importante strumento terapeutico.

Qualche esempio: il gelato può essere un ottimo supporto alimentare per combattere il rischio di denutrizione nel paziente anziano con problemi di masticazione e deglutizione, ma anche nel bambino convalescente con marcata disappetenza; utilissimo aiuto per nutrire i pazienti sottoposti a interventi chirurgici del cavo orale, dell’area maxillo facciale e, ancora più prezioso per chi deve affrontare cicli di radio o chemioterapia del segmento orofaringeo.
In quest’ultimo caso il gelato può avere un ruolo fondamentale per contrastare il rischio di denutrizione e la conseguente stanchezza legate alla difficoltà alimentari a causa di bruciore e dolorabilità del cavo orale molto infiammato e disepitelizzato. Infine segnaliamo come una sperimentazione condotta recentemente dall’Aogoi (Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani abbia evidenziato l’efficacia dei ghiaccioli “antinausea” appositamente formulati allo scopo di ridurre la fastidiosa nausea dei primi mesi di gravidanza.