Mangiare le pappardelle di San Lorenzo il 10 di Agosto porta fortuna!

A Firenze, per molti secoli, questa festa è stata celebrata con grandi festeggiamenti che coinvolgevano l’intera città. I Medici ebbero in tale considerazione San Lorenzo, da scegliere la sua chiesa come mausoleo di famiglia. Anche i Lorena mantennero viva la tradizione della festa popolare: durante il Granducato di Toscana, per San Lorenzo, si correva un “palio” a cavallo in onore del santo.
Legati a San Lorenzo erano, nella Firenze delle Arti rinascimentali, i Fornai che avevano scelto come patrono proprio il santo morto sulla graticola. Nel quartiere di San Lorenzo svolgevano la loro attività molti fornai che, il 10 di Agosto, addobbavano le botteghe con pane lavorato in forme fantasiose e pastai, che preparavano una sfoglia sottile che, tagliata in grosse strisce con un lato increspato, venivano chiamate “lasagne” ma che erano, in realtà, pappardelle. Era una festa importante e in quel giorno i pastai di Firenze, mettendo da parte rivalità e gelosie, onoravano il loro patrono offrendo piatti di pasta e, accostamento bizzarro, “cocomero” a chiunque passasse nel quartiere.

Il pastificio artigiano Fabbri
Da quattro generazioni la famiglia Fabbri, nel suo pastificio artigianale di Strada in Chianti, alle porte di Firenze, custodisce con cura i segreti per la produzione della pasta fatta proprio come una volta. Il Pastificio Artigiano Fabbri è uno dei pochi ancora esistenti in Italia a rispettare i tempi della natura nei processi di lavorazione: in ogni fase della trasformazione, dalla materia prima al prodotto finito, è stata abolita la parola “fretta”, tutto a vantaggio del prodotto, preparato con semola di ottima qualità, ricavata da grani selezionati.
La lavorazione della pasta avviene ancora oggi artigianalmente e si caratterizza per la scelta di semole ricavate da frumenti selezionati e per la trafilatura in stampi di bronzo.
Il processo di lavorazione è lento e rispettoso dei tempi della natura: l’impasto, una volta reso omogeneo, passa alla compressione per divenire più compatto; qui si fa ancora ricorso all’apporto di presse risalenti al Dopoguerra, capaci di valorizzare appieno le proprietà del glutine, senza alterare le proprietà naturali delle materie prime.
L’asciugatura avviene sui telai e richiede tempi molto lunghi, dalle 36 alle 72 ore, tutte a vantaggio del sapore e della tenuta della pasta dopo la cottura.
Il vero “segreto” consiste nell´essiccazione a bassa temperatura – rigorosamente inferiore a 38 °C – per evitare processi violenti che causerebbero il deterioramento delle sostanze organolettiche.
Tutto ciò garantisce un prodotto inalterato nelle qualità nutrizionali, e dunque ricco di sapore e di profumo di grano
Info: www.pastafabbri.it