L’Italia è leader mondiale nella produzione di pasta di grano duro biologico. Nel nostro paese sono 87.253 gli ettari di terreno certificati e coltivati secondo i principi dell’agricoltura biologica che producono grano duro: da qui nasce la “pasta bio”. Di questi, 2.900 ettari sono in Emilia Romagna, oltre il 3% del totale nazionale: una percentuale di tutto rispetto, anche se lontana dai 34.828 ettari della Basilicata (39,9%) dai 32.100 della Puglia (36,7%) e dai 21.345 della Sicilia (24,5%) (dati SINAB-Eurostat). La pasta biologica è sinonimo di una filiera al 100% naturale e Made in Italy, garantita dal sigillo Icea, l’Istituto Certificazione Etica e Ambientale, il più grande ente italiano di certificazione biologica.

Oltre il 40% della superficie coltivata a grano duro secondo agricoltura biologica certificata ha il sigillo di Icea (35.553 ettari): sono infatti 1.009 le aziende che producono grano duro certificate dall’Istituto. A queste si aggiungono le 175 aziende produttrici di pasta biologica, 25 delle quali in Emilia Romagna: per tutte Icea garantisce il rispetto dei principi di coltivazione biologica.

Caratteristiche e valori nutrizionali della pasta biologica
La pasta da agricoltura biologica è un prodotto alimentare di alta qualità, che mantiene i sapori tradizionali e tutela la salute. Genuina, consistente, naturalmente colorata e saporita è la selezione di spighe di grano e di cereali coltivati con metodi di agricoltura biologica. La pasta biologica esalta i tipici valori nutrizionali della pasta tradizionale: questo alimento ha un elevato valore energetico e un discreto contenuto in proteine (11-12%). Dalla digeribilità, che nella “versione” biologica risulta assai migliorata, derivano le sue proprietà nutrizionali (il suo contenuto in amido e’ del 70-75%). Il valore calorico si aggira attorno alle 350 Kcal per 100 grammi. Il contenuto di grassi è invece piuttosto modesto (meno dell’1%), cosa che permette di sbizzarrirsi nella scelta dei condimenti. (Fonte: www.mondobio.net)

Definito “razza eletta” negli anni ’30 – ’40, il grano duro Senatore Cappelli è tipico della Puglia e Basilicata. Il suo nome è un omaggio al senatore abruzzese Raffaele Cappelli, promotore nei primi del Novecento della riforma agraria che ha portato alla distinzione tra grani duri e teneri. È un frumento duro, aristato (cioè dotato di ariste, i filamenti che si notano nelle graminacee), ottenuto per selezione genealogica a Foggia, nel 1915 da Nazareno Strampelli. Per decenni è stata la coltivazione più diffusa, fino al diffondersi delle varietà più produttive: la pianta, infatti, ha un’altezza di ca. 1.80 m, superiore a quella del grano comune. Questo grano contiene percentuali più elevate di lipidi, amminoacidi, vitamine e minerali ed è altamente digeribile; non ha mai subito le alterazioni delle tecniche di manipolazione genetica dell’agricoltura moderna, che sacrificano sapore e contenuto tradizionale a vantaggio di rendimento elevato. Attualmente il grano Senatore Cappelli è prodotto esclusivamente mediante coltivazione da agricoltura biologica in una zona collinare incontaminata (calanchi) dell’entroterra lucano.